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Abbandono scolastico nel Nordovest i territori promossi a metà

A questo scenario, si aggiunge poi la dispersione implicita, cioè quella che non si realizza con l’abbandono vero e proprio della scuola, ma con il raggiungimento di un titolo di studio che non corrisponde alle reali competenze.

Abbandono scolastico nel Nordovest i territori promossi a metà

Abbandono scolastico: il Nordovest va meglio rispetto alla media italiana ma alcune città sono largamente bocciate.

L’analisi di Openpolis ha studiato i numeri dell’abbandono scolastico sotto al 10% di media

Nel 2024 la quota di giovani che hanno lasciato la scuola prima del tempo è scesa al 9,8% (l’incidenza a livello europeo è al 9,3%), al di sotto del 10% indicato negli obiettivi dell’agenda europea per il 2020 e in avvicinamento al nuovo obiettivo del 9% per il 2030, questo, però, con forti divari tra Nord e Sud: Sardegna, Campania, Calabria superano, insieme alla Provincia autonoma di Bolzano la media. Il dato del 2024 si inserisce in un percorso di miglioramento che prosegue da oltre un decennio ma che non può sollevare da responsabilità e necessità su cui intervenire. A raccontarlo è la recente inchiesta di Openpolis proprio sul tema dell’abbandono scolastico. L’incidