Assistenti sociali nel Nord Ovest solo in Liguria ce n'è uno ogni 5mila abitanti
Il rapporto dell'Ufficio parlamentare di bilancio.

Assistenti sociali nel Nord Ovest solo la Liguria soddisfa il requisito di averne uno ogni 5mila abitanti.
Nel Nord Ovest solo in Liguria c'è un assistente sociale ogni 5mila abitanti
La carenza di assistenti sociali è uno dei nodi più critici della gestione delle Politiche sociali in tutti i Comuni. I Consorzi vedono aumentare «i casi» da seguire ma non il personale che possa seguirli. Ma è una questione di mancanza di risorse? A quanto pare no; i fondi ci sono ma sono difficili da ottenere e di conseguenza rimangono nei Fondi predisposti dal Governo. L’Ufficio Parlamentare di Bilancio ha redatto un focus sullo stato dell’arte rispetto proprio al reclutamento degli assistenti sociali, anche perché con la legge di bilancio 2021 è stato introdotto uno specifico Livello essenziale delle prestazioni (Lep) che prevede un assistente sociale ogni 5mila abitanti e come ulteriore obiettivo uno ogni 4mila; nello stesso tempo ha monitorato l’impiego dei soldi stanziati per raggiungere i due step, organizzati in due fondi distinti: il Fondo Povertà e il Fondo di solidarietà comunale. Il primo risultato è stato raggiunto solo da Liguria e Sardegna, in tutta Italia, il secondo da nessuna Regione.
L'aumento significativo nel periodo 2020-2023
Nel quadriennio 2020-23 il numero totale di assistenti sociali in servizio è comunque aumentato in modo significativo, passando da 9.750 a 13.621 unità (39,7%) grazie ai Comuni e la maggior parte delle assunzioni è avvenuta con contratti a tempo indeterminato, segnalando la propensione degli Enti locali a raggiungere anche lo standard qualitativo di dotazione che favorisce la continuità operativa e la professionalizzazione del personale. L’incremento, però, non è stato sufficiente a colmare le disparità territoriali nella dotazione di questo personale: nelle Regioni del Nord, soprattutto in Liguria ed Emilia-Romagna, ha interessato anche gli Ambiti territoriali sociali (Ats) già ben dotati di assistenti sociali, rafforzando ulteriormente la loro capacità di erogazione dei servizi. Al contrario, nelle Regioni del Centro e, soprattutto, del Meridione (a eccezione della Sardegna appunto), l’aumento del numero di assistenti sociali si è rivelato insufficiente a compensare le preesistenti carenze strutturali.
I dettagli delle Regioni interessate
Per quanto riguarda il Nordovest, il Piemonte è passato da 814 a 1.244 assunti e i contratti a tempo indeterminato rappresentano il 75%, la Lombardia da 1.980 a 2.549 con un 84% di contratti stabili, la Liguria da 414 a 534 con 74% di tempi indeterminati (in questo caso in diminuzione rispetto all’86% del 2020). In Piemonte il 20% della popolazione non ha un assistente sociale ogni 5mila abitanti, la Lombardia il 10%, solo la Liguria è «in regola». Se si considera la soglia di un assistente sociale ogni 4mila abitanti, invece, la popolazione sale al 72%, 68% e 20%.
Data la popolazione, per la piena attuazione del Lep, sarebbero necessarie in tutta Italia ulteriori 1.126 assunzioni in 228 Ata e per rispettare anche l’obiettivo qualitativo, servirebbero 2.677 assunzioni o stabilizzazioni in 352 Ats; per conseguire l’obiettivo quali/quantitativo oltre il LEP di un assistente sociale ogni 4mila abitanti a tempo indeterminato sarebbero necessarie 4.607 assunzioni o stabilizzazioni in 472 Ats.
Impiego stabile del personale, un incentivo
Per incentivare l’impiego stabile del personale, si può accedere al contributo del Fondo povertà che finanzia il costo degli assistenti sociali in un intervallo compreso tra uno ogni 6.500 abitanti e uno ogni 4mila abitanti, a condizione però che tutto il personale impiegato per raggiungere tale intervallo sia assunto a tempo indeterminato. Ci sono numerosi Ats, che rientrerebbero tra i potenziali beneficiari del finanziamento, che tuttavia non rispettano lo standard qualitativo. Questo, dunque, uno dei motivi che limita l’accesso ai fondi e di conseguenza le assunzioni così come (e lo si legge nel focus dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio) un possibile ostacolo può essere il vincoli dei due meccanismi di finanziamento, nonché fatto che il rinnovo dei contratti dei dipendenti comunali è interamente a carico degli Enti stessi, esponendo i Comuni al rischio che il finanziamento attuale possa diventare insufficiente in futuro. Un ultimo fattore da considerare è la dimensione contenuta di molti Comuni italiani. Le risorse assegnate per gli obiettivi di servizio comunali in molti casi, se considerate singolarmente, non sono sufficienti a sostenere il costo di un assistente. I Comuni più piccoli dovrebbero dunque trasferire le proprie risorse agli ambiti di riferimento. Tuttavia, gli Ats non sono persone giuridiche e l’Ente capofila, spesso uno dei Comuni consociati, dovrebbe assumere il personale, mentre la titolarità del corrispettivo finanziamento sarebbe dei Comuni consociati, i quali nel tempo potrebbero ripensare la destinazione delle risorse, come pure cambiare l’ambito di appartenenza. Insomma, passaggi burocratici che complicano anche le piccole macchine amministrative e bloccano i passaggi virtuosi.