Secondo Aido calano le donazioni di organi e in Piemonte ci sono 8.200 persone in lista d’attesa.
Sono 8.200 le persone in lista d’attesa in Piemonte per la donazione di organi
«Dopo la pandemia i consensi ai trapianti sono sensibilmente diminuiti: in tutta Italia e anche in Piemonte, siamo passati dall’80% al 60%. In particolare i più giovani, quando si trovano davanti alla domanda al momento del rinnovo della carta d’identità, non si esprimono o, nel dubbio, dicono no. C’è bisogno di organizzare meglio la comunicazione preventiva sull’argomento»: questo, in sintesi, il messaggio che i vertici piemontesi dell’Aido (Associazione italiana donatori organi) hanno portato ai membri della Commissione Sanità durante un’audizione in Regione.
Il dato nonostante l’eccellenza del centro trapianti
Valter Mione (presidente Aido provinciale di Torino), Fabio Arossa (vicepresidente regionale) e Claudia Contenti (segretaria provinciale) hanno spiegato come, pur essendo il Piemonte sede del più importante centro trapianti in Italia, ci sia una lunga lista d’attesa.
«Se diminuiscono i donatori – hanno detto – chi aspetta un trapianto ha meno possibilità di averlo in tempi brevi. Abbiamo bisogno di fare rete e di coinvolgere meglio i singoli Comuni e le Asl perché siano in grado di spiegare la scelta ai cittadini: dove ci sono i nostri volontari i consensi aumentano, ma non abbiamo abbastanza volontari per coprire tutto il territorio».
Nel 2024 in Piemonte 171 donatori
Sono infatti tre i modi per esprimere il consenso al trapianto: al rinnovo dalla CIE, presso le Asl, e attraverso l’App DigitalAIDO. I donatori nel 2024 sono stati 171 (39,1 per milione di popolazione). I donatori di organi con cuore battente sono stati 143; il 38,5% di queste donazioni sono avvenute negli ospedali senza neurochirurgia, dimostrando che la donazione di organi può avvenire in ogni ospedale con Terapia Intensiva. I donatori di organi con cuore fermo sono stati 28, con un incremento del 22%. I donatori di cornee sono stati 1.191 con un incremento del 16%. Questa forma di donazione ha visto coinvolti anche gli ospedali privi di rianimazione, numerosi reparti di cure oncologiche e Hospice, per il forte valore consolatorio insito nella donazione. Le opposizioni alla donazione sono state al 29,5%, dato sovrapponibile a quello nazionale. Sempre più rilevante il peso della dichiarazione registrata nel Sistema Informativo Trapianti: dei 263 potenziali donatori, 90 avevano una dichiarazione nella banca dati ministeriale (34%).