Curiosità

A Torino arriva la seconda sede italiana del Serial Killer Museum dopo quella di Firenze

Il museo torinese ospita dieci casi emblematici, con una prevalenza di criminali statunitensi divenuti tristemente celebri nella storia contemporanea.

A Torino arriva la seconda sede italiana del Serial Killer Museum dopo quella di Firenze

Dopo Firenze, il «Serial Killer Museum» apre la sua seconda sede italiana nel centro di Torino, in via Arcivescovado 9.

A Torino arriva il Serial Killer Museum la seconda sede italiana dopo quella di Firenze

Un percorso che porta i visitatori nel cuore delle storie più famose dei serial killer internazionali, raccontate con un approccio narrativo immersivo, quasi come seguire un podcast che prende vita tra le sale. Il progetto si inserisce all’interno di un fenomeno culturale globale che vede un’attenzione crescente verso serie televisive crime, podcast di successo e pubblicazioni dedicate alla criminologia e ai grandi casi di cronaca nera. La visita è un viaggio attraverso la cronaca nera globale che mostra quanto gli Stati Uniti detengano un primato quasi incontestabile nella triste classifica dei serial killer, con oltre il 60% dei casi documentati, seguiti da Gran Bretagna e Italia, dove le storie di Leonarda Cianciulli, Donato Bilancia e del Mostro di Firenze continuano a suscitare interesse e dibattito.

Nel capoluogo piemontese si ripercorrono 10 casi emblematici

Il museo torinese ospita dieci casi emblematici, con una prevalenza di criminali statunitensi divenuti tristemente celebri nella storia contemporanea: da Ed Gein, che ispirò in parte la creazione del personaggio di Hannibal Lecter, reso immortale da Anthony Hopkins ne Il silenzio degli innocenti; a John Wayne Gacy, passato alla cronaca come il “Killer Clown”; fino al colombiano Luis Alfredo Garavito. Tra i protagonisti dell’esposizione figurano anche Jeffrey Lionel Dahmer, noto come il “mostro di Milwaukee”, Richard Ramirez, il “Night Stalker”, Albert Fish e Charles Manson, simbolo della follia criminale degli anni Sessanta. Non mancano i casi di Aileen Wuornos, una delle poche serial killer donne, e di Leonarda Cianciulli, la cosiddetta “saponificatrice di Correggio”, fino ad arrivare alla contessa Erzsébet Báthory, la “contessa sanguinaria” ungherese.

Il corner dedicato a Lombroso

Il percorso torinese si apre in omaggio alla città e alla sua storia scientifica con un corner dedicato a Cesare Lombroso, il pioniere della criminologia moderna. Le teorie di Lombroso, nate dall’idea del “criminale nato”, vengono raccontate con rigore e curiosità, offrendo uno sguardo storico che si intreccia con il racconto dei dieci casi selezionati. È un tributo alla sua ricerca, che ha posto le basi per lo studio sistematico del comportamento criminale, e alla città che lo ha visto operare. Il visitatore ascolta i fatti, i crimini e i profili psicologici dei protagonisti, come in un podcast narrativo: la voce italiana è quella di Giancarlo De Angeli. Un’esperienza che unisce storia, cronaca e psicologia criminale.