Aumenta il numero dei lavoratori, ma aumenta anche quello delle ore di cassa integrazione che arriva alle stelle.
Cassa integrazione alle stelle nel Nordovest: il rapporto della Cgia di Mestre
E’ quanto emerge da un rapporto dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre, che spiega come nell’agosto di quest’anno il numero di addetti in Italia abbia raggiunto i 24,2 milioni di unità, spiegando anche però come su questo record gravino delle ombre piuttosto pesanti che solamente la messa a terra degli oltre 100 miliardi di euro del Pnrr da qui a giugno 2026 può fugare, secondo l’analisi della Cgia. In particolare la cassa integrazione straordinaria è aumentata del 46%, e gran parte dell’aumento si è registrato con la crisi del settore Automotive, nei territori del Nordovest. Nel comparto auto il monte ore totale di cassa integrazione straordinaria nei primi 6 mesi del 2025 ha toccato quota 22 milioni, l’85,8% in più rispetto ai primi sei mesi del 2024.
«Seguono le imprese metallurgiche – così dall’Ufficio Studi della Cgia di Mestre – che hanno chiesto poco più di 20 milioni di ore (+56,7 per cento), la fabbricazione macchine e apparecchi meccanici con quasi 11,3 milioni di ore (+12,5 per cento) e le calzature con 11,1 milioni (+144,3 per cento). La Cigs riconducibile a questi quattro settori incide per oltre il 55% del totale autorizzato a tutto il comparto manifatturiero nazionale».
Nel Nordovest l’aumento è stato del 33,3%
Quella del Nordovest è l’area geografica dove le imprese hanno richiesto (e ricevuto) l’autorizzazione per il maggior numero di ore di cassa integrazione. In totale nei primi 6 mesi del 2025 sono state 97.909.014 le ore autorizzate. Rispetto allo stesso periodo del 2024, si tratta di 24.439.706 ore in più. Segue il Centro, con il 21,6% in più rispetto al 2024, il Mezzogiorno (+ 18,6%) e il Nordest, (+ 13,1%). A livello provinciale invece il primo posto in classifica spetta al territorio di Campobasso, dove la presenza dello stabilimento Stellantis di Termoli ha visto un incremento decisamente record di cassa integrazione del 1.255%. Il secondo e il terzo gradino del podio sono piemontesi: Cuneo (+ 347%) e Asti (289%), per poi tornare nel Mezzogiorno, con Potenza (+280%).
Cassa integrazione straordinaria nei settori del manifatturiero
Il comparto manifatturiero ha visto un aumento notevole della cassa integrazione straordinaria. Si è visto il settore dell’Automotive, con il suo 89,5% in più rispetto ai primi 6 mesi del 2024, ma ci sono anche altri settori che a livello nazionale hanno visto un notevole incremento delle richieste di ammortizzamento. Ad esempio le imprese nel settore della lavorazione di minerali non metalliferi hanno chiesto il 315,3% in più di cassa rispetto ai primi 6 mesi dell’anno scorso. Oppure ancora, le imprese di produzione degli apparecchi radiotelevisivi e per le comunicazioni (+150%), e il comparto cartario (+226,5%). Gli unici comparti ad avere chiesto meno ore di cassa straordinaria nei primi 6 mesi del 2025 rispetto allo stesso periodo dell’anno passato sono quello dell’editoria e della stampa (-34,6%), dei mobili e altre industrie manifatturiere (-15,2%) e dell’industria del legno, mobili esclusi (-8,9%).
«Soprattutto in Piemonte le imprese artigiane della meccanica, stanno subendo gli effetti di un mix velenoso per il settore – commenta Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Piemonte – i cui ingredienti sono la mancata ripresa del commercio internazionale, una stretta monetaria che riduce gli investimenti, la recessione della Germania, primo mercato delle esportazioni italiane e la caduta libera della produzione automobilistica».