Il 35% del territorio regionale è dedicato a campi, allevamenti e coltivazioni.

Agricoltura piemontese in sintesi: un quadro sullo stato di salute da Confagricoltura

«La futura Pac – ha sottolineato il presidente nazionale di Confagricoltura, Luca Brondelli di Brondello – va cambiata perché quella prospettata, come hanno sostenuto tutte le organizzazioni agricole dell’Unione Europea, sarebbe deleteria per l’agricoltura. Per questo il 18 dicembre ci sarà una grande manifestazione a Bruxelles e se sarà necessario ne faremo altre ancora più forti».

Agricoltura piemontese in sintesi: un quadro sullo stato di salute da Confagricoltura

Come sta l’agricoltura piemontese? Ha risposto Confagricoltura Piemonte.

Lo stato di salute dell’agricoltura piemontese dalla voce di Confagricoltura

«Il quadro che emerge dalle nostre osservazioni – afferma il presidente regionale Enrico Allasia – appare, visto dall’esterno, piuttosto sconfortante: costi di produzione crescenti, impegni organizzativi sempre più difficili da gestire e ricavi in diminuzione potrebbero indurre a pensare che l’attività agricola sia ormai troppo complicata da gestire e troppo poco remunerativa perché valga la pena di praticarla. Invece, i nostri agricoltori, pur tra tutte le difficoltà che si trovano a fronteggiare, continuano a fornire sicurezza alimentare e servizi alla comunità, unendo le più moderne tecnologie a una loro antica dote: la resilienza».

Il 35% del territorio piemontese è dedicato all’agricoltura

La sintesi dell’annata agraria ha quindi cercato di cogliere, oltre ai dati produttivi, anche i segni di questo atteggiamento, basandosi su informazioni ricavate dall’Anagrafe agricola piemontese e dai più recenti elaborati sul tema, prodotti da autorevoli istituti di ricerca, quali Ires Piemonte, Crea e Istat.  In Piemonte, il 35,6% del territorio (pari a 903.392 ettari) è dedicato all’agricoltura. Il numero delle imprese agricole continua a essere in diminuzione, soprattutto per quanto riguarda le piccole aziende a conduzione familiare: in 5 anni si è passati infatti da 48.044 a 40.258 aziende, con un calo medio annuo superiore al 2%; per contro la Superficie Agricola Utilizzata dal 2011 si è ridotta solo del 9,5%, passando da 947.964 ettari (2021) a 903.392 ettari (2025), grazie all’espansione dei noccioleti anche se la superficie coltivata è in calo per la prima volta (-500 ettari rispetto al 2024) dopo un decennio di crescita; l’annata è stata negativa con una produzione molto scarsa (calo stimato 50-70%) a causa del fenomeno della cascola.

Un buon anno per l’uva e il vino

L’annata vitivinicola 2025 è stata nel complesso equilibrata, ma verrà ricordata per la qualità eccellente delle uve, collocandosi tra le migliori dell’ultimo decennio; la maturazione è stata anticipata, fino a 15 giorni per le varietà tardive. Per quanto riguarda le mele, si stima un calo del 15% ma il raccolto si attesta su alta qualità (circa 230mila tonnellate); le superfici dedicate alle pesche continuano a calare drasticamente ( -50% dal 2015) eppure la campagna 2025 ha mostrato una soddisfacente produttività e buona redditività (differenziale prezzo/costo del 60%). bene il pomodoro per l’industria, il peperone; il mais, male il frumento e i kiwi; oscillante il mercato del riso a causa delle grandinate. L’annata 2025 per l’apicoltura è risultata particolarmente favorevole, in controtendenza rispetto agli anni precedenti, grazie alle abbondanti piogge primaverili che hanno favorito un’ottima fioritura di acacia.

Calano lievemente le aziende lattiero-casarie

Il settore lattiero-caseario rappresenta stabilmente oltre il 10% del valore della produzione agricola piemontese: si contano 1.295 aziende (in lieve calo rispetto agli anni precedenti), concentrate soprattutto nelle province di Cuneo (41%) e Torino (39%). Rispetto ai bovini, la filiera è riuscita a raggiungere quotazioni in grado di assicurare un minimo di remunerazione agli allevatori, nonostante i consumi interni di carne rossa siano in calo. La produzione nazionale è stimata in crescita (tra 750-800mila tonnellate).

Luca Brondelli di Brondello, vicepresidente nazionale di Confagricoltura, ha compiuto una panoramica sulla situazione e le prospettive dell’agricoltura e dell’agroalimentare in Italia, soffermandosi su alcuni punti, tra i quali la Politica agricola comune) e la Legge di Bilancio.

«La futura Pac – ha sottolineato – va cambiata perché quella prospettata, come hanno sostenuto tutte le organizzazioni agricole dell’Unione Europea, sarebbe deleteria per l’agricoltura. Per questo il 18 dicembre ci sarà una grande manifestazione a Bruxelles e se sarà necessario ne faremo altre ancora più forti».