La fame in Italia esiste ed è ben presente anche nel ricco Nordovest, pur se in percentuali meno impattanti rispetto al Sud. E’ l’analisi dell’Atlante della fame in Italia deei Azione contro la fame con Percorsi di Secondo Welfare e Università degli Studi di Milano.
Anche nel ricco Nordovest è presente la fame
Secondo le statistiche Istat, nel 2024 in Italia sono in povertà assoluta oltre 2,2 milioni di famiglie, pari all’8,4% del totale e 5,7 milioni di individui (9,8%). Sono in povertà relativa circa 2,8 milioni di famiglie (il 10,9% del totale) e 8,7 milioni di individui (il 14,9%). Le famiglie più esposte sono quelle con componenti stranieri, quelle numerose e quelle in cui i membri presentano un basso livello di istruzione, assenza di lavoro o scarsa qualificazione professionale. Tra il 2014 e il 2021 i prezzi dei beni alimentari sono aumentati significativamente in tutte le regioni italiane e nel 2024 circa un terzo delle famiglie ha dichiarato di aver ridotto, in quantità e qualità, la spesa per cibo (31,1%, rispetto al 31,5% del 2023) e per bevande.
Il trend dell’ultimo decennio
Negli ultimi dieci anni, in Italia, l’insicurezza alimentare grave è comunque complessivamente diminuita. L’andamento emerge innanzitutto dall’indicatore relativo alle famiglie che non dispongono di soldi sufficienti per acquistare il cibo necessario, passato dall’8,9% nel 2014 al 2,6% nel 2024. Tuttavia, l’insicurezza alimentare moderata, misurata dalla possibilità di assumere una dieta adeguata (un pasto proteico almeno ogni due giorni), è tornata a risalire dal 2022. Questo fenomeno, in controtendenza rispetto al trend europeo, raggiunge oggi il 9,9% della popolazione, pari a quasi 6 milioni di individui, ovvero circa una persona su dieci (era l’8,4% nel 2023). A ciò si aggiunga che, rispetto a tale fenomeno, l’Italia si colloca nel 2024 ben al di sotto della media europea del 8,5%, posizionandosi tra i dieci Paesi europei con i tassi di insicurezza alimentare più elevati.
Deprivazione alimentare materiale, nel Nordovest è al 5,3%
Se in Italia l’incidenza della deprivazione alimentare materiale, è nel 2023 pari all’8,8%, a livello geografico le famiglie che risultano più colpite (che non possono permettersi un pasto proteico almeno ogni due giorni) sono quelle del Sud, con un’incidenza del 14,3%; il Nordovest si ferma al 5,3%. Un quadro simile si osserva anche per le famiglie in deprivazione alimentare sociale cioè quelle che non possono permettersi di condividere un pasto con amici o parenti almeno una volta al mese. A livello nazionale l’incidenza è del 7,1%, nel Nordovest del 4,6 (Nordest 3,4%).
L’analisi regionale condotta da Marchetti e Secondi (2022) articola il quadro italiano relativo all’accesso al cibo in quattro cluster regionali (definiti in base alla combinazione tra il livello di rischio di povertà alimentare e l’incidenza dell’insicurezza alimentare percepita).
Il primo comprende quelle regioni caratterizzate da livelli superiori alla media per entrambi gli aspetti: si tratta di Calabria, Sardegna, Molise e Marche. Un secondo gruppo di regioni, composto da Campania, Puglia, Sicilia e Basilicata, vede l’incidenza dell’insicurezza alimentare percepita elevata, ma i livelli di rischio di povertà alimentare monetaria al di sotto della media nazionale. Il terzo gruppo include Lombardia, Valle d’Aosta, Liguria, Emilia-Romagna, Trentino-Alto Adige e Abruzzo: qui si osservano valori di rischio di povertà alimentare superiori alla media mentre la quota di popolazione che sperimenta insicurezza alimentare soggettiva è contenuta. Infine, Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Piemonte, Toscana, Lazio e Umbria costituiscono il cluster più favorevole, in cui entrambi gli indicatori si collocano al di sotto della media nazionale.
Il quadro che emerge da tutti i dati presentati evidenzia una disomogenea distribuzione territoriale del fenomeno della povertà alimentare, oltre che la complessità del fenomeno stesso, che è influenzato da molteplici variabili interconnesse, relative non solo alla sfera reddituale ma anche a fattori di contesto, come il costo della vita.