Economia

Cambiali e assegni scoperti calano nel Nordovest: sono sempre di meno

L'indagine dell'Istat mostra dei territori virtuosi.

Cambiali e assegni scoperti calano nel Nordovest: sono sempre di meno
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Cambiali e assegni scoperti continuano a calare rispetto agli anni precedenti: l'indagine dell'Istat mostra che nel Nordovest il calo è stato maggiore.

Nordovest virtuoso per cambiali e assegni scoperti: il calo continuo rispetto agli anni scorsi

Nel Nordovest cambiali e assegni scoperti sono sempre di meno rispetto agli anni precedenti. Nei nostri territori nel 2023 i protesti di cambiali e assegni sono calati più che nel resto del Paese. Il fenomeno è indagato dall’istituto nazionale di statistica e rileva per il 2023 (dato disponibile più recente) la conferma della tendenza in calo, iniziata già negli anni ‘70. Nel Nordovest il 2023 si è chiuso con 71.447 protesti levati (di cui l’86% cambiali), intestati a 13.928 soggetti (di cui oltre il 70% sono persone fisiche), per un valore totale di quasi 70 milioni di euro (69.845.000, di cui 35.465.000 euro di cambiali, il 50,8%).

Il doppio record del Nordovest

Nonostante il miglioramento continuo rispetto agli anni precedenti, l’indagine ha rilevato che nel 2023 i territori del Nordovest sono stati quelli dove sono state usate di meno le cambiali (78 ogni 1000 abitanti), ma ha rilevato anche il più alto tasso di cambiali protestate (49,7 ogni 1000 cambiali emesse). Pure per gli assegni il Nordovest ha uno dei dati più alti per quanto riguarda i protesti. Risulta tra le aree geografiche dove sono più usati (1055 ogni 1000 abitanti), mentre quelli protestati sono 0,6 ogni mille abitanti.

I dati nel dettaglio

Analizzando il dettaglio dei risultati del report, emerge un quadro preciso dei protesti nelle nostre regioni. In Piemonte sono stati 9.438 (9304 le cambiali e tratte accettate e 134 gli assegni), il 13,7% in meno rispetto all’anno precedente. In Lombardia sono stati registrati 58.051 protesti (48.106 cambiali e tratte accettate e 9.945 assegni), il 17,2% in meno rispetto all’anno precedente. Ma è in Liguria che si è registrato il calo più marcato: i protesti registrati nel 2023 sono stati 3.837 (3.835 cambiali e tratte accettate e 2 assegni), il 17,7% in meno rispetto al 2022.

Cambiali non pagate, il record lombardo

L’indagine spiega anche i vari motivi per cui le cambiali non sono pagate: “Il domiciliatario non paga per mancanza di istruzioni” è la risposta fornita nella quasi totalità dei casi di cambiali protestate in Lombardia, il 99,5%. Nel Nordovest l’opzione indicata è comunque tra le più alte della Nazione, con il 96,6%.

«Tale motivazione – così dall’Istat - indica che il domiciliatario (ad esempio, la banca o l'istituto designato per il pagamento della cambiale) non ha ricevuto indicazioni chiare e specifiche da colui che ha emesso la cambiale su come procedere con il pagamento. In altri casi la mancata istruzione può dipendere da una disfunzione comunicativa tra gli enti e le autorità competenti che ruotano, a diverso titolo, intorno alla posizione debitoria divenuta oggetto di protesto».

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