Cambiamenti climatici

In Piemonte al via un progetto olistico per contrastare il problema della siccità

«Uno dei problemi che ha creato tensioni nel 2022 è stato il tema della distribuzione dell’acqua in maniera equa», ha dichiarato l’assessore regionale all’Ambiente, Matteo Marnati.

In Piemonte al via un progetto olistico per contrastare il problema della siccità
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Al via in Piemonte un progetto olistico per contrastare la problematica della siccità e preservare le risorse idriche.

In Piemonte al via un progetto olistico per preservare le risorse idriche

Siccità: in Piemonte nasce il primo progetto olistico per preservare la risorsa idrica. Un nuovo modello capace di contribuire al soddisfacimento del fabbisogno idrico di tutti gli attori in territori complessi, dall’agricoltura all’industria, dalla produzione di energia fino al consumo privato, replicabile in ogni luogo secondo specifiche territoriali, che mira ad accrescere la disponibilità di acqua per far fronte alle sfide della crisi climatica in atto, attraverso la realizzazione di nuove infrastrutture idrauliche per aumentare la resilienza delle comunità. Realizzato dal gruppo di lavoro Assoreca insieme a Est Sesia e Acqua Novara Vcocon il patrocinio della Regione Piemonte, il progetto è dedicato al territorio di Trecate e Cerano.

Sono 4 i diversi ambiti di intervento

In questo territorio il progetto prevede quattro diversi ambiti di intervento: recupero e riutilizzo delle acque di depurazione per il comparto agricolo, riutilizzo delle acque di derivazione superficiale per il comparto agricolo, riutilizzo circolare delle acque di processo industriale e ricarica della falda con iniezione delle acque di derivazione In ottica di economia circolare e facendo riferimento al decreto legge del 2023 per far fronte alla crisi idrica, il primo ambito intende sfruttare in maniera sistematica le acque reflue trattate dal depuratore di Cerano: oggi in Italia si riutilizza solo il 4% delle acque reflue depurate, e l’obiettivo posto a livello nazionale è arrivare al 40% entro il 2030. Ogni anno il depuratore tratta oltre 5 milioni di metri cubi di acqua: una risorsa preziosa che, una volta depurata, può essere stoccata sfruttando la vicina cava Cascina Nuova, per essere poi utilizzata nel settore agricolo. La cava stessa verrebbe trasformata in un bacino di 135mila metri quadrati, con annessi uno spazio ricreativo e un impianto fotovoltaico.

Il  secondo ambito nella cava

Il secondo ambito mira a trasformare i 325mila mq della cava Cascina Invernizi, in un bacino alimentato dal diramatore Vigevano, per stoccare fino a 900mila metri cubi di acqua.
A metà strada tra le due cave, sorge il polo industriale di San Martino, dove operano aziende diverse: le acque superficiali e sotterranee prelevate per gli usi industriali, se giudicate compatibili, possono essere recuperate, reimmesse nella rete irrigua e riutilizzate in agricoltura, anche attraverso la ricarica artificiale della falda: il progetto consentirebbe di re-iniettare l’intero ammontare del deficit idrico calcolato per il 2023, pari a ben 18 milioni di metri cubi, con costi limitati, quantificati tra 1,4 e 2,6 milioni di euro.

«Uno dei problemi che ha creato tensioni nel 2022 è stato il tema della distribuzione dell’acqua in maniera equa - ha dichiarato l’assessore regionale all’Ambiente, Matteo Marnati - L’acqua a disposizione non è sufficiente, occorre allargare il reticolo e verificare la possibilità di trovare nuove fonti di approvvigionamento. Come Regione Piemonte siamo attenti al tema dell’ottimizzazione e della valorizzazione della “risorsa acqua” e stiamo lavorando per cercare di garantire l’acqua a tutti con la possibile realizzazione di infrastrutture. C’è anche tutta la tematica della realizzazione degli invasi, soluzione imprescindibile per stoccare l’acqua da rilasciare in periodi critici, come per esempio il potenziamento dell’invaso sul Sessera, che risolverebbe i problemi di approvvigionamento per il comparto agricolo della Baraggia. Le attuali direttive europee, molto intransigenti, non stanno tutelando il comparto agricolo prediligendo solo l’aspetto ambientale dei fiumi. In realtà, anche il mondo della risaia tutela la biodiversità, stocca acqua e la rilascia lentamente migliorando la ricarica di falda e riducendo il rischio idrogeologico. Ho incontrato il Ministro Pichetto Fratin e portato alla sua attenzione alcuni temi per noi importanti, come quello del deflusso ecologico, per il quale abbiamo già avviato la sperimentazione sulla Dora Baltea e stilato una delibera per consentire un rilascio ecologico pari al 50% del valore di calcolo, in casi di particolare siccità».