Il report

La gente è sempre più lontana dalla vita politica del Paese: i dati raccolti dall’Istat

«I livelli più bassi - spiegano gli esperti nel report - riguardano i giovani fino a 24 anni e, in particolare, i giovanissimi: si informa di politica almeno una volta a settimana il 16,3% dei ragazzi di 14-17 anni e poco più di un terzo (34,6%) dei 18-24enni, mentre a non informarsi mai sono, rispettivamente, il 60,2% e il 35,4%. Al contrario tra i 65 e i 74 anni si registra la quota più alta di cittadini che si informano regolarmente di politica: oltre sei su 10».

La gente è sempre più lontana dalla vita politica del Paese: i dati raccolti dall’Istat

La partecipazione alla vita politica del Paese è in calo costante anche nel Nordovest, anche se il fenomeno tra Lombardia, Piemonte e Liguria è meno marcato rispetto alle altre zone d’Italia.

La vita politica del Paese è sempre meno partecipata: i dati raccolti dall’Istat

E’ quanto emerge da una ricerca Istat sugli aspetti della vita quotidiana delle persone: al 2024 nei nostri territori sono solo il 17,5% le famiglie che non si informano per niente di politica, e poco di più quelle che non ne parlano (il 22,8%), segno che comunque si cercano informazioni per crearsi un’opinione, ma senza il confronto diretto con altre persone. Analizzando il dato a livello regionale, è la Liguria (con il 18,1%) quella con il maggior numero di famiglie totalmente disinteressate alla politica. Seguono la Lombardia col 17,7%, la Valle d’Aosta col 17,4%, e il Piemonte col 16,9%. La media nazionale di famiglie in cui non interessa l’informazione politica è del 20,9%. La regione dove la quota di disinteresse è più elevata è la Sicilia (33,7%).

Il focus sulle motivazioni del disinteresse

L’indagine dell’istituto nazionale di statistica ha approfondito anche le motivazioni della non partecipazione alla vita politica del Paese: al primo posto delle spiegazioni date dal campione che rappresenta gli oltre 15 milioni di cittadini con 14 anni o più che non si informano mai di politica c’è il disinteresse (63% delle risposte, che compongono la categoria del disimpegno passivo). Più di un quinto (22,8%) è invece motivato dalla sfiducia nella politica, avvicinandosi maggiormente alla categoria che è stata definita della non partecipazione attiva. Infine, quote più contenute considerano la politica troppo complicata (8,8%) oppure rimandano alla mancanza di tempo da dedicarvi (7,1%).

La TV resta il canale informativo più utilizzato

Il piccolo schermo per l’informazione politica rimane lo strumento più utilizzato, tra quelli tradizionali. L’indagine Istat prende in considerazione il periodo dal 2003 al 2024, e contrariamente a quanto si possa ipotizzare, ha visto un decremento di quasi 10 punti percentuali, dal 94% all’84,7%. La situazione è decisamente peggiore per i quotidiani: nel 2003 era del 50,3% la quota di cittadini che per informarsi sceglieva di leggere ogni giorno le ultime notizie sulla carta, ma nel 2024 è dimezzata, scendendo al 25,4%. Internet rimane il canale più utilizzato nella fascia d’età fino ai 44 anni (oltre il 60%).

Desertificazione dei comizi, aumento del traffico online

Un altro dato evidenziato dalla ricerca Istat è la partecipazione ai comizi elettorali:

«Nel 2024, hanno partecipato ad un comizio o a un corteo rispettivamente il 2,5 e il 3,3% dei cittadini di 14 anni e più a fronte del 5,7 e del 6,8% del 2003. Il calo ha riguardato sia gli uomini che le donne, ma con intensità leggermente maggiore per i primi: nella partecipazione a cortei si è passati per gli uomini dall’8,2% al 3,1% e per le donne dal 5,6 al 3,4%. Ne è derivata anche in questo caso una riduzione del gap di genere e una convergenza nei comportamenti di uomini e donne».

Di contro in un decennio è aumentata di quasi 4 milioni la partecipazione online: secondo i risultati dell’indagine sono stati oltre 10 milioni i cittadini che nel 2024 hanno espresso tramite social media o siti web la propria opinione, circa una persona ogni 4 utenti di internet. Nel 2014 erano meno di 6 milioni e mezzo.

Anche in questo scenario esiste una questione di genere

Nonostante il progressivo calo generalizzato converga per una parificazione tra i generi, rimane comunque superiore la componente maschile tra chi si informa e dialoga di politica.

«Poco più di due donne su cinque (42,5%), infatti, si informano settimanalmente di politica, contro il 54,1% degli uomini. In particolare è sull’informazione quotidiana che il gap di genere è più evidente (27,6% degli uomini e 19,0% delle donne)».

Ma l’età rimane il fattore determinante

Più evidente di tutte è però la questione legata all’età. Più si avanza con gli anni infatti, rivela la ricerca Istat, e più si partecipa alla vita politica del Paese, in quella che si chiama partecipazione invisibile (ossia la partecipazione in termini di informazione e confronto sulla politica, non sul fare politica). Raggiunge il massimo nelle classi più mature, fino a scomparire quasi del tutto nelle fasce anagrafiche più giovani:

«I livelli più bassi – spiegano gli esperti nel report – riguardano i giovani fino a 24 anni e, in particolare, i giovanissimi: si informa di politica almeno una volta a settimana il 16,3% dei ragazzi di 14-17 anni e poco più di un terzo (34,6%) dei 18-24enni, mentre a non informarsi mai sono, rispettivamente, il 60,2% e il 35,4%. Al contrario tra i 65 e i 74 anni si registra la quota più alta di cittadini che si informano regolarmente di politica: oltre sei su 10».