«Il comparto lattiero caseario italiano sarà chiamato ad affrontare mesi non semplici ed è fondamentale mettere in campo tutta la resilienza di cui le aziende agricole sono capaci per affrontare unite le prossime sfide, tenendo sotto controllo i costi di produzione ed essendo accorti nel programmare nuovi e mirati investimenti», così il direttore di Confagricoltura Piemonte, Paolo Bertolotto, riassume la mattinata di analisi e confronto tra tecnici e allevatori avvenuta a Marene.
Mesi difficili per il comparto lattiero caseario nel nostro Paese
Gli analisti Mirco Devincenzi e Alberto Lancellotti di Clal hanno offerto una panoramica su prospettive e sfide. Se, da un lato, il comparto vive un 2025 favorevole a livello globale per ciò che riguarda l’andamento climatico che incide sulle produzioni di materie prime, soia e mais su tutte, e vede costi di produzione in calo (-19% l’energia elettrica e -22% il gas metano su novembre 2024) o stabili (alimentazione e fertilizzanti), dall’altro lato occorre fare i conti con una produzione in crescita a livello mondiale del 4,4% rispetto al settembre 2024, come non si vedeva dal 2014. Un trend analogo (+4,3%) il Clal lo registra per le consegne di latte in UE, trainate da Paesi come Olanda (+6,8%), Francia (+5,9%), Polonia (+5,2%) e Germania (+4,9%). Leggermente distante l’Italia con un +2% (sottodimensionato). La domanda, inoltre, vede le esportazioni di prodotti lattiero caseari europei scendere del 1,7% rispetto all’anno scorso, mentre aumentano le scorte. Questo tende a rallentare e a spingere verso il basso le quotazioni del latte e dei diversi prodotti derivati (burro, polveri e formaggi). L’export può rappresentare una valvola di sfogo importante per il settore che è chiamato però a esplorare nuovi mercati (Sud America e Asia, in primis).
L’intervento del direttore della Cooperativa Produttori Latte Indenne di Brescia
Gabriele Trebeschi, direttore della Cooperativa Produttori Latte Indenne della provincia di Brescia, ha invece portato l’esperienza del mondo cooperativo bresciano, illustrando genesi e struttura della realtà da lui diretta insieme alla Cooperativa Produttori Latte del Comune di Brescia e alla società agricola cooperativa Biesse Latte. Per il territorio bresciano, il comparto lattiero caseario vale il 44% dell’intero settore agricolo provinciale e questa elevata e specifica vocazione ha stimolato la nascita di un sistema cooperativistico che regola buona parte dei 1.400 allevamenti e dei loro 320mila capi da latte (il 13% del latte italiano). Attraverso la diversificazione della commercializzazione del prodotto le cooperative sono riuscite a garantire ai loro associati quotazioni che nel 2025 hanno toccato quota 70 centesimi. Tommaso Visca, presidente di Lait Service, ha invitato gli attori del comparto a organizzarsi sempre meglio, concentrando per quanto possibile l’offerta, annunciando su questo fronte l’avvio di un percorso che porterà la cooperativa ad aderire a Piemonte Latte. In Piemonte sono presenti circa 1.300 allevamenti da latte, per un totale di capi che sfiora le 230mila unità, localizzati per la maggior parte nelle province di Cuneo (41% delle aziende, 52% dei capi) e Torino (39% delle aziende, 33% dei capi). Il nostro territorio si conferma anche nel 2025 una delle regioni leader per la produzione di latte, con circa il 9% delle consegne nazionali.