Nuovo allestimento della sala dedicata al corredo funebre di Kha e Merit al Museo Egizio di Torino.
Al Museo Egizio di Torino un nuovo allestimento per la sala di Kha e Merit
Luci innovative, infografiche, magazzini a vista dei tessuti e una teca di 14 metri per il Libro dei Morti sono le principali novità dell’allestimento, curato dagli egittologi Enrico Ferraris e Susanne Töpfer, in collaborazione con Johannes Auenmüller, Federica Facchetti, Alessandro Girardi, Cédric Gobeil. La scoperta risale al 15 febbraio del 1906, quando Ernesto Schiaparelli trovò una sepoltura che non apparteneva a un faraone, ma a un cittadino privato di grande rilevanza sociale inumato con sua moglie: un tesoro immenso. La sala torinese ospita quindi 460 reperti, tra sarcofagi, mobili, tessuti e oggetti di uso quotidiano come boccette di profumi e unguenti in vetro e alabastro o il gioco della Senet, che compongono il corredo della coppia appartenuta alla classe scribale egizia, vissuta circa 3500 anni fa a Deir el-Medina, villaggio delle maestranze e degli artisti che lavoravano alle tombe dei faraoni. Presente anche un’installazione video multimediale, frutto del lavoro del Politecnico di Milano sotto la guida della docente Corinna Rossi, che mostra il modello 3D di tutta la tomba per avere una visione d’insieme realistica e veritiera dell’ambiente.
Oltre 100 tessuti del corredo funerario sono usciti dai depositi per essere esposti
Per la prima volta, oltre 100 tessuti del corredo funerario restaurati, sono usciti dai depositi per essere esposti in un nuovo magazzino a vista, aggiunto alle vetrine che oggi custodiscono i reperti che compongono il corredo della coppia, unico corredo intatto al di fuori dell’Egitto, risalente al Nuovo Regno. Anche la porta della Tomba è presentata in una nuova configurazione, frutto di un meticoloso restauro basato su approfonditi studi del reperto ma la vera rivoluzione è tecnologica:
«Ci confermiamo all’avanguardia mondiale nella conservazione dei papiri – spiegano dal Museo – il Libro dei Morti di Kha è esposto infatti in una teca anossica inclinata a massimo 45 gradi e lunga circa 14 metri, la prima al mondo di queste dimensioni progettata specificamente per papiri. L’anossia – l’assenza di ossigeno – rappresenta una delle strategie più efficaci di conservazione preventiva, capace di eliminare completamente le infestazioni biologiche e gli insetti in ogni stadio di sviluppo».
E per il Libro dei Morti c’è un’infografica innovativa
Il Libro dei Morti è accompagnato da un’infografica innovativa che si estende per tutta la sua lunghezza. Tre livelli di approfondimento che integrano prospettive archeologiche, filologiche e storico-religiose. L’infografica illustra le 33 formule magiche del papiro oltre a spiegare le fasi tecniche che hanno dato forma al manoscritto, fasi indagate e studiate grazie al TT8 Project, un programma di ricerca internazionale avviato dal Museo nel 2017 per lo studio completo del corredo funerario, della cappella e della tomba di Kha e Merit.
«L’incontro tra analisi dei materiali, studio filologico, archeometria e scienze della conservazione offre un’esperienza di visita nuova, che permette di osservare non solo gli oggetti, ma anche il processo di conoscenza che li rende interpretabili. La sala rinnovata costituisce un modello per i nostri futuri riallestimenti, in cui il pubblico sarà sempre più accompagnato alla scoperta non solo dei reperti, ma della conoscenza che li circonda».
L’intervento è stato sostenuto dalla Fondazione Crt, da grandi donatori privati, da Gli Scarabei – Associazione dei Soci Sostenitori del Museo Egizio e da oltre 500 donatori e donatrici che hanno partecipato alla campagna di raccolta fondi “Oggetti quotidiani, storie straordinarie”. Per l’ufficio Produzione hanno contribuito Enrico Barbero, responsabile dell’allestimento generale, Enrica Ciccone, incaricata del coordinamento museografico, Piera Luisolo per le grafiche. Al progetto hanno lavorato inoltre le restauratrici Sara Aicardi, Francesca Maiocchi, Eleonora Furgiuele, Giulia Pallottini e Valentina Turina, mentre Federico Taverni ha curato la modellazione 3D. Un viaggio nel viaggio.