Nel primo semestre 2025 aumentano le vendite all’estero per il Centro (+10,7% rispetto allo stesso periodo 2024) e, in misura più contenuta, per il Nordovest (+1,5%) che vede il +4,6% della Liguria ma il segno negativo di Piemonte e Lombardia, mentre si rilevano una lieve riduzione per il Nordest (-0,5%) e più ampie flessioni per il Sud (-6,6%) e le Isole (-13,3%).
Il rapporto di Unioncamere sull’export italiano: nel Nordovest tiene grazie al comparto alimentare
Lo dicono i dati di Unioncamere. In questo contesto, Lazio, Toscana e Lombardia forniscono gli impulsi positivi maggiori alla crescita tendenziale dell’export nazionale; all’opposto, Campania, Piemonte, Sicilia e Sardegna forniscono i contributi negativi più ampi. Nel 2º trimestre le esportazioni lombarde si sono attestate a 41,9 miliardi di euro, cioè -0,3% rispetto allo stesso periodo del 2024; positivo il confronto con il trimestre precedente: +3%. Hanno sostenuto l’export le vendite di articoli farmaceutici (+18,6% tendenziale), con valori elevati verso Svizzera e Stati Uniti dalle provincie di Milano e Monza e Brianza, di prodotti alimentari (+9,2%), grazie soprattutto alla domanda di Francia e Spagna, e di mezzi di trasporto (+7,8%), trainati dai flussi verso Germania e Giappone. Ha inciso il calo dell’export di computer e apparecchi elettronici (-6,7%), metalli di base e prodotti in metallo (-2,3%), altri prodotti (-5,9%) quali i mobili, gioielleria e bigiotteria, forniture mediche e dentistiche, gomma-plastica (-3,8%), prodotti tessili (-1,7%), sostanze e prodotti chimici (-0,8%) e macchinari e apparecchi (-0,7%).
La battuta d’arresto è europea
L’analisi geografica evidenzia una battuta d’arresto in Europa: Germania (-0,2%), Francia (-3,1%) e Spagna (-3,6%). Tra i principali paesi europei non aderenti all’Unione spicca invece il forte incremento del Regno Unito (+10,7%) mentre calano Turchia (-7,7%) e Svizzera (-5,7%). Andamento contrastante oltreoceano. Negli Stati Uniti il dato è positivo ma modesto (+0,7%), mentre in America Latina cresce il Brasile (+0,7%) a fronte della flessione del Messico (-5,9%). In Asia quadro a due velocità. In Estremo Oriente avanzano Giappone (+15,5%) e Corea del Sud (+1,3%), mentre arretrano Hong Kong (-25,3%) e Cina (-0,2%). In Asia centrale con il segno meno India (-1,4%) e Kazakistan (-22%). Positivi gli scambi con Arabia Saudita (+8,1%), Emirati Arabi Uniti (+6,2%) e Israele (+0,9%). In Nord Africa, Algeria (+17,3%) e Tunisia (+9,3%) bilanciano le perdite di Egitto (-5,5%) e Marocco (-4,7%).
A livello territoriale si nota una certa omogeneità
Il dettaglio territoriale è eterogeneo con 5 province in crescita e 7 in contrazione. Sostengono principalmente Varese (+23,5%), grazie ai mezzi di trasporto, Mantova (+6,4%), trainata dal tessile-abbigliamento, Bergamo (+0,8%), Lecco (+2,9%) e Sondrio (+6,5%). In calo invece Lodi (-7,5%), Como (-4,9%), Milano (-4,8%), pur mostrando buone performance in settori specifici come la farmaceutica (+18,5%), Pavia (-3%), Monza e Brianza (-2,1%), che però contribuisce al buon risultato dell’export farmaceutico (+24,5%), oltre a Brescia (-0,6%) e Cremona (-0,4%).
