Carcinoma mammario e nuovi farmaci per rallentarlo: studio e sperimentazione a Novara
I risultati finora sono molto incoraggianti, ma il farmaco rimane ancora sperimentale.

Nuovi farmaci per rallentare il carcinoma mammario sono in fase di sperimentazione nello studio Demether che coinvolge anche l'Università del Piemonte Orientale.
Lo studio clinico per nuovi farmaci in grado di rallentare il carcinoma mammario
Destiny-Breast09 è uno studio clinico di fase tre che sta elaborando nuove strategie farmacologiche contro il carcinoma mammario HER2-positivo localmente avanzato o metastatico. I risultati dello studio sono stati presentati il 2 giugno durante il congresso annuale dell’American society of clinical oncology. Ora, il trattamento di prima linea per questa tipologia di tumore prevede l’impiego di un chemioterapico della famiglia dei taxani in combinazione con trastuzumab e pertuzumab (schema noto come THP), in uso da oltre vent’anni. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, la malattia riprende a crescere entro due anni. Trastuzumab deruxtecan è un anticorpo farmaco-coniugatodi nuova generazione, che unisce l’anticorpo trastuzumab a un potente agente chemioterapico, il deruxtecan. Lo studio Destiny-Breast09 ha valutato l’efficacia di questo farmaco se utilizzato già come prima opzione di trattamento nella malattia metastatica.
Coinvolte 1.157 pazienti: i risultati sono buoni ma il farmaco rimane ancora sperimentale
Lo studio ha coinvolto 1.157 pazienti con carcinoma mammario HER2-positivo localmente avanzato o metastatico, mai trattate prima con chemioterapia o farmaci anti-HER2; sono state suddivise in tre gruppi e sono state sottoposte a tre diverse terapie. I risultati: il nuovo farmaco riduce del 44% il rischio che la malattia torni a crescere o che la paziente muoia, rispetto alla terapia standard. Inoltre, il tempo medio in cui la malattia è rimasta stabile è stato di oltre tre anni (40,7 mesi) contro circa due anni e mezzo (26,9 mesi). A oggi, tuttavia, trastuzumab deruxtecan e resta un farmaco sperimentale.
«Novara è uno dei soli due centri nel Nord Italia, e l’unico in Regione Piemonte, coinvolti nello studio Demether – spiega Alessandra Gennari, professoressa ordinaria di Oncologia all’Università del Piemonte Orientale e direttrice della Divisione di Oncologia dell’Aou Maggiore della Carità di Novara, che ha preso parte al congresso di Chicago – Per le pazienti piemontesi si tratta di un’occasione rara e preziosa per ricevere un trattamento innovativo e potenzialmente più efficace, prima che venga reso disponibile su larga scala. La partecipazione a questo importante studio clinico rappresenta una concreta opportunità terapeutica per le nostre pazienti e conferma Novara come centro oncologico di rilievo internazionale».