Economia e territorio

L'agri ristorazione traina l'economia dell'agriturismo nei territori del Nord Ovest

Secondo la ricerca dell’Istat, gli agriturismi nel Nord Ovest, nel 2023, erano 6152.

L'agri ristorazione traina l'economia dell'agriturismo nei territori del Nord Ovest
Pubblicato:

L'agriturismo è trainato nel Nord Ovest dall'agri ristorazione: i dati dell'analisi Istat.

Agri ristorazione è il traino dell'agriturismo nel Nord Ovest

Secondo una ricerca dell’Istat, gli agriturismi nel Nord Ovest, nel 2023, erano 6152. Quello delle aziende agrituristiche è un settore che negli ultimi anni ha visto aumentare in maniera esponenziale la capacità di attrarre un tipo di turismo molto specifico, attento alle peculiarità del territorio e alle culture locali. Nei territori del Nord Ovest la variazione tra il 2022 e il 2023, sempre secondo il report dell’istituto di statistica, è in minimo aumento (0,1%), ma nell’offerta della ristorazione con prodotti e specialità tipiche, per fare un esempio, Piemonte e Lombardia sono seconde solamente alla Toscana. Il dato è da leggersi come una testimonianza di eccellenza, visto che gli agri ristoranti presenti nel Nord Ovest sono solamente il 18,1% del totale nazionale. La maggior concentrazione di strutture che offrano anche la possibilità di ristorazione è nel centro Italia, dove sono il 40%.

Il rapporto con i territori di appartenenza

Un aspetto importante delle aziende agrituristiche è la loro capacità di creare valore sul territorio e per il territorio. La ricerca Istat ha infatti calcolato che il giro d’affari mosso dal settore in Italia ammonta a ben 1,9 miliardi di euro. Oltre la metà del valore economico, il 51%, è prodotto dal 43,8% delle aziende del Nord. Da considerare è anche la questione legata alla fragilità dei territori e alla tutela naturalistica e paesaggistica. Infatti gran parte dell’agriturismo è motivato proprio dalle caratteristiche territoriali dei luoghi. La ricerca Istat ha quindi incrociato i dati con l’indice sintetico di fragilità comunale, per determinare quanti agriturismi sono presenti in zone soggette a rischi di origine naturale e antropica. Nei territori del Nord Ovest gli agriturismi ad essere in zone soggette a fragilità minima e molto bassa (ossia nel 1° e il 2° decile) sono il 42,3% del totale, mentre quelli che sono in zone a fragilità alta e massima (ossia nel 9° e il 10° decile) sono solamente il 3,5%.

«Nel leggere questo dato, tuttavia - precisano gli autori dell’indagine Istat - è necessario tenere presente che il 90,5% dei Comuni a “fragilità minima” sono nel Nord, il 7,5% nel Centro e solo il 2% nel Meridione. Ne consegue che nel Nord il 78,6% delle aziende agrituristiche si localizza in Comuni a bassa fragilità (1° decile). Questa percentuale scende al 20,5% per le strutture del Centro e non raggiunge l’1% per quelle del Mezzogiorno. Si conferma quindi la tradizionale e problematica divisione Nord-Sud del Paese, con le strutture agrituristiche del Mezzogiorno che operano in territori a forte fragilità».

Agrituristi, sono di più gli stranieri

Tra gli agrituristi invece si registra una leggera predominanza di quelli stranieri sugli italiani: il rapporto in media è di 96 turisti italiani ogni 100 stranieri. In totale gli agrituristi in Italia sono stati, nel 2023, oltre 4,5 milioni, l’11% in più rispetto al 2022. Nel Nord Ovest la crescita è stata più alta della media nazionale, anche se di poco: l’11,5%. Le medie nazionali di ospitalità e di ricettività, ossia di quanti agrituristi ci sono ogni 100 abitanti e quanti arrivi nelle aziende sono registrati, ammontano a 28 presenze su 173 arrivi. Le punte più alte si registrano nella provincia autonoma di Bolzano, dove ogni 100 abitanti nel 2023 sono stati contati ben 665 agrituristi, mentre per la ricettività il record è stato registrato dalla regione del Veneto, con ben 273 arrivi.

Le nuove aziende, quelle cessate e le più longeve

Nel 2023 in tutto lo Stivale si sono contate ben 1106 nuove aziende agrituristiche, delle quali 457 sono state nel Nord. Il 19,7% è lombardo, il 18,8% appartiene alla Provincia autonoma di Bolzano e il 17,5% del Piemonte.  Le aziende che hanno cessato l’attività nello stesso anno sono state 886 in tutto, ma la “mortalità” maggiore si registra nel Nord, con il 43% del totale. Ma sebbene quello del Nord sia il territorio con il maggior numero di aziende cessate, rimane anche quello con le aziende più longeve: quelle che risultano ancora attive nel 2023 hanno una vita media di 11 anni in Italia, anni che per le strutture del Nord salgono a 13.