L'indagine

Credito bancario e disparità di genere: l'indagine di Fabi mostra la difficoltà delle quote rosa anche in questo ambito

Il gender gap in tutta Italia "vale" ben 70 miliardi di euro.

Credito bancario e disparità di genere: l'indagine di Fabi mostra la difficoltà delle quote rosa anche in questo ambito
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Credito bancario e disparità di genere: secondo un'indagine della Federazione autonoma bancari italiani, per le donne sole è più difficile accedere a un prestito.

Disparità di genere anche nel credito bancario secondo l'indagine della Fabi

Disparità di genere e credito bancario: un rapporto della Federazione autonoma bancari italiani evidenzia come anche per l’accesso al credito la situazione delle quote rosa sia parecchio difficile. Uno dei dati che saltano all’occhio maggiormente riguarda la Lombardia, tra le 8 peggiori regioni italiane per gender gap nel credito bancario. Su un totale di 106 miliardi e 700 milioni di euro erogati in finanziamenti nel 2023 tra i confini regionali, solamente 20 miliardi e 400 milioni sono stati i mutui accesi da parte delle donne. Di contro, l’ammontare dei mutui accesi da uomini è di 36 miliardi e 300 milioni di euro (il resto della quota riguarda finanziamenti cointestati). Per quanto riguarda le altre regioni del Nordovest la situazione non è migliore: il Piemonte è infatti a poca distanza dalla Lombardia, con il 19,6% del totale del credito regionale. Va meglio in Liguria, dove la quota supera la media nazionale del 20% di credito concesso alle donne e raggiunge il 22,4%, con un divario in termini assoluti di 1 miliardo e 700 milioni. A guidare invece la classifica delle regioni per virtuosismo è la Valle d’Aosta, che con il 25% di quota rosa dell’accesso al credito è la migliore d’Italia. In questa regione, su un totale di 1,1 miliardi di euro, alla clientela femminile spettano circa 290 milioni di euro, con un gap di genere di soli 100 milioni rispetto alla clientela maschile.

In Italia il gender gap "vale" 70 miliardi di euro

Su scala nazionale, il gender gap nell’accesso al credito vale 70 miliardi di euro: lo stock dei finanziamenti alle famiglie concesso dagli istituti, nel 2023, ammontava a oltre 474 miliardi di euro: di questi 164 miliardi è stato erogato agli uomini, 95 miliardi alle donne e 216 miliardi si riferiscono a contratti di finanziamento cointestati. Le regioni peggiori sono Campania, Puglia, Veneto, Sicilia, Basilicata, Lombardia, Piemonte e Calabria, dove il credito concesso alla clientela femminile non supera la media nazionale del 20%. Le tre migliori, invece, sono, oltre alla Valle d’Aosta, Sardegna e Lazio dove i finanziamenti bancari arrivano rispettivamente al 25%, 23,2% e 22,9%. In Molise, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Umbria, Marche, Trentino-Alto Adige, Abruzzo e Toscana le quote rosa del credito vanno dal 20,8% al 22,4%.

«È un dato di fatto - dice il segretario generale della Federazione, Lando Maria Sileoni - che la parità di genere passi anche per l’accesso al credito e se questo funge ancora da leva per soddisfare aspirazioni e progetti delle famiglie italiane, la disuguaglianza finanziaria corre il rischio di differenziarne la realizzazione. La distanza tra credito e donne non divide l’Italia in due, ma ne amplia la discriminazione di genere e se l’inclusione finanziaria rappresenta ancora un pilastro per la crescita economica e sociale del Paese, anche il fattore “denaro” deve fare la differenza. In tutta Italia, invece, si riscontra una ampia disparità tra uomini e donne nell’accesso al credito bancario. È un problema che nasce in banca, ma non è responsabilità delle banche se, purtroppo, esistono queste differenze, che nascono da lontano, da ragioni sociali e anche culturali».