Cancro Primo Aiuto con il suo Progetto parrucche ha aiutato 30mila donne
Le attività e la storia dell'associazione nata a Monza ormai 30 anni fa.
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L'associazione monzese Cancro Primo Aiuto con il suo progetto parrucche ha aiutato già 30mila donne.
Il progetto parrucche di Cancro Primo Aiuto ha già aiutato 30mila donne
«Siamo solo persone che aiuitano altre persone». È il motto di Cancro Primo Aiuto, un’associazione nata a Monza trent’anni fa. Fino ad oggi il suo Progetto Parrucche ha permesso a circa 30.000 donne che hanno avuto un tumore e si sono dovute sottoporre a chemio o radioterapia di affrontare con maggiore serenità la malattia.
Un po’ di storia
A coniare questo motto è stato Walter Fontana, un imprenditore brianzolo, la cui azienda, fondata insieme al fratello Luigi, è nota in tutto il mondo per i suoi bulloni. Dopo la sua morte per cancro, la figlia Mirella e, soprattutto, il genero Flavio Ferrari hanno deciso di dar vita a Cancro Primo Aiuto. Un’associazione abbastanza sui generis rispetto alle altre: è nata nel mondo confindustriale della Brianza e tra i suoi soci ha prevalentemente imprenditori che hanno deciso di finanziarne le iniziative.
Il Progetto Parrucche in 31 ospedali
Delle tante iniziative che Cancro Primo Aiuto porta avanti, la più importanze è senza dubbio il Progetto Parrucche. Nato nel 2009 all’Ospedale di Sondalo, in provincia di Sondrio, si è rapidamente esteso in tutta Lombardia e negli ultimi anni ha superato i confini regionali e oggi è presente anche in Liguria, all’Ospedale San Martino di Genova, e in Piemonte, all’Ospedale di Biella. Ad oggi sono 31 le strutture ospedaliere coinvolte, di cui una anche in Sicilia.
Ridurre il trauma della perdita dei capelli
Consiste nella donazione di una parrucca alle donne sottoposte a chemio o radioterapia, per ridare un po’ di serenità alle ammalate di cancro: perché è ormai evidente come una parrucca possa aiutare a ridurre il trauma della perdita dei capelli. L’associazione ha fatto un accordo con un importante fornitore di parrucche di ottima qualità, che ha realizzato uno specifico catalogo con una trentina di prodotti, tagli e colori diversi secondo le esigenze delle malate che si rivolgono ai centri collegati a Cancro Primo Aiuto.
L'associazione lavora coinvolgendo gli ospedali e le associazioni dei territori
L’associazione brianzola, infatti, si muove sempre coinvolgendo ospedali e associazioni dei vari territori. Infatti, individuato nell’ospedale uno spazio dove sia possibile offrire il servizio, viene cercato un partner/associazione locale che porti avanti il progetto. A quel punto Cancro Primo Aiuto si limita a gestire la fornitura gratuita delle parrucche alle associazioni individuate. È importante che la scelta avvenga in un “ambiente protetto”, in modo da evitare alle malate questo impegno che può essere fonte di ulteriore dolore e togliere loro quel disagio che proverebbero recandosi in un negozio. Quasi sempre sono i medici o gli infermieri a indicare il servizio parrucche presente in ospedale. L’incontro con le volontarie diventa poi, molto spesso, l’occasione per esprimere bisogni ed esigenze che vanno al di là della semplice parrucca; spesso, dove c’è, viene coinvolta la psiconcologa o si viene indirizzati da lei. E questo vale sia per le ammalate che per i loro familiari (spesso le psiconcologhe coinvolte sono sostenute economicamente da Cancro Primo Aiuto). In alcuni casi, poi, il Progetto Parrucche è stato affiancato da altri servizi come quello della nutrizionista che consiglia su come alimentarsi nel periodo di cura che molte malate hanno dimostrato di apprezzare.
Le altre iniziative
Sono molteplici i progetti che Cancro Primo Aiuto ha portato avanti in questi trent’anni. Come il Servizio Trasporto: l’associazione ha comprato e messo a disposizione di Croce Rossa piuttosto che di altri enti circa un centinaio di mezzi per il trasporto delle persone che necessitano di essere portate in strutture sanitarie per sottoporsi alle cure. Negli anni scorsi Cancro Primo Aiuto ha portato avanti delle raccolte fondi che hanno contribuito all’acquisto di acceleratori lineari per la radioterapia in diversi ospedali: a Sondrio, a Bergamo, a Lecco e a Monza. Cancro Primo Aiuto è stata tra le prime associazioni a capire l’importanza di un intervento psicologico a favore dei malati di cancro e dei loro famigliari. Per questo, da anni, sostiene economicamente l’attività di diverse psicologhe che lavorano in ambienti ospedalieri o negli hospice. Su questo tema, è stato realizzato anche un libro, “Non arrendersi. Mai!”. È un volume che cerca di fornire delle risposte alle tante domande che sorgono quando si scopre di avere un tumore. Ma che può essere di aiuto anche a parenti e amici attraverso diversi suggerimenti necessari per assistere i loro cari che soffrono.
I legami con lo sport
Ma come fa Cancro Primo Aiuto a realizzare tutte queste iniziative? Dove trova i soldi? La prima fonte sono i generosi finanziamenti degli imprenditori associati e le donazioni che arrivano anche da semplici cittadini o malati che sono stati sostenuti dall’associazione. Ma un’importante entrata sono anche i fondi che vengono raccolti attraverso manifestazioni sportive. Praticamente dalla fondazione dell’Associazione esiste un circuito sciistico legato a Cancro Primo Aiuto, il Memorial Loris e Walter Fontana organizzato da CPA Sport. E dallo sci sono arrivati molti testimonial dell’associazione: da Peter Fill a Marta Bassino, da Lisa Vitozzi fino all’attuale Federica Brignone. E poi un circuito di golf, una gara ciclistica che ogni anno si svolge sul circuito di Monza. A proposito di motori, quest’anno ci sarà anche una squadra di Enduro e una squadra del Ferrari Challenge Europe che sulla livrea avrà il logo di Cancro Primo Aiuto, comprese tutte le Formula 4.