Autonomia e collaborazione le parole d'ordine del 4° Festival delle Regioni e delle province autonome
La manifestazione è stata aperta dall'intervento del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Dal 18 al 20 maggio a Venezia si è svolta la 4ª edizione del Festival delle Regioni e delle province autonome: autonomia e collaborazione le parole d'ordine emerse.
Festival delle Regioni a Venezia all'insegna di autonomia e collaborazione
Autonomia e collaborazione le chiavi per affrontare le sfide di oggi e perseguire il bene dei cittadini. Questo il messaggio che è emerso dal quarto Festival delle Regioni e delle Province autonome, che si è svolto a Venezia dal 18 al 20 maggio.
Concetti sottolineati anche dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenuto lunedì 19 maggio:
«L’autonomia ha trovato in questo modo un’adeguata valorizzazione ed è risultato evidente come essa si dimostri efficace e vantaggiosa per le collettività, particolarmente quando comporta l’esercizio di funzioni e competenze secondo una ragionevole applicazione dei principi di sussidiarietà, adeguatezza e differenziazione». Ribadendo che «senza la pratica della leale collaborazione diviene impossibile tutelare interessi fondamentali della collettività. Basti pensare alla materia sanitaria». Quindi, ha concluso il presidente Mattarella auspicando la «ricerca di intese, orientate al conseguimento di obiettivi condivisi che rafforzino le istituzioni, l’economia e la coesione sociale».
L'intervento di Marco Bucci
I rappresentanti delle Regioni hanno confermato questo spirito.
«Le Regioni e le Province autonome sono enti di enorme rilevanza per il cittadino, per le famiglie e le imprese – ha commentato il presidente della Regione Liguria, Marco Bucci – Si tratta di realtà che sono vicine alle persone, e che con le loro politiche, con gli investimenti e le scelte che compiono sono in gradi di influire enormemente sulla vita quotidiana delle persone: penso a quanto le Regioni, e la Liguria in particolare riescono a realizzare riuscendo a intercettare e a spendere in modo efficiente i finanziamenti europei sul fronte dello sviluppo economico, su quello sociale, agricolo e per l’entroterra». E Bucci, facendo un esempio concreto, ha spiegato il metodo di lavoro: «L’Italia, puntando con decisione su blue economy e portualità, può essere il gateway del sud dell’Europa, con Venezia e Trieste sull’Adriatico che servono l’est Europa, e Genova, i porti liguri e quelli del Tirreno che servono l’Europa centrale e occidentale. Un obiettivo raggiungibile con un approccio glocal: una governance centrale che detti le linee guida, ma allo stesso tempo che i piani e le strategie operative siano decise a livello locale».
Quello di Alberto Cirio
Secondo il presidente del Piemonte, Alberto Cirio, l’evento
«ha rappresentato un’importante occasione per valorizzare l’identità dei territori e raccontare, insieme, un’Italia fatta di eccellenze, competenze e visione. Il Piemonte ha partecipato portando il meglio della sua tradizione e della sua capacità di innovare, consapevole che lo sviluppo sostenibile nasce proprio dall’equilibrio tra radici profonde e sguardo rivolto al futuro. Siti Unesco, prodotti unici, città creative e un sistema produttivo avanzato hanno raccontato un territorio che non smette mai di emozionare. Questa edizione, nella splendida cornice di Venezia, è stata anche un momento di confronto istituzionale prezioso per rafforzare il dialogo tra Regioni e Governo su temi strategici come l’autonomia, la sostenibilità e la competitività del Paese».
E quello di Attilio Fontana
Un tema importante, toccato anche dal presidente Mattarella, è il rapporto con l’Unione europea:
«Le Regioni devono acquisire sempre maggiore rilevanza, anche a livello europeo - ha evidenziato il governatore della Regione Lombardia, Attilio Fontana -. Perché ciò avvenga è necessario “far squadra” e occasioni come queste, impreziosite dalla presenza del presidente Mattarella, sono utili e necessarie, oltre che per un confronto diretto su tematiche di vario genere, soprattutto per alimentare ulteriormente i nostri rapporti rendendoci ancor più forti». E guardando nello specifico al federalismo fiscale, Fontana ha sottolineato come «non ci sia ragione per rinviare una riforma orientata verso la direzione che abbiamo auspicato. La Lombardia vuole una maggiore delega, una maggiore autonomia territoriale, una possibilità di gestire in maniera più diretta le risorse, sapendo quali sono quelle che possono essere programmate e quelle che non lo sono».