L'intervista

Con la Fondazione Pezzoli da 30 anni al lavoro per la ricerca sul Parkinson

La Fondazione ha cambiato solamente il nome: l'impegno è rimasto quello di sempre.

Con la Fondazione Pezzoli da 30 anni al lavoro per la ricerca sul Parkinson
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La Fondazione Pezzoli da 30 anni al lavoro per la ricerca sul Parkinson: l'intervista al professor Gianni Pezzoli.

Da 30 anni al lavoro per la ricerca sul Parkinson alla Fondazione Pezzoli

«Abbiamo cambiato nome ma continuiamo con lo stesso impegno a combattere il Parkinson». Il professor Gianni Pezzoli, presidente della Fondazione Pezzoli per la Malattia di Parkinson, fino a un anno fa conosciuta come Fondazione Grigioni per il Morbo di Parkinson, spiega come le finalità di questo ente siano sempre le stesse da 30 anni: permettere ai malati di Parkinson di guarire, perché la sola cura non può evitare l’aggravarsi della malattia e non garantisce che la qualità della vita migliori.
Le persone colpite da Parkinson oggi stanno aumentando, «non per ragioni esterne, come l’inquinamento, ma perché l’età media della popolazione avanza e con più anziani si verificano più casi: si calcola che nel 1990 ci fossero 230mila malati, oggi col solo invecchiamento sono circa 420mila. Un problema che non riguarda solo i pazienti ma tutta la famiglia che affronta questa malattia», afferma Pezzoli.

«Negli ultimi decenni abbiamo erogato circa 40 milioni di euro per la realizzazione di infrastrutture che non esistevano in Italia – racconta il professore - Innanzitutto una banca dati clinica, la più grande al mondo, con le informazioni su 41mila pazienti, accessibile a tutti i sanitari che seguono questa malattia, un elemento essenziale di partenza per tutte le ricerche scientifiche. Poi abbiamo la banca dei tessuti nervosi, grazie alla donazione da parte dei pazienti dei loro encefali dopo la morte: questo è un elemento chiave per poter studiare i meccanismi che portano alla malattia e le permettono di proseguire. Abbiamo anche una banca genetica del dna, con circa 10mila campioni, perché il Parkinson ha un importante fattore di rischio dovuto alla familiarità, che riguarda il 20-25% dei casi. Le ricerche sugli ultimi geni scoperti legati alla malattia ci vedono sempre coautori negli studi più importanti a livello mondiale».

Le altre attività della Fondazione

La Fondazione si occupa anche di altre attività molto importanti, ricorda il presidente della Fondazione: «Il laboratorio di neurofisiologia del movimento, che valuta tutti gli aspetti neurofisiologici che caratterizzano la malattia, come ad esempio le cadute, uno degli elementi che porta a complicanze più gravi. C’è anche la diminuzione della pressione arteriosa, che può concorrere alla caduta: quindi spesso è alta durante la notte, mentre durante il giorno, quando il paziente è in piedi, tende a scendere drasticamente fino a far girare la testa».
Un’altra attività molto particolare, che «ritengo dal punto di vista umanitario straordinaria», aggiunge Pezzoli, è quella dedicata alla ricerca in Africa, dove vengono seguiti circa 800 pazienti ai quali viene regalato il farmaco perché ha un costo, che per quei Paesi non affrontabile, e «abbiamo anche realizzati dei lavori scientifici molto importanti».

Lo slogan è "Curare il Parkinson"

Lo slogan della Fondazione è «curare il Parkinson», perché «vediamo e siamo accanto ai pazienti», sottolinea il presidente. Infatti, oltre alla fondazione, il professor Pezzoli presiede anche l'Associazione Italiana Parkinsoniani, che organizza dei convegni nazionali e «che sono occasione per incontrare i malati, i quali pongono delle domande e quella più importante è: Quando potremo guarire? Il paziente non chiede solo di essere trattato, spera di poter guarire e quindi questo è il nostro obiettivo».
La Fondazione, inoltre, fornisce gratuitamente ai malati la consulenza di esperti nelle terapie alternative e di supporto, come fisioterapia e nutrizione. E un altro servizio di grande valore effettuato dalla Fondazione è il call center Sos Parkinson, attivo da più di 30 anni sabato, domenica e festivi per 12 ore, per rispondere ai bisogni di pazienti e familiari: circa 1.500 risposte date in un anno che in diverse occasioni hanno salvato delle vite.
La Fondazione Pezzoli è certamente una realtà unica al mondo, «non esiste nessun centro così grande - conclude Pezzoli -, e ci dicono come fate a fare tutto questo? Grazie alle donazioni delle persone e all’entusiasmo delle persone che lavorano con noi».
Per maggiori informazioni e per sostenere l’attività della Fondazione: www.parkinson.it.

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