Il rapporto di Legambiente

Aria inquinata nelle grandi città, resta l'emergenza

«L'inquinamento atmosferico è la prima causa ambientale di morte prematura in Europa, con circa 50.000 morti premature solo in Italia».

Aria inquinata nelle grandi città, resta l'emergenza
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Aria inquinata nelle città, c'è ancora molto da fare: come ogni anno Legambiente ha pubblicato il rapporto Mal'Aria, e ne emerge un quadro sconfortante.

Nelle grandi città l'aria continua a essere inquinata da polveri sottili e biossido d'azoto

Nelle città l’aria è sempre più irrespirabile, il tempo stringe e non si sa come far fronte alla situazione per rispettare gli obiettivi fissati dall’Unione Europea con l’Agenda 2030 per migliorare le condizioni ambientali del pianeta. A distanza di soli 5 anni da quando si dovrebbe cambiare passo, l’aria delle città italiane è in uno stato da allarme rosso. Lo rende noto Legambiente, nel suo report annuale dal nome, programmatico, “Mal’Aria”. Lo studio parte dai dati raccolti dalle centraline dell’Arpa, che registrano i livelli di polveri sottili (PM10) e biossido di azoto (NO2) quotidianamente, annotando quando i limiti vengono superati.

Milano è al secondo posto della classifica nazionale, subito dietro Frosinone

Tra le nostre regioni di riferimento, la Lombardia è quella dove l’aria è più cattiva, con la città di Milano al secondo posto della classifica nazionale, immeditamente dietro Frosinone, con ben 68 giorni di sforamento (registrati dalla centralina Arpa di viale Marche) del limite fissato a 50 microgrammi per metro cubo. Un dato fortemente negativo nonostante i blocchi del traffico decisi dal sindaco Sala. Nel 2024 sono state 25 le città italiane, su 98 di cui si disponeva del dato, dove sono stati superati i limiti di legge per il PM10 (35 giorni all'anno con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro cubo). A partire dal 1° gennaio del 2030 entrerà in vigore una nuova normativa europea che ridurrà ulteriormente i livelli consentiti di polveri sottili e biossido di azoto a 20 μg/mc, e quasi tutti i capoluoghi di provincia – dove la rilevazione si è potuta avere – delle nostre 3 regioni devono darsi da fare per ridurre questi livell e rientrare così nello standard che sarà imposto tra 5 anni.

La situazione in Liguria

In Liguria Genova deve recuperare il 25% delle emissioni di biossido d’azoto (per le polveri sottili il dato non è stato rilevato) e La Spezia il 5%, partendo da medie del 2024 di 17μg/mc di PM10 e 27μg/mc di NO2 per Genova e di 17μg/mc per il PM10 e 21μg/mc per il NO2 per La Spezia. Savona, con 16 μg/mc di PM10 e 15 μg/mc di NO2, è nei limiti della normativa. Per Imperia invece la rilevazione non è disponibile.

Tra le lombarde solo Sondrio rispetta i limiti di polveri sottili e biossido d'azoto

In Lombardia solamente Sondrio è già nei limiti, con una media annuale di 19 μg/mc per il PM10 e 19 μg/mc di NO2. Chi dovrà darsi più da fare in terra lombarda sono le città di Milano, che dovrà ridurre le concentrazioni di ben il 40% per quanto riguarda il biossido d’azoto (con una media di 33 μg/mc), e la città di Cremona, che ha una media di concentrazione di polveri sottili di 31μg/mc, e deve scendere del 35%. Segue Brescia, con un livello di biossido d’azoto di 29 μg/mc (fuori del 31%), Lodi, con 30 μg/mc di PM10 (fuori del 33%), Pavia con 29 μg/mc di PM10 (fuori del 31%) e Varese con 25 μg/mc di biossido d’azoto (fuori del 22%).

In Piemonte va un po' meglio, ma non troppo

In Piemonte la situazione non è migliore: si segnala la città di Torino, che con un valore di 31 μg/mc di biossido d’azoto dovrà scendere in 5 anni del 36%. Oltre il limite nella città sabauda è anche il valore delle polveri sottili (27 μg/mc), che dovrà essere ridotto, da qui al 2030, del 25%. Nei limiti invece Biella, Cuneo e Verbania.

«I dati del 2024 confermano che la riduzione dell’inquinamento atmosferico procede a rilento" – spiega Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente – con troppe città ancora lontane dagli obiettivi target. Le conseguenze non si limitano all’ambiente, ma coinvolgono anche la salute pubblica e l’economia. Alla luce degli standard dell'OMS, che suggeriscono valori limite molto più stringenti rispetto a quelli di legge attuali e che rappresentano il vero obiettivo per salvaguardare la salute delle persone, la situazione diventa è ancora più critica: il 97% delle città monitorate supera i limiti dell'OMS per il PM10 e il 95% quelli per l'NO2. L'inquinamento atmosferico, infatti, è la prima causa ambientale di morte prematura in Europa, con circa 50.000 morti premature solo in Italia».

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