Il Touring club ha assegnato a 2 località piemontesi altrettante bandiere arancioni portando la regione subalpina in seconda posizione nella classifica dei territori “più arancioni” d’Italia.
Il Touring club ha assegnato 2 nuove bandiere arancioni in Piemonte
Due nuove Bandiere Arancioni in Piemonte, assegnate dal Touring club a Cella Monte (Alessandria) e Verduno (Cuneo). Salgono così a a 42 le località certificate in Piemonte, la seconda regione più “arancione” d’Italia che ne ha nel complesso 299.
Cella Monte, nel Monferrato Casalese
Cella Monte si presenta come un vero gioiello incastonato tra le dolci colline del Monferrato Casalese, nella “core-zone” della sesta componente riconosciuta dall’Unesco come patrimonio dell’umanità per i paesaggi vitivinicoli e identificata come “Monferrato degli Infernot”, celle sotterranee interamente scavate nell’arenaria, piccoli capolavori architettonici realizzati da costruttori locali perfetti per la conservazione del vino. Nati dalla sapienza contadina e dall’abilità dei mastri cantonieri, questi vani ipogei non sono semplici cantine: sono luoghi scolpiti a mano, pensati per custodire le bottiglie più preziose, e raccontano – pietra dopo pietra – una storia di ingegno, lavoro e amore per il vino.
Palazzo Volta, donato agli inizi del 2000 dalla Curia di Casale, è stato casa parrocchiale dalla seconda metà del ‘600, e dal 2003 è la sede dell’Ecomuseo della Pietra da Cantoni che conserva proprio la memoria degli Infernot. Il palazzo costituisce un monumento di notevole interesse storico-artistico nell’ambito della cultura locale anche alla luce degli elementi architettonici emersi nella recente fase di restauro in cui sono tornati alla luce il loggiato realizzato con colonne in pietra da cantoni posto al primo e al secondo piano. Il complesso si affacciava a nord su un giardino pensile dalle notevoli dimensioni, sostenuto da un muro di contenimento ancora oggi esistente che si sviluppava da est a ovest con un andamento a gradoni.
Restando in paese, da non perdere il centro storico tipico, con le facciate degli edifici nella locale pietra da cantoni, la chiesa parrocchiale dei santi Quirico e Giulitta, la chiesa romanica di San Quirico, la chiesetta dedicata alla Madonna di Loreto e la chiesa di San Rocco.
Cella Monte è stata premiata «per il centro storico tipico, curato e arricchito dalla presenza degli Infernot. Gli attrattori storico-culturali sono vari e di valore e si uniscono a un contesto paesaggistico di pregio. Efficiente anche il servizio di informazioni turistiche, con il punto informativo dedicato e la disponibilità di materiale utile alla scoperta del territorio».
E la “sentinella delle Langhe”: Verduno
Verduno, “sentinella delle Langhe”, emerge compatto da un’onda di vigne e boschi, arroccato sul crinale della collina, un luogo magico e silenzioso. Immerso tra tigli e ippocastani, lo sguardo si perde nella tessitura dei vigneti e noccioleti sullo sfondo, l’arco delle Alpi incornicia e marca il confine di questo paesaggio da cartolina e patrimonio Unesco. Degno di nota il castello costruito dai Cajssotti: gravemente danneggiato durante le guerre franco-spagnole, fu fatto in parte ricostruire su disegno dell’architetto Juvarra dal conte di Santa Vittoria Luigi Caisotti, investito del titolo di marchese di Verduno. Nel 1838 fu poi acquistato dal re Carlo Alberto, con l’intenzione di trasformarlo in azienda vinicola. Passarono gli anni e l’edificio cadde in abbandono, finché nel 1910 fu acquistato dal commendatore Giovanni Battista Burlotto, uno dei padri del Barolo. Ora è spazio privato.
Meritano una visita la chiesa parrocchiale di San Michele, il Santuario Beato Sebastiano Valfrè il Ricetto, il belvedere, punto panoramico situato nel centro storico, con una spettacolare vista sui vigneti. Il borgo è anche tappa di BartoBar itinerario da fare a piedi o in bicicletta che unisce l’area del Barbaresco a quella del Barolo passando per l’Alta Langa, 124 km suddivisi in sette tappe, tra risorse enogastronomiche, naturalistiche e culturali.
Oltre ai grandi vitigni, noti in tutto il mondo, queste terre dell’Alta Langa vantano un’importante tradizione gastronomica, che affonda le sue radici nei contrasti tra la povertà contadina e l’agiatezza borghese. Il prodotto d’eccellenza è certamente il tartufo bianco, preziosissimo fungo ipogeo che in quest’area presenta le migliori caratteristiche organolettiche, determinate dalla particolarissima combinazione di clima, caratteristiche del suolo e vegetazione. Un ottimo modo di assaporarlo è servirne qualche scaglia sull’uovo fritto in padella, ma accompagna anche pietanze quali la fonduta, i tajarin o la carne cruda battuta al coltello. Molti altri sono comunque i piatti tipici della tradizione: il vitello tonnato, la lingua in salsa, le acciughe al verde, gli agnolotti del plin, il bollito misto, il fritto misto.
Verduno è stata premiata con la Bandiera Arancione «per il contesto naturalistico di pregio e il centro storico ben tenuto e tipico, anche grazie alla cura dell’arredo urbano. Vari sono gli attrattori storico-culturali e la presenza di numerose bacheche informative permettono di scoprire al meglio il centro storico. Buona la segnaletica di indicazione per le strutture ricettive, ristorative e per i numerosi produttori locali».