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Il calcio italiano sta attraversando una profonda crisi

La stagione in corso ha evidenziato tutti i limiti del sistema.

Il calcio italiano sta attraversando una profonda crisi
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L'eliminazione di Juventus, Milan e Atalanta dalla Champions è il sintomo della profonda crisi che il calcio italiano sta attraversando.

Il calcio italiano è in profonda crisi

Il calcio italiano, storicamente considerato uno dei più prestigiosi e affascinanti al mondo, sta attraversando una profonda crisi che ha messo in evidenza una serie di problematiche strutturali. Nonostante negli ultimi anni ci sia stata una ripresa dal punto di vista dei risultati in Europa, l’attuale stagione ha messo in evidenza tutti i limiti del nostro sistema, con le eliminazioni di Milan, Juventus ed Atalanta dalla Champions League avvenute per mano di squadre di caratura inferiore, e cioè Feyenoord, PSV e Club Brugge, ma comunque portate a fare bene da un’idea di calcio precisa ed ambienti decisamente meno pressanti.

Le ripercussioni sulla Nazionale

E il tutto si ripercuote, come un domino, anche sulla Nazionale, che ormai dal 2014 non partecipa ad un campionato del Mondo. Certo, si tratta di due situazioni completamente diverse, ma che devono per forza avere dei punti in comune. Un altro aspetto cruciale della crisi del calcio italiano è la difficile situazione finanziaria dei club. A differenza di altre realtà calcistiche europee, come la Premier League inglese o la Liga spagnola, i club italiani faticano a generare ricavi elevati attraverso sponsorizzazioni, diritti televisivi e merchandising. Negli ultimi anni tale situazione è stata sottolineata paragonando i ricavi dell’ultima in classifica in Inghilterra a quelli della vincitrice della Serie A: un’evidente differenza a favore degli inglesi, dato allarmante e preoccupante.

Bilanci in rosso per molti club italiani

Molti club italiani vivono, dunque, con bilanci in rosso, e nonostante alcune operazioni di mercato di grande richiamo, come l'arrivo di Cristiano Ronaldo alla Juventus, la gestione economica dei club continua ad essere problematica. E tutto ciò si manifesta anche nella fatiscenza degli stadi italiani: strutture vecchie, spesso a norma solo grazie a bizzarri accorgimenti, e difficilmente in grado di reggere il confronto con quanto avviene, da questo punto di vista, in molte altre nazioni come Germania e, tanto per cambiare, Inghilterra. Infine, il tema giovani. Fino a qualche stagione fa, le società italiane erano famose non soltanto per i risultati ottenuti sul rettangolo verde, ma anche per quanto prodotto dal punto di vista della crescita dei settori giovanili. La scelta, ultimamente costante, di affidarsi a procuratori e di puntare su calciatori stranieri, sta di fatto riducendo le possibilità di crescita di moltissimi talenti, oltre che delle società stesse.

La proposta in campo degli "under" dai piccoli club

Paradossalmente, sono i piccoli club, anche di categorie inferiori, a provare a “tirare la carretta” da questo punto di vista, proponendo spesso e volentieri in campo diversi “under”: un termine ormai famoso nel calcio, che tante società associano alla possibilità di incrementare i guadagni. Le nuove leve, parlando di allenatori, contribuiscono a ridurre la passione e le capacità di crescita dei nostri talenti, preferendo spesso la tattica e la tecnica all’elemento chiave di questo sport, vale a dire il pallone. Un mix di pensieri e di situazioni che, in vista del futuro, rischia di compromettere seriamente la qualità dello sport che, senz’ombra di dubbio, resta il più importante e il più seguito in Italia.