Economia

Burocrazia record nella provincia di Milano: è qui che le imprese spendono di più

I risultati del rapporto dell'Ufficio Studi della Cgia di Mestre.

Burocrazia record nella provincia di Milano: è qui che le imprese spendono di più

Ogni anno le imprese di Milano e provincia spendono 6 miliardi di euro solamente per gestire i rapporti con la Pubblica Amministrazione.

Burocrazia record nel Milanese: le imprese spendono 6 miliardi di euro l’anno per i rapporti con la PA

E’ quanto emerge da un rapporto messo a punto dall’Ufficio Studi della Cgia di Mestre sulla situazione della burocrazia in Italia. Incrociando i dati raccolti da The European House Ambrosetti nel 2019 e dall’Istat nel 2022, gli esperti del centro ricerche della Cgia sono riusciti ad avere un quadro preciso del peso della burocrazia italiana per le imprese, provincia per provincia per ognuno dei 107 territori di riferimento. Che sono più penalizzati quando hanno la maggior concentrazione di imprese, e questo spiega il posizionamento in classifica della città metropolitana di Milano, che è imprendibile al primo posto. Il distacco con la seconda posizione in classifica è infatti notevole: sul secondo gradino del podio c’è Roma, la capitale, con una spesa stimata in 5,4 miliardi di euro. In terza posizione Torino, con 2,2 miliardi di euro.

Il primato milanese e la situazione nel Nordovest

Se il Milanese è l’area dove le imprese pagano di più per la burocrazia, è anche l’area dove il Pil è più alto. Infatti il calcolo dai dati Istat della Cgia di Mestre portano all’incredibile risultato di oltre 200 miliardi di Pil nel Milanese, il 10,7% del totale nazionale. Il posizionamento delle province del Nordovest nella classifica nazionale rispecchia le caratteristiche stesse del Nordovest, che comprende molte varietà al suo interno ed è molto eterogeneo. Le province dei nostri territori infatti occupano sia la posizione numero 1 e poi sono sparse fino a scendere alla 101ª posizione, a pochi passi dall’ultima, la 107. Per la cronaca l’ultima provincia del Nordovest è quella piemontese del Vco, con 4 miliardi di Pil, lo 0,2% del totale nazionale, e una spesa di 122 milioni di euro annui per i rapporti con la burocrazia di questo Paese.

Il peso della burocrazia italiana

Lo studio della Cgia è riuscito anche a stimare quanto pesi la burocrazia italiana. E non è una metafora: gli esperti hanno messo a terra dei numeri verosimili per quanto riguarda l’ingombro in termini di dimensioni di tutte le carte pubblicate nel 2024 dall’Istituto Poligrafico e la Zecca dello Stato.

«Al netto della legislazione europea e di quella regionale – scrivono dall’Ufficio Studi di Mestre – tra Dpcm, leggi, decreti, ordinanze ministeriali, delibere, determine, circolari, comunicati etc, sono state pubblicate 305 Gazzette Ufficiali a cui vanno sommati 45 Supplementi ordinari e straordinari. Complessivamente questi 350 documenti sono costituiti da 35.140 pagine. Se quest’ultime fossero state stampate, il peso raggiunto da questa montagna di carta ammonterebbe a 84 chilogrammi. Se avessimo messo queste Gazzette l’una sopra l’altra, otterremmo una pila di carta alta oltre un metro e 90 centimetri. Infine, considerando un tempo medio di 5 minuti a pagina, una persona che si dedicasse a leggerle tutte con attenzione impiegherebbe 366 giorni lavorativi, praticamente un anno con sabati e domeniche inclusi».

Il record nel 2025: un Supplemento da 5mila pagine

Per l’anno in corso la situazione non è molto diversa, stando ai dati parziali raccolti fino ad ora la media della produzione di scartoffie è molto simile a quella dell’anno scorso. Ma si tratta di scartoffie che non possono essere accantonate come tali, e la prova di questo coincide con un vero e proprio record, che in questo Paese è stato fatto registrare il 18 aprile, con la pubblicazione di un Supplemento ordinario, il numero 13, con il testo, le tabelle e i grafici degli indici simmetrici di affidabilità fiscale, conosciuti con l’acronimo ISA, che da qualche anno hanno sostituito i famigerati studi di settore. Il tomo, che definisce gli indicatori di tutte le attività economiche e delle relative specificità territoriali soggette a questi indici, conta la bellezza di 5.157 pagine.

Cancellate oltre 30mila leggi

Nel 2025, oltre al record per il Supplemento più corposo e pesante, è stato dato un colpo di spugna su tutta una serie di decreti, leggi, codici, decreti legge, decreti luogotenenziali, leggi formali o decreti del duce del fascismo. Il Supplemento ordinario successivo a quello che si è conquistato il record come più corposo ha abrogato 30.700 atti normativi pre repubblicani relativi al periodo 1861-1946.

«Uno “choc normativo” – commentano dall’Ufficio studi – che secondo il nostro esecutivo ridurrà del 28% circa lo stock normativo statale vigente. Ricordiamo infine che anche il Pnrr prevede tra i suoi obiettivi una decisa semplificazione del sistema burocratico del Paese».