Nel 1º semestre 2025 il Piemonte, invece, ha registrato un valore delle merci esportate pari a 30,5 miliardi di euro, dato in calo del 2,5% rispetto all’analogo periodo del 2024. Pur confermandosi quale primo settore dell’export piemontese, il comparto dei mezzi di trasporto attraversa una profonda fase di difficoltà strutturale: (-11%). Il calo è in gran parte riconducibile al crollo delle vendite di autoveicoli (-24,4%), a fronte di una sostanziale tenuta della componentistica (+0,6%) e di una modesta flessione del settore aerospaziale (-1%).
In Piemonte il quadro congiunturale è debole
La debolezza del quadro congiunturale piemontese, già emersa nel settore dei trasporti, trova conferma nel comparto della meccanica. Pur essendo il secondo settore per incidenza sull’export regionale (17,2%), accusa anch’esso una pesante flessione dell’8,1%. A bilanciare questo scenario negativo è tuttavia la notevole performance dei prodotti alimentari e delle bevande. Con una quota del 13,7%, il settore non solo si posiziona al terzo posto, ma prosegue il trend positivo già visto nei mesi precedenti, segnando una crescita dell’1,4%. Ancor più significativo è lo sviluppo del comparto dei metalli, che registra un balzo del 10,5%. Più contenuta, ma comunque positiva, la crescita del tessile (+0,9%, quarto settore con il 7,8%), mentre continuano a soffrire i comparti della chimica (- 0,9%) e della gomma-plastica (-4,0%).
L’analisi dell’export piemontese nel primo semestre 2025 per mercato di destinazione mostra un andamento a due velocità. Da un lato, le esportazioni verso i mercati dell’Unione Europea che rappresentano il 61,7% del totale, si mantengono sostanzialmente stabili rispetto all’anno precedente (-0,2%), dall’altro, le vendite destinate ai Paesi extra-UE27 (pari al 38,3% del totale) subiscono una profonda battuta d’arresto, con una contrazione del 5,9%.
Nel dettaglio dei singoli Paesi comunitari, Francia e Germania rappresentano i principali mercati di destinazione delle merci piemontesi, generando rispettivamente il 15,3% e 13,7% del valore delle esportazioni regionali, ma in diminuzione. La Spagna, terzo mercato di riferimento, ha registrato una progressione dell’8,1%, mentre le vendite dirette in Polonia hanno sofferto un calo di intensità prossima a quello registrato a livello complessivo regionale (-2,4%). Tra gli altri Paesi si segnalano le buone performance messe a segno dalle vendite piemontesi in Belgio (+5,3%), Cechia (+1,8%) e Svezia (+4,4%). Spostando l’attenzione al di fuori dei confini dell’Ue-27, gli Stati Uniti confermano la propria leadership, generando il 7,5% dell’export regionale, seguiti da Svizzera (4,6%) e Regno Unito (3,7%). Record in Svizzera (+50,4%), dove il forte incremento di vendite di gioielleria, bigiotteria e articoli connessi ha trainato verso l’alto imentre il valore delle esportazioni dirette ai partner statunitense e britannico è risultato in calo (-11,8% e -12,5%). La Cina ha originato il 2,5% delle vendite piemontesi oltre confine, scontando un importante calo su base annua (-12,5%). Cinque realtà provinciali su otto scontano contrazioni dei valori delle merci esportate: tra queste, fanalini di coda sono il Vco (-8,2%) e Cuneo (-7,9%). Il volume d’affari generato dalle vendite oltre confine di prodotti astigiani è arretrato del 6,8% mentre Torino (-4,8%) e Biella (-4,5%) soffrono diminuzioni prossime ai cinque punti. In espansione invece Alessandria (+4,7%), Vercelli (+4,8%) e soprattutto Novara (+8%). Torino si conferma la principale provincia esportatrice (43,1%), seguita da Cuneo (16,4%), Alessandria (12,9%) e Novara (11,8%).