I dati

Nel terzo trimestre del 2025 la produzione del Piemonte è in crescita secondo Unioncamere

Nel periodo luglio-settembre, entrando nel dettaglio, la produzione industriale regionale ha segnato un aumento del 2,5% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente: la crescita acquisita per il 2025 (quella che si otterrebbe se l’ultimo trimestre dell’anno registrasse una variazione nulla) risulta quindi pari al +0,7% e i segnali positivi si estendono anche agli altri principali indicatori congiunturali.

Nel terzo trimestre del 2025 la produzione del Piemonte è in crescita secondo Unioncamere

In Regione Piemonte nel terzo trimestre del 2025 la produzione è in crescita: i dati di Unioncamere.

Unioncamere Piemonte, nel terzo trimestre del 2025 la produzione è in crescita

Produzione in crescita nel terzo trimestre: bene l’aerospazio e l’alimentare, in calo solo la filiera del legno. Unioncamere Piemonte ha diffuso i dati della 216ª «Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera» realizzata in collaborazione con le Camere di commercio provinciali. Capacità di tenuta e resilienza, dunque, per l’economia del Piemonte. Secondo la stima previsionale Pilnow del Comitato Torino Finanza, il Prodotto interno lordo regionale è cresciuto dello +0,6% rispetto allo stesso periodo del 2024. Questo risultato posiziona il Piemonte al di sopra delle performance registrata in Italia (+0,4%) e in Germania (+0,3%). Sebbene la dinamica resti inferiore alla media dell’Unione Europea (+1,5%), il dato testimonia la solidità strutturale e l’abilità del sistema produttivo piemontese di mantenere una traiettoria di sviluppo in un contesto globale ancora molto difficile.

Più 2,5% per l’industria

Nel periodo luglio-settembre, entrando nel dettaglio, la produzione industriale regionale ha segnato un aumento del 2,5% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente: la crescita acquisita per il 2025 (quella che si otterrebbe se l’ultimo trimestre dell’anno registrasse una variazione nulla) risulta quindi pari al +0,7% e i segnali positivi si estendono anche agli altri principali indicatori congiunturali. Nel complesso infatti, il fatturato ha registrato una crescita del 3%, ma è la componente estera a fungere da principale motore, con un incremento su base annua del 4,6%, a fronte di una variazione più contenuta (+2%) sul mercato interno. Allo stesso modo, gli ordinativi totali sono aumentati in modo molto significativo, registrando un +16,8% (estero +42,8%, mercato domestico +1,6%). Per quanto riguarda la produzione, il risultato migliore è stato quello messo a segno dai mezzi di trasporto, che hanno registrato un aumento tendenziale del 6,2%, sostenuto però solo dalla buona performance dell’aerospazio, a fronte delle contrazioni scontate dai settori della fabbricazione di autoveicoli e della componentistica. Prosegue la serie di risultati positivi delle industrie alimentari e delle bevande, che hanno visto il proprio output crescere del 5%. Superiori alla media regionale appaiono, inoltre, le progressioni registrate nei livelli produttivi delle industrie chimiche e plastiche (+3,1%).

L’unico comparto negativo è quello del legno e del mobile

Positivi, ma inferiori alla media complessiva si presentano i risultati della filiera tessile (+1,7%) e della meccanica (+1,4%). Orientati alla sostanziale stabilità risultano invece i livelli produttivi dei metalli (+0,5%) e dell’elettricità ed elettronica (-0,4%). Unico comparto con il segno meno è quello del legno e del mobile, che ha scontato una seppur debole flessione della produzione industriale su base annua dello 0,7%. L’incremento medio del 2,5% della produzione industriale riflette dinamiche positive registrate da tutte le classi dimensionali. Il risultato migliore spetta alle grandi imprese (oltre 250 addetti), che mettono a segno un incremento del 6,7%. Buona è anche la dinamica realizzata dalle piccole realtà (10-49 addetti), che registrano un incremento medio della produzione industriale del 2,4%. Di intensità inferiore alla media appaiono, invece, le variazioni dei livelli produttivi delle micro (+1,2%) e medie (+0,8%) imprese.

La performance migliore nella provincia di Torino

A livello territoriale, la provincia di Torino ha registrato la performance migliore, mettendo a segno un incremento della produzione industriale del 3,6%, sostenuto soprattutto dalle industrie alimentari e dei mezzi di trasporto. Segue Novara che ha registrato una progressione media del 3,1%, frutto in primo luogo delle tendenze espansive delle industrie chimiche e tessili. Il comparto manifatturiero della provincia di Cuneo ha sperimentato una crescita su base annua dello 3%, sostenuta specialmente dall’espansione dell’industria alimentare e delle bevande; di poco inferiore rispetto all’incremento realizzato dalla Provincia Granda è risultato anche l’aumento messo a segno da Asti (+2,7%) grazie, anche qui, all’ottima performance evidenziata dalla produzione di bevande. Vercelli si è attestata poco al di sotto del punto percentuale (+0,9%) mentre il Verbano ha chiuso con una variazione media della produzione industriale dello 0,5%. Chiudono la graduatoria delle province piemontesi Alessandria (+0,2%) e Biella (+0,1%). Permangono però le preoccupazioni relative al futuro di breve periodo, anche se crescono gli ottimisti, ancora la maggioranza non ha fiducia.

«Per superare queste incertezze – ha commentato Gian Paolo Coscia, presidente Unioncamere Piemonte – è fondamentale lavorare su un piano integrato che potenzi le infrastrutture e assicuri incentivi fiscali mirati. Le nostre imprese devono accelerare gli investimenti in tecnologie 4.0 e 5.0 per ottimizzare la produzione sul territorio. Solo con politiche integrate e un sostegno costante alla liquidità e all’innovazione potremo sostenere una piena competitività».

L’intervento della Cna

Cna, però, parla di una crescita che non beneficia tutti: «I numeri mostrano un peggioramento nel settore manifatturiero, soprattutto nelle filiere del tessile, orafo e meccanica/automotive. In quest’ultimo, relativo alla meccanica di precisione, risultano interessati 1.576 datori di lavoro e 9.850 lavoratori, per un importo rendicontato superiore a 2,9 milioni di euro. Dati che evidenziano chiaramente come le filiere più piccole soffrano la contrazione della domanda interna e l’aumento dei costi, nonostante il traino export di imprese più strutturate». Delio Zanzottera, segretario regionale Cna Piemonte ha sottolineato come sia aumentata la cassa integrazione e l’export non possa essere il solo traino dell’economia.