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Approvata la mozione al Pirellone per uscire dall'Oms

La mozione impegna la Giunta lombarda a farsi portavoce dell'istanza con il Governo nazionale.

Approvata la mozione al Pirellone per uscire dall'Oms
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E' stata approvata la mozione al Pirellone per uscire dall'Oms, il dibattito e la votazione nel Consiglio regionale lombardo.

Il Consiglio regionale lombardo vota una mozione per uscire dall'Oms

Il Consiglio regionale della Lombardia chiede una revisione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e appoggia ogni scelta da parte del Governo nazionale su questo tema. Il Pirellone ha infatti approvato a maggioranza la mozione della Lega (primo firmatario Emanuele Monti) riguardante l’impegno italiano all’interno dell’Oms. E’ stato invece respinto il testo del Pd (primo firmatario Pierfrancesco Majorino) sul medesimo argomento.

Le azioni in seguito alla decisione di Trump di lasciare l'Organizzazione Mondiale della Sanità

I due documenti sono stati abbinati e discussi insieme, in quanto riferiti allo stesso tema e inseriti nell’ambito del dibattito internazionale in corso sulla necessità di una riforma dell’Oms. Entrambe le mozioni erano state infatti presentate in seguito alla decisione del presidente americano Donald Trump di ritirare gli Stati Uniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e in particolare, nel testo del Pd, si faceva riferimento anche al disegno di legge recentemente proposto dalla Lega che prevede l’uscita dell’Italia dall’Agenzia delle Nazioni Unite, istituita a Ginevra nel 1948.

La mozione impegna la Giunta a interpellare il Governo nazionale

La mozione approvata impegna la Giunta lombarda «a farsi portavoce presso il Governo circa l’opportunità di una seria e radicale modifica dei meccanismi di funzionamento dell’Oms» e «a sostenere il Governo nella valutazione, in piena autonomia, del ruolo dell’Italia nell’Oms qualora non vi siano più le condizioni di sostenibilità economica per rimanervi». Il testo del Partito Democratico chiedeva invece di sostenere la posizione dell’assessore regionale all’Welfare Guido Bertolaso, che in diverse occasioni ha sollevato la necessità che l’Italia rimanga all’interno dell’Organizzazione provando «a cambiare le cose dall’interno».

Il dibattito con l'esortazione di Majorino del Partito democratico

Nel suo intervento il capogruppo del Pd Majorino ha esortato a non mettere in discussione la partecipazione italiana all’Oms, che ha sempre svolto un ruolo essenziale nella prevenzione, informazione e vaccinazione. Emanuele Monti, invece, ha sottolineato l’incomprensione dell’Oms Europa di fronte a quanto accadeva nella nostra Regione durante i mesi della pandemia: «Sono circostanze – ha detto – che denotano un totale fallimento dell’Oms. Qui si combatteva e si moriva, mentre negli uffici di Copenaghen si evocava l’evidenza scientifica».

I vari interventi per raggiungere la condivisione del testo

Durante il dibattito sono intervenuti diversi consiglieri e il capogruppo della Lega Alessandro Corbetta ha proposto alcune modifiche per tentare di convergere su un testo condiviso. Le minoranze hanno però preferito continuare a sostenere il loro testo, decidendo, in sede di votazione, di esprimersi a favore del proprio testo e contro quello della Lega. Corbetta ha quindi espresso rammarico, secondo il quale «la mancata condivisione da parte dell’opposizione testimonia che le minoranze non avevano interesse di affrontare il tema ma solo quello di provare a mettere in difficoltà la maggioranza».

«Bisogna capire cosa vogliamo fare noi italiani, perché non possiamo scimmiottare il presidente Trump, paventando addirittura di uscire dall’Oms» ha detto Nicola Di Marco (M5Stelle). «La soluzione delle grandi problematiche sulla salute pubblica non può prescindere dall’Oms. Serve una riflessione su quel che non va, ma non ci possiamo permettere un vuoto a livello internazionale» ha sottolineato Michela Palestra (Patto Civico) e Carlo Borghetti (Pd) si è rivolto ai consiglieri chiedendo: «Come possiamo risolvere le cose andando ciascuno per la propria strada? E’ un dibattito surreale e rischiamo di farci del male se seguiamo la logica di rompere accordi su temi globali». «Se l’Oms ha dimostrato di non essere efficiente o all’altezza – ha rimarcato Onorio Rosati (Avs) – la cosa migliore è restarne dentro per cambiare le cose. L’unica scelta che non va fatta è uscirne». «La posizione di Fratelli d’Italia – ha concluso il capogruppo Christian Garavaglia – è la stessa del Governo: se c’è qualcosa da cambiare all’interno dell’Oms, siamo pronti a farlo e senza doverne uscire per forza. Certamente, però, c’è bisogno di una revisione della governance e dell’utilizzo delle risorse».

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