Parità di genere nella Pubblica amministrazione, un convegno a Genova per fare il punto della situazione
«I numeri descrivono una situazione non normale – ha detto la sindaca di Testico, Lucia Moscato, in rappresentanza del Comitato promotore dell’evento – ancora troppo poche le sindache, come le donne al potere decisionale e negli organi di rappresentanza della cittadinanza».

"Agenda 2030 - parità di genere: possibilità o necessità? Focus sulla presenza e il ruolo delle donne nella pubblica amministrazione oggi e domani" era il titolo del convegno genovese.
Parità di genere nella Pubblica amministrazione: il quadro sconfortante
A livello nazionale le sindache sono il 16,6% su 7.904 Comuni italiani, a livello regionale siamo intorno al 15% e, se saliamo a cariche istituzionali più importanti, considerando ad esempio le sindache di capoluoghi di provincia, scendiamo all’8,4%, per non parlare delle presidenti di Regione: sono 2 in tutta Italia. Sono alcuni dei dati emersi nel corso del convegno “Agenda 2030 - Parità di genere: possibilità o necessità? Focus sulla presenza e il ruolo delle donne nella Pubblica Amministrazione oggi e domani”, che si è tenuto nei giorni scorsi nell’aula Mazzini dell’Università di Genova.
L'iniziativa organizzata in collaborazione con l'Università di Genova
Il convegno, giunto alla seconda edizione, è stato organizzato da sindache e sindaci dei Comuni di Castelnuovo Magra, Civezza, Cosseria, Garlenda, Lavagna, Lucinasco, Pieve Ligure, Osiglia, Testico e Vezzano Ligure (nella foto), in collaborazione con l’Università di Genova e con il supporto di Anci Liguria, RAI, Fondazione Compagnia di San Paolo e altri enti associativi, in occasione della Giornata internazionale della donna 2025.
«I numeri descrivono una situazione non normale – ha detto la sindaca di Testico, Lucia Moscato, in rappresentanza del Comitato promotore dell’evento – ancora troppo poche le sindache, come le donne al potere decisionale e negli organi di rappresentanza della cittadinanza. Abbiamo deciso di tenere la seconda edizione del convegno in questo luogo perché desideriamo cooperare con tutti, a partire dal mondo dell’Università e dei giovani. La strada giusta da intraprendere è considerare che l’uguaglianza di genere va a braccetto con la giustizia sociale; quindi, dove c’è disuguaglianza di genere c’è anche ingiustizia sociale, e non c’è democrazia. Vogliamo essere paladine di un attenzionamento su questi temi e contribuire su tutti i piani di azione che possiamo costruire insieme ai giovani, perché sono quelli che si affacceranno a brevissimo nel futuro professionale e nelle scelte di vita, scelte che cominciano oggi: il futuro, infatti, è già oggi, ed è già migliore se si impara a cooperare con questa logica di non contrapposizione ma inclusiva».