A dare un quadro della situazione è la fondazione Openpolis – con i bambini: nel 2023 oltre 6mila segnalazioni di maltrattamento in presenza di minori.
Violenza di genere in un anno oltre 6mila segnalazioni di maltrattamenti in presenza di minori
La questione della violenza di genere è tutt’altro che risolta. Violenza che molto spesso coinvolge anche minori: nel 2023, in Lombardia, Piemonte e Liguria, sono state 6.045 (16,5 al giorno per ogni giorno dell’anno) le segnalazioni di reati per maltrattamento contro familiari e conviventi che hanno visto il coinvolgimento di minori. Nello specifico, scendendo più nel dettaglio dei dati, quello della Lombardia è un record imprendibile: nell’anno in questione le segnalazioni di violenza riguardanti anche minori sono state 3.635 (quasi 10 al giorno), il 14,39% del totale nazionale. In Piemonte 1.764 (quasi 5 ogni giorno), il 6,98% del totale nazionale, e in Liguria 646 (1,7 al giorno), il 2,56% del totale nazionale. A renderlo noto è una ricerca pubblicata da Openpolis – con i bambini, che ha aggregato i dati pubblicati dal Gruppo Crc (il gruppo di lavoro per la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, un network composto da oltre 100 soggetti del Terzo settore in Italia). Dalla ricerca pubblicata qualche giorno fa, in concomitanza con la giornata mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne, emerge come i territori del Nordovest siano tra quelli dove la problematica è più diffusa. Al netto del dato lombardo, che è spiegabile in larga parte con una giustificazione statistica (la Regione sia la più popolosa del Paese), si trova il Piemonte alla sesta posizione della classifica, dopo l’Emilia Romagna e prima della Puglia. Per la Liguria in realtà la situazione è lievemente migliore: si trova infatti a metà strada. A risollevare la situazione di questa area geografica arriva la Valle d’Aosta, che ha il dato più basso di tutti: nel 2023 i reati di violenza segnalati (con coinvolgimento di minori) sono stati solamente 50, lo 0,2% del totale nazionale, che è stato di 25.258.
Oltre 100mila i minori presi in cura dai servizi sociali dopo episodi di violenza domestica
Il dato fornito dalla relazione pubblicata dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza del nostro Paese sono 113.892 i bambini che hanno assistito e subito direttamente o indirettamente fenomeni di violenza domestica, sempre nel 2023.
«Le violenze di genere – così scrivono da Openpolis – colpiscono le donne e, spesso, anche bambini e bambine che vivono nel nucleo familiare: minori che, in molti casi, subiscono una qualche forma di abuso diretto, ma che sono anche testimoni delle sopraffazioni. Secondo un report pubblicato dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza infatti, il 34% dei minori presi in carico dai servizi sociali nel 2023 ha assistito a episodi di violenza contro familiari o conviventi. Un’esperienza altrettanto devastante. L’impatto in termini psicologici su bambini e bambine, ragazzi e ragazze è profondo e duraturo. Crescere in un contesto familiare violento può causare disturbi del sonno, ansia, aggressività o comportamenti “adultizzati”. Inoltre aumenta il rischio che la violenza venga interiorizzata come modello relazionale comune e accettabile».
La rete di centri antiviolenza e case rifugio
In Italia le segnalazioni di reati per maltrattamento contro familiari o conviventi che hanno coinvolto dei minori sono state in tutto 25.258, come si diceva prima. I centri antiviolenza in tutta Italia sono 404, mentre le case rifugio attive sono 464. La Lombardia è nei primi posti anche di questa classifica (nello specifico per i centri antiviolenza è al secondo posto dopo la Campania con 54 realtà, e per le case rifugio è prima con 145 strutture).
«Istat – così si legge su Openpolis – fornisce anche il tasso di centri antiviolenza attivi ogni 10mila donne. In base a questo indicatore possiamo osservare che il livello di copertura più ampio è quello del Molise (0,27 centri ogni 10mila donne)». Il Nordovest non è messo benissimo: in Liguria il dato più alto si ferma allo 0,14 centri antiviolenza ogni 10mila donne, in Lombardia sono 0,11 e in Piemonte 0,1. Le case rifugio attive in tutta Italia sono raddoppiate rispetto al 2017, tuttavia Istat sottolinea che il livello di copertura rimane comunque basso. «Considerando il tasso di case rifugio attive ogni 10mila donne, la Lombardia si conferma al primo posto insieme al Friuli Venezia Giulia (0,29). Seguono Sicilia ed Emilia Romagna (0,24). In questo caso Istat fornisce anche l’indicazione riguardante il tasso di case rifugio attive ogni 10mila donne vittime di violenza. Per questo indicatore il valore più alto è quello fatto registrare dal Friuli Venezia Giulia (4,53), seguito da Sicilia (3,98) e Lombardia (3,92). Da notare i valori significativamente bassi riportati dal Piemonte (0,83) e dal Lazio (0,5)».