Acquisti online e crisi economica: il colpo di grazia per i piccoli negozi
L'intervista a Eliana Baici, professore ordinario di politica economica dell'università del Piemonte orientale.

«Il Covid ha esasperato la tendenza delle fasce più giovani di acquistare su internet anche per la presenza di una gamma di prodotti che non si riescono a reperire nel negozio sotto casa. Si tratta di una vetrina immensa. Accanto c’è pure l’offerta dei centri commerciali. I dati, dunque, relativi alla desertificazione dei centri storici non stupiscono».
L'intervento della professoressa Baici sulla crisi dei piccoli negozi
Eliana Baici, professore ordinario di Politica Economica dell’Università del Piemonte Orientale, considera i fattori che definiscono l’andamento del settore commerciale stesso, ma anche quelli relativi al potere d’acquisto.
«Non è da sottovalutare la crisi economica che, unita alla globalizzazione, ha diminuito il potere d’acquisto della classe media. Non solo, si è proprio ridotta dal punto di vista numerico questa fascia della popolazione - aggiunge la docente - Un fenomeno iniziato negli anni Novanta con la precarizzazione che non si è mai arrestato e che mi preoccupa perché di lungo periodo e con un’incidenza maggiore rispetto ad altri fattori».
E poi c'è la questione degli affitti sempre più cari e la mancanza di spazi
A questo si aggiungono affitti sempre più cari e mancanza di spazi soprattutto nelle grandi città dove dominano gli affitti brevi per i turisti.
«Quello che sembra di poter suggerire per quanto riguarda i negozi, secondo le analisi, è la necessità di specializzarsi sempre di più - afferma - per intercettare una fascia alta di acquirenti. Non prodotti di massa, ma elevata qualità e la capacità di anticipare le tendenze. In questo modo si può resistere nelle zone della passeggiata in centro storico. È difficile pensare che beni più “comuni” possano essere offerti nelle zone di pregio».
La polarizzazione tra aree storiche e zone periferiche
Baici pensa a una polarizzazione tra aree storiche con negozi di grandissima qualità e prezzi alti e zone più periferiche o centri commerciali con prezzi competitivi.
«Vero è che la popolazione anziana cerca il negozio di vicinato, ma se ora il potere d’acquisto degli anziani è più elevato, in futuro gli anziani stessi saranno passati attraverso un mercato del lavoro con contratti meno vantaggiosi e quindi avranno meno possibilità di spesa: non è questa la soluzione».
E c'è sempre più bisogno di spazi comuni di aggregazione
In uno scenario di questo tipo, gli spazi che oggi sono dedicati al commercio sarebbero da reinventare e riutilizzare.
«Possono diventare spazi comuni di aggregazione, di attività sportive, di relazioni umane - suggerisce la professoressa - perché se ne ha sempre più bisogno».