Al Museo della Scienza esposto il palco del teatro alla Scala
La collaborazione con il Museo in vista delle celebrazioni dei 250 anni del teatro, che ricorreranno nel 2028.

Esposto al Museo della Scienza è stato esposto il palco del teatro alla Scala.
Il palco del teatro alla Scala è stato esposto al Museo della Scienza
Le assi. Il legno. Il palco. Per i teatranti luogo di emozione e trasformazione che dialoga con il pubblico. Prima, un’attività artigianale e d’ingegno. Il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia di Milano ha presentato «In Scena», un nuovo allestimento che racconta il rapporto tra teatro, musica e tecnica attraverso un manufatto storico del Teatro alla Scala: un modulo originale del palcoscenico a ponti mobili che diviene sarà parte integrante del percorso espositivo del museo. Il progetto è stato realizzato grazie alla collaborazione con il Comune di Milano, la Fondazione Teatro alla Scala, la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Milano e al generoso contributo di Fimesa - Famiglia Sordi.
«La capacità innovativa di chi ha progettato la “macchina” esposta, contribuisce alla produzione di meraviglia che è tipica di un teatro. Per il Museo è un’occasione non solo per documentare un pezzo di storia della città ma anche della stretta relazione fra arte, tecnica e scienza» ha commentato Paola Dubini, vicepresidente Museo Nazionale Scienza e Tecnologia.
Il palco racconta storie, intrecci, relazioni, amicizia, come ha sottolineato anche il direttore generale del Museo, Fiorenzo Marco Galli :
«Un’installazione permanente che rappresenta un punto di incontro tra ingegneria, arte e spettacolo, che racconta un’eccellenza milanese di rilievo internazionale e si inserisce a pieno titolo nella nostra idea di valorizzazione della cultura scientifica, tecnologica e artistica come patrimonio del nostro Paese».
Il palco racchiude anche i segreti degli attori
Il palco racconta anche i segreti degli attori, delle maestranze, il fascino di quello che il pubblico non vede ma esiste:
«I visitatori del Museo - ha affermato l’assessore alla Cultura Comune di Milano, Tommaso Sacchi - avranno la rara possibilità di vedere cosa accadeva nel retropalco mentre solitamente si assisteva a un’opera, un concerto o un balletto. Un’esposizione preziosa che avvicinerà sempre di più non solo al teatro ma anche alle tante maestranze e professioni che appartengono alla sua filiera creativa».
Il programma delle celebrazioni in vista dei 250 anni del teatro
E questa novità segna anche l’inizio di una collaborazione più stretta in vista delle celebrazioni per i 250 anni del Teatro alla Scala nel 2028, come ha spiegato il sovrintendente e direttore artistico Teatro alla Scala, Fortunato Ortombina:
«Dalle macchine sceniche settecentesche all’installazione pionieristica della luce elettrica nel 1883 e alla cupola luminosa di Fortuny per il Tristano e Isotta del 1900 fino alle grandi trasformazioni anche architettoniche degli ultimi anni, la Scala ha sempre cercato le soluzioni più moderne in un costante slancio verso il futuro. L’esposizione di un modulo di questo palcoscenico al Museo Nazionale Scienza e Tecnologia è per noi un riconoscimento importante del ruolo che la Scala ha avuto non solo nella storia della musica ma in quella del progresso tecnico dell’arte del Teatro».
La storia del palcoscenico esposto al museo
Il palcoscenico storico a ponti mobili della Scala è una testimonianza dell’ingegneria teatrale: fu realizzato nel 1938 su progetto dell’ingegnere Luigi Lorenzo Secchi, conservatore del Teatro alla Scala dal 1932 al 1982. Questo innovativo sistema ha reso possibile la realizzazione di rapidi, sicuri e complessi cambi di scena, grazie a un avanzato impianto idraulico costruito dalle Officine Meccaniche Stigler di Milano. Utilizzato per oltre sessant’anni, ha assistito alla messa in scena di alcuni degli spettacoli più iconici della storia del teatro, sopravvivendo anche ai bombardamenti della Seconda guerra mondiale. Cuore dell’allestimento è il manufatto lungo 6 metri e largo 2,40, parte di un progetto di riforma del teatro iniziata con la costruzione della nuova buca orchestrale e le innovazioni illuminotecniche di Mariano Fortuny. Il palcoscenico rimase in funzione dal 1938 al 2002, quando il Teatro fu sottoposto a un importante intervento di restauro e modernizzazione. Sulla struttura dei ponti mobili di Secchi è stato modellato anche l’attuale palco, inaugurato nel 2004 e progettato daFranco Malgrande. Completano l’esposizione tre gruppi di beni storici: strumenti musicali del XIX secolo, tra cui un’Arpa Gotica Érard del 1844; due costumi di scena disegnati da Franco Zeffirelli per l’Otello di Verdi della Stagione 1976/1977, indossati da Mirella Freni e Placido Domingo; due “macchine parlanti” parte della donazione dell’Associazione Museo Caruso e Luciano Pituello: un fonografo Edison del 1905 e un grammofono della Columbia Phonograph Company dello stesso anno.
In scena, dunque, la meraviglia.