L'annuncio

In Piemonte nel 2024 è aumentata la difficoltà di reperimento della manodopera

E' quanto spiega il presidente di Confartigianato Imprese Piemonte, Giorgio Felici.

In Piemonte nel 2024 è aumentata la difficoltà di reperimento della manodopera
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Nel 2024 in Piemonte è aumentata la difficoltà di reperimento della manodopera: si cerca personale ma non si trovano candidati.

Difficoltà di reperimento della manodopera in Piemonte nel 2024

Un 2024 nero per chi cercava personale: il Piemonte ha registrato la difficoltà di reperimento di manodopera pari a 61,7% (nel 2023 era il 57,7%), superiore al dato nazionale del 55,2%. Insomma, le aziende cercano personale, possibilmente specializzato, ma non si trovano candidati. Lo dice l’analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese su dati Unioncamere-Anpal Excelsior.
Se si analizzano le imprese artigiane in particolare, il Piemonte è tra le regioni più in sofferenza nella ricerca di personale, posizionandosi al quinto posto a livello nazionale.

«E’ una delle criticità più percepita dalle nostre aziende – spiega Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – soprattutto perché non ci sono soluzioni rapide. Il bisogno è ora. Il lavoro c'è, la difficoltà è trovare le figure. Mancano soprattutto lavoratori negli ambienti tradizionali: edilizia, costruzioni, muratori, idraulici, serramentisti e mancano competenze legate alla digitalizzazione. Nelle scuole non si insegna più la cultura del lavoro da 40 anni. Abbiamo bisogno di tecnici, di professionalità e di riqualificare i ragazzi implementando anche il rapporto tra imprenditori e istituti professionali. Inoltre, il riorientamento dell'economia verso la transizione digitale potrebbe ampliare il disallineamento qualitativo tra domanda e offerta di lavoro, a meno di un collegamento più efficace tra sistema formativo e mercato del lavoro».

In realtà nell’arco di tre anni l’occupazione dei giovani in Italia è cresciuta a un tasso doppio della media europea ma 1 milione 495mila di giovani tra i 25 e i 34 anni al secondo trimestre del 2024 è risultato inattivi. Il presidente Felici evidenzia come non sia un problema relativo al tipo di contratto offerto:

«E’ un problema sociologico - dice con convinzione - Essendosi assottigliata la cultura del lavoro, da un lato le famiglie preferiscono parcheggiare i figli all’università, affrontando costi e mancati guadagni nel contemplare la chimera di chissà quale aureo impiego, magari all’estero. Dall’altro lato si percepisce sempre meno il lavoro come fondante della dignità personale. Il lavoro in Italia c’è, è di buona qualità e fornisce ampie opportunità di crescita per chi è volenteroso. Però bisogna darsi da fare. Partire con l’idea di “andare all’estero” è una resa, come lo è il rinunciare ad attuare politiche sociali serie agitando il vessillo dell’immigrazione di massa a tutti i costi che, secondo taluni cantori, sarebbe l’unica soluzione».