Caos treni regionali e pendolari, l'assessore piemontese ai trasporti parla di miglioramenti concreti
L'assessore punta il dito contro le amministrazioni precedenti e annuncia pesanti investimenti.

Punta il dito contro le precedenti Amministrazioni (che risalgono però al 2014-19) e parla di miglioramenti concreti. L’assessore ai Trasporti della Regione Piemonte, Marco Gabusi , parla di progetti e prospettive del trasporto su rotaie.
Secondo il rapporto Pendolaria di Legambiente, il Piemonte risulta essere la regione del Nord Ovest con i mezzi più obsoleti: su questo fronte quali i progetti e gli investimenti?
«Il Piemonte paga in effetti la gestione poco lungimirante di diversi anni; il rapporto, correttamente, non tiene ancora in considerazione il piano che ha già consentito di mettere in circolazione nel 2023-/24 ben 48 nuovi treni e degli altri 23 che saranno consegnati, già contrattualizzati, entro i primi mesi del 2026. Ciò è stato possibile grazie a un investimento straordinario della Regione che ha consentito la firma dei contratti di servizio, metropolitano e regionale, dando così una prospettiva al trasporto ferroviario in Piemonte».
Nel complesso, quanto investirà la regione sulla mobilità pubblica nei prossimi anni?
«La Regione investirà oltre 550 milioni per i prossimi anni, con uno sforzo che investe le risorse regionali per circa 60 milioni annui; una cifra importante che dimostra l’attenzione doverosa al trasporto pubblico».
E quali gli obiettivi?
«Abbiamo, dopo una legislatura 2014-19 di promesse, riattivato tre linee ferroviarie (Alba-Asti, Casale-Mortara, Cuneo-Saluzzo-Savigliano) oltre alla Torino-Ceres inaugurata nel 2024: l’interconnessione di questa ferrovia alla rete Rfi segna un passaggio fondamentale per la mobilità del nostro territorio: non solo migliora i collegamenti tra Torino e il suo aeroporto, ma rappresenta un modello di sviluppo infrastrutturale in linea con le esigenze di sostenibilità e innovazione. Nel 2028 è pianificata, dopo gli interventi infrastrutturali, anche la riattivazione della Ceva-Ormea. Naturalmente siamo soddisfatti di questo segnale in controtendenza e rimaniamo al lavoro per valutare altre riattivazioni. Importante anche proseguire nell’eliminazione dei passaggi al livello che in Piemonte sono addirittura lo stesso numero di quelli in Lombardia dove la rete ferroviaria è circa il doppio».
Intanto la Giunta regionale e il Comune di Serravalle hanno approvato la delibera che sancisce il protocollo d’intesa per la fattibilità di una nuova fermata ferroviaria in prossimità dell’outlet. E’ così?
«Sì, l’accordo vede insieme regione, Comune, Rfi e Serravalle Outlet Mall Srl; regolamenta gli impegni delle parti nella realizzazione del Progetto di fattibilità tecnica ed economica. Rappresenta il primo passo verso la realizzazione dell’infrastruttura. Un trasporto pubblico moderno deve tenere conto dei nuovi punti di attrazione: per questo abbiamo condiviso e sostenuto l’iniziativa».
Quale rapporto con i gestori del servizio ferroviario?
«Un rapporto franco con Trenitalia che non ha limitato la possibilità, innovativa, di ricorrere ad altri soggetti: non è un mistero che la linea Cuneo-Saluzzo-Savigliano sia stata riaperta da Longitude».
E con le Regioni limitrofe?
«Consapevoli della necessità di garantire ulteriori collegamenti tra Milano e il Piemonte Sud orientale, con la Lombardia abbiamo da mesi istituito una sede di confronto che possa, anche insieme alla Regione Liguria, mettere a sistema le richieste dei territori e le potenzialità dell’infrastruttura ferroviaria. La rete sarà in grado, a seguito del rilascio delle potenzialità legate agli interventi di questi ultimi anni, di ottimizzare i collegamenti e di integrare alcune fasce orarie oggi scoperte. Nei prossimi mesi, nonostante la cantieristica sulla nostra infrastruttura sia ancora piuttosto impattante, saremo in grado di proporre un servizio migliorato. Trenord e Trenitalia stanno lavorando insieme alle Regioni per un quadro orario più ampio che risponderà alle esigenze degli utenti, soprattutto dei pendolari».
Disagi, ritardi, diminuzione dei passeggeri rispetto al pre Covid: quale la sfida e quale la possibile soluzione per valorizzare la mobilità pubblica?
«La sfida è continuare a credere, non solo a parole, alla mobilità pubblica. Per troppi anni abbiamo assistito a dichiarazioni, convegni ai quali non sono seguiti gli stanziamenti di bilancio. Noi abbiamo voluto usare il realismo dei sindaci promettendo poco ma impegnandoci nei fatti a migliorare il servizio. In questi anni sono aumentati gli stanziamenti di servizi e, nonostante la cantieristica molto presente sulle linee ferroviarie, sta migliorando gradualmente anche la puntualità dei treni».
E l’Alta velocità Torino-Roma? In un’interrogazione le hanno fatto notare come nel 2018 i collegamenti tra Torino e Roma fossero 19 di cui 6 realizzati con treni fast, quelli con fermate solo a Milano e Bologna, che coprivano la distanza in 3 ore e 55 minuti. I treni ordinari coprivano la stessa distanza 4 ore e 20-25 minuti. Con l’orario in vigore, i collegamenti tra Torino e Roma sono diventati 17, i treni fast sono ridotti a 4 e i tempi di percorrenza sono passati a 4 ore e 10 minuti.
«Nel 2019 Rfi per il collegamento tra Venezia e Torino ha puntato su Milano Porta Garibaldi, con contestuale eliminazione della fermata di Milano Centrale. Questo ha provocato una rimodulazione dell’intera programmazione dell’Alta velocità. Il Pnnr ha garantito investimenti importanti sul sistema ferroviario e sui nodi urbani. Certamente, però, come in tutti i casi in cui sono presenti cantieri, si provocano disservizi, rallentamenti e cambiamenti dell’offerta. Fino ai primi di marzo tutti i treni della linea Torino-Milano verranno attestati su Porta Garibaldi, perché si stanno effettuando dei lavori sul nodo di Milano che porteranno, come tutti auspichiamo e come è stato rappresentato, dei miglioramenti in prospettiva. Questi interventi non sono fatti per una carenza infrastrutturale, ma per avere tempi di percorrenza migliori e più sicurezza. Noi non abbiamo competenza su questi servizi commerciali, però abbiamo una competenza politica sui servizi che riguardano questa Regione e quindi, nel momento in cui l’infrastruttura riuscirà a sostenere nuovamente collegamenti più rapidi, oltre che cadenzati, saremo pronti a chiederli, non solo su questo tavolo commerciale, ma anche sui servizi Intercity».