Economia

Credito tasse e burocrazia frenano le imprese artigiane

Artigianato: battuta d’arresto per Piemonte e Lombardia, bene la Liguria.

Credito tasse e burocrazia frenano le imprese artigiane
Pubblicato:

Credito tasse e burocrazia frenano le imprese artigiane nel Nord Ovest.

Imprese artigiane nel Nord Ovest frenate da credito, tasse e burocrazia

Artigianato: battuta d’arresto per Piemonte e Lombardia, bene la Liguria. «Diversi fattori possono aver contribuito a questa contrazione in Piemonte, tra cui la difficoltà di accesso al credito per le piccole imprese, la burocrazia complessa e la carenza di competenze specializzate. Nonostante le difficoltà, l'artigianato rimane un settore cruciale per l'economia piemontese e per questo motivo occorre sostenere il settore con politiche mirate e lungimiranti» dichiara Gian Paolo Coscia, presidente Unioncamere Piemonte.

Lo studio di Unioncamere Piemonte

Secondo quanto emerge dallo studio di Unioncamere Piemonte, infatti, le imprese artigiane piemontesi nate sul territorio sono state 7.575, 388 in meno rispetto al 2023. Nello stesso periodo sono 8.153 le realtà che hanno cessato la propria attività, 171 in più rispetto all’anno precedente. Il saldo tra i due flussi appare, così, negativo per 578 unità, dinamica che porta a 113.835 lo stock di imprese artigiane complessivamente registrate a fine dicembre 2024 alla Camera di commercio. La sintesi tra il tasso di natalità, pari al 6,6% e quello di mortalità, pari al 7,1% si traduce così in un tasso di crescita negativo, pari a -0,5%. La dinamica registrata dal tessuto artigiano locale appare peggiore sia rispetto a quella messa a segno dal sistema imprenditoriale piemontese nel suo complesso (-0,1%), sia rispetto a quella registrata dall’artigianato a livello nazionale (-0,1%).

In Piemonte si salva solo Asti, ma di poco

Se si analizzano i territori, si segnala un dato seppur debolmente positivo per la base imprenditoriale artigiana di Asti (+0,2%) e Cuneo (+0,2%), mentre registrano delle flessioni tutti gli altri territori. Vercelli (-0,4%) e Torino (-0,6%) segnano un tasso analogo a quello medio regionale. Più intense le contrazioni registrate dalle altre province piemontesi. Novara flette dello 0,7%, Biella mostra un calo dello 0,8%, Verbania segna un -1,0% e Alessandria evidenzia il risultato peggiore con un tasso di crescita del -1,1%. Concentrando l’attenzione su un’analisi di più lungo periodo emerge come il tessuto artigiano regionale abbia subìto una progressiva erosione passando dalle oltre 126mila unità del 2014 alle 113.835 attuali. Solo nel 2021, grazie alla ripresa delle attività post periodo pandemico, si era evidenziata un’inversione di tendenza, che però non ha purtroppo trovato continuità. A livello settoriale la prima realtà per numerosità si conferma, anche nel 2024, quella edile, con il 42,7% delle realtà artigiane piemontesi, che però dopo la crescita continua registrata a partire dal 2020, ha mostrato nel corso del 2024 un’inversione di tendenza, evidenziando un lieve calo (-0,2%). Solo l’agricoltura, settore che assorbe però solo lo 0,7% delle realtà artigiane locali, chiude l’anno con un risultato positivo: +2,9%. Appare debolmente positiva anche la dinamica del commercio (+0,3%). Gli altri servizi manifestano un andamento pressoché piatto (-0,2%), mentre sono negativi i risultati messi a segno dal turismo (-1,4%) e dall’industria in senso stretto (-1,9%).

La Lombardia interrompe la tendenza del peggiore andamento dell'artigianato

La variazione delle imprese artigiane in Lombardia (fonte: elaborazioni di Unioncamere Lombardia su dati Infocamere) risulta pari a -0,6%: è quindi negativa come in Piemonte ma interrompe la tendenza che per molti anni ha visto un andamento peggiore dell’artigianato, la cui incidenza si è ridotta dal 31,2% al 28,5% negli ultimi 10 anni. Le imprese artigiane attive in Lombardia a fine 2024 ammontano così a 231.049, delle quali il 40% opera nelle costruzioni, settore che ha registrato un lieve calo (-0,2%). Tra gli altri comparti, il segno positivo si riscontra solo per i servizi (+0,9%), in particolare nelle attività di pulizia e manutenzione di edifici e giardini e in quelle di trattamento estetico, mentre diminuiscono le imprese artigiane attive nell’industria (-2,9%), nei trasporti (-0,9%) e nella riparazione di autoveicoli (-0,9%).

In Liguria invece lo scenario è positivo

Positivo, invece, lo scenario in Liguria, con un +0,16%, che colloca la Regione quarta in Italia. Secondo l’elaborazione dell’ufficio studi di Confartigianato Liguria sugli ultimi dati Infocamere-Movimprese relativi alla demografia dell'artigianato, su un totale di 42.955 micro imprese attive in Liguria, nel 2024 si sono iscritte 2.968 nuove realtà, mentre 2.901 hanno chiuso con un trend in rialzo per il quinto anno consecutivo. Sono le costruzioni (anche qui) a trainare la ripresa del settore in Liguria: l'edilizia conta 21.393 microimprese attive e nel 2024 hanno aperto 1.621 nuove realtà, a fronte di 1.521 chiusure, per un saldo positivo di 100 unità (+0,47%). Stabile il manifatturiero con 380 nuove iscrizioni e 380 chiusure d'impresa.

Male però Genova

Se va bene la regione, è invece negativo il dato di Genova: la filiera è calata dello 0,14%: a fronte di 1.466 nuove aperture di attività, sono infatti state registrate 1.499 cessazioni, con una differenza di -32 unità. Negativo anche il saldo di Savona, trainano, quindi, la provincia di Imperia con 525 nuove aperture e 466 chiusure, con le costruzioni che aumentano dell’1,6% rispetto all’anno precedente, e la provincia di La Spezia che raggiunge un +0,92% spinta dal manifatturiero che regista un +2,43%.

«Non possiamo parlare di caso. Il trend positivo per il quinto anno consecutivo evidenzia la capacità delle nostre imprese artigiane a fare impresa e l’efficacia degli strumenti condivisi con Regione, anche in un contesto complesso come quello odierno» commenta Giancarlo Grasso, presidente di Confartigianato Liguria.

Commenti
Lascia il tuo pensiero

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *