Il 21 novembre si celebra la Giornata Nazionale degli Alberi. Nel 2024 messi a dimora in Italia oltre 3 milioni di alberi + 31% in un anno per un totale di quasi 4mila ettari di superficie. Un capitale naturale che vale 20 milioni di euro l’anno e mette un freno alla crisi climatica.
Censimento degli alberi di Legambiente: nel 2024 piantati oltre 3 milioni di nuove essenze
«Piantare alberi non è un semplice gesto simbolico, ma una scelta concreta e lungimirante, capace di generare benefici ambientali e un ritorno economico tangibile che va ben oltre il recupero dell’investimento iniziale» racconta la 5ª edizione dell’Atlante delle Foreste: l’indagine annuale realizzata da Legambiente e AzzeroCO2 con il supporto tecnico di Compagnia delle Foreste per Il Sole 24 Ore, dedicata alla mappatura e al censimento degli interventi di messa a dimora di nuovi alberi, realizzati da soggetti pubblici e privati in contesti urbani, periurbani e aree parco; uno studio basato sull’analisi di 294 progetti.
La valorizzazione economica del “lavoro” delle piante
La mitigazione di eventi climatici estremi e la regolazione della qualità dell’aria e del suolo ha un valore stimato in 2.202,9 euro per ettaro all’anno; il valore socio-culturale, che include l’impatto positivo sul turismo e le attività ricreative, è stimato in 639,2 euro per ettaro all’anno. Altra componente importante è il “valore di lascito”, la garanzia, cioè di consegnare alle generazioni future ecosistemi sani e ricchi di biodiversità (2.342,5 euro per ettaro ogni anno). Lo studio conferma che combattere la crisi climatica mettendo a dimora nuove alberature, sebbene da sola non sia sufficiente, continua a essere una risposta economica ed efficace per contrastare l’aumento delle temperature e rendere i territori più resilienti e meno vulnerabili. Le piante in ambito urbano possono ridurre la temperatura a livello del suolo fino a 8 gradi. Un albero di medie dimensioni assorbe in media tra i 10 e i 20 kg CO2 all’anno. Un piccolo parco urbano di poche decine di ettari può assorbire l’anidride carbonica rilasciata da circa 100 veicoli a benzina Euro 6. Mentre 1 ettaro di foresta urbana può rimuovere mediamente 17 kg/anno di PM10, e 35,7 kg/anno di ozono troposferico, mentre gli alberi di una foresta periurbana possono assorbire fino a 1005 kg/anno, per ettaro, di carbonio.
In Piemonte sono stati messi a dimora 12,365 alberi; in Lombardia 120,862. La Regione Liguria non prevedere iniziative relative all’impianto di alberi: una scelta strategica per l’elevata percentuale di superficie regionale già coperta da boschi.
Il caso studio
Entrando nel dettaglio, uno dei casi studio, presi in esame dal rapporto, è il progetto realizzato nel Parco della Vettabbia, all’interno del Parco Agricolo Sud Milano. Il Parco si estende per 100 ettari ed è considerato un polmone verde per la città di Milano, fa parte del “Sentiero delle Abbazie” ideato da Ecomuseo della Vettabbia e dei Fontanili, in collaborazione con Bicipolitana Network, per collegare in modo sostenibile, attraverso una ciclovia in gran parte rurale, luoghi di interesse del Basso Milanese. L’area di intervento è gestita dall’impresa sociale agricola CasciNet, nata nel 2012 presso la cascina di Sant’Ambrogio con l’obiettivo di restituire ai cittadini di Milano la cascina da anni abbandonata, e da Soulfood Forestfarms Hub Italia, un’organizzazione no-profit con cui Cascinet collabora da anni per realizzare progetto di agroforesta, al fine di rigenerare aree agricole abbandonate con l’aiuto di volontari, scuole e cittadini. Le piante scelte, tra cui carpino, acero campestre, cerro e salice grigio sono state messe a dimora lungo i viali del nuovo “giardino della biodiversità”, un percorso pedonale che sarà aperto al pubblico. L’implementazione paesaggistica è stata realizzata con l’inserimento di siepi miste stratificate, delle vere e proprie barriere vegetali utilizzate per ridurre l’impatto ambientale di attività umane o eventi naturali. L’obiettivo dell’intervento è quello di realizzare un miglioramento paesaggistico dell’area, la creazione di una barriera protettiva del nuovo percorso, l’aumento della biodiversità della zona e la creazione di piccoli habitat per l’avifauna locale.