Il modello di ricerca agricola piemontese fa scuola e viene esportato all’estero in seguito a un accordo di collaborazione con vari enti del settore.
Il modello di ricerca agricola piemontese è stato presentato in Polonia
Il modello di ricerca agricola piemontese presentato in Polonia: stipulato l’accordo di collaborazione tra Agrion, il Łukasiewicz Institute Research Network e la Camera di Commercio Italiana in Polonia per la realizzazione di attività congiunte, attraverso la partecipazione a progetti di ricerca, dedicati alla sostenibilità e all’innovazione tecnologica. Un momento importante che arriva appena dopo gli Stati generali della frutticoltura, tenutisi a Manta (Cuneo).
«Produrre frutta – dichiara Giacomo Ballari, presidente di Fondazione Agrion – è diventato sempre più complesso e proprio per questo è fondamentale fare rete e lavorare in sinergia per trasferire soluzioni pratiche e innovative alle aziende agricole e dare nuovo slancio al comparto ortofrutticolo piemontese, che copre 52.914 ettari, equivalenti a un quinto della superficie agricola coltivata nella Regione».
Il Digi Open Lab con i quattro poli universitari piemontesi
Presentato anche il Digi Open Lab che vede la firma del manifesto di intenti siglato dai quattro poli universitari piemontesi (Politecnico di Torino, Università di Torino, Università del Piemonte Orientale e Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo), Fondazione Agrion e Regione Piemonte: il progetto ha l’obiettivo di creare sul territorio uno spazio dove ricercatori, imprese e agricoltori possano sviluppare soluzioni innovative, con le più avanzate tecnologie applicate in campo, capaci di rispondere alle sfide globali.
«Con il Digi Open Lab si parte con l’azione in ambito frutticolo, ma Agrion è già al lavoro anche in quello vitivinicolo, con il suo centro sperimentale a Carpeneto (Al) – ha aggiunto l’assessore regionale Paolo Bongioanni – Nel corso del 2026, inoltre, verrà aperta una nuova sede a Vercelli dedicata a ricerca e promozione della filiera risicola piemontese, la prima d’Italia e d’Europa. Infine, sempre il prossimo anno, obiettivo della Regione Piemonte sarà quello di istituire presso Agrion un vero e proprio Osservatorio in ambito agroalimentare, che si occuperà di analizzare l’andamento e l’evoluzione dei mercati con l’obiettivo di realizzare un’analisi strategica a supporto delle attività di promozione dei prodotti agroalimentari piemontesi».
Il settore agricolo pesa per il 2,3% del Pil nazionale
L’Italia si conferma una potenza agricola europea: il settore infatti contribuisce per circa il 2,3% al Pil nazionale e per oltre 42 miliardi di euro di valore aggiunto nel 2024. Oltre il 36% del territorio piemontese è dedicato all’agricoltura, con una produzione standard di circa 3,8 miliardi di euro e un’elevata concentrazione di produzioni di qualità, DOP e IGP per un valore di oltre 1,7 miliardi di euro). In Piemonte, la frutticoltura rappresenta uno dei pilastri portanti dell’agricoltura: un comparto strategico che contribuisce in modo significativo all’economia, all’occupazione e alla valorizzazione del territorio. A confermarlo sono più di 50mila ettari di superficie agricola dedicata alle coltivazioni frutticole; circa 18mila aziende coinvolte, pari a quasi il 40% delle imprese agricole regionali; 29mila addetti, corrispondenti ad oltre il 40% dell’occupazione agricola piemontese; un valore stimato superiore a 400 milioni di euro nella sola provincia di Cuneo, cuore produttivo del settore; oltre 32mila ettari dedicati a nocciolo e castagno, a dimostrazione di un importante interesse per quanto riguarda la frutta secca.