Beni confiscati alla mafia in Piemonte aumentano i contributi per il recupero
La discussione nell'aula del Consiglio regionale e l'approvazione della norma.

Cambiano i criteri con cui si assegnano i contributi per il recupero dei beni confiscati alla mafia per quanto riguarda la Regione Piemonte.
Beni confiscati alla mafia in Piemonte aumentano i contributi per il recupero
Dopo il passaggio in Commissione, la delibera è stata approvata all’unanimità dall’Aula. Verranno ammesse ai bandi anche le unioni dei comuni e non solo le realtà singole. Aumenta fino al 70% il contributo della Regione per la spesa per gli interventi strutturali, fino a un massimo di 100 mila euro, soglia che sale fino al 90% per i comuni sotto i 5mila abitanti. La Regione potrà contribuire fino al 50% delle spese ammissibili per i progetti di recupero sociale, fino a massimo 30 mila euro. Anche in questo caso sale la soglia per i piccoli comuni, fino al 70%, ferma restando la cifra di 30 mila euro. E’ stata prevista, inoltre, l’assegnazione del bene per finalità economiche. con il vincolo del reimpiego dei proventi per finalità sociali.
«La delibera è un buon risultato, conseguito grazie al lavoro condiviso in commissione e anche grazie ad una serie di emendamenti presentati dalle minoranze. Abbiamo cercato di fare nostre le proposte emerse durante le audizioni effettuate nei mesi scorsi e le richieste arrivate da Anci e Libera - afferma il presidente della Commissione Legalità del Consiglio Regionale del Piemonte, Domenico Rossi - Il testo ha accolto alcune importanti modifiche. In primis, per i piccoli comuni anche i contributi previsti per le spese correnti salgono dal 50% iniziale al 70%: un incremento fondamentale per incentivare la partecipazione ai bandi regionali da parte dei piccoli Comuni piemontesi, che nella nostra regione sono la maggior parte. Sono, inoltre, state inserite tra le priorità i progetti relativi alle comunità terapeutiche di recupero per tossicodipendenze e quelli relativi alle politiche giovanili».
Per Rossi però c'è una nota negativa
Unica nota negativa, per Rossi, lo stop all’emendamento che prevedeva l’accesso al bando per il finanziamento diretto del terzo settore. E’ una modalità prevista dall’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati e già applicata, a esempio, dalla Lombardia, e per questo verrà ripresentata una proposta di modifica.
«Siamo soddisfatti che tra le finalità prioritarie di utilizzo sia stata inserita anche la realizzazione di centri di riabilitazione e cura per persone tossicodipendenti - ha commentato Alice Ravinale (Avs) - si tratta di strutture assolutamente necessarie per far fronte alle crescenti problematiche di utilizzo di sostanze stupefacenti con effetti devastanti, soprattutto tra le persone più giovani, che vanno affrontate con percorsi di sostegno e cura, di cui il Piemonte è stato avanguardia nei decenni passati, uscendo da una dinamica unicamente repressiva».
L’assessore Maurizio Marrone ha ringraziato il Consiglio: «Al di là della sensibilità degli amministratori locali, spesso queste scelte impattano su bilanci già fragili e strutture amministrative ridotte. La nostra regione ha molti beni confiscati, ma la percentuale di riutilizzo resta bassa. Questa delibera ci permetterà di aumentare il numero dei piccoli comuni che parteciperanno al bando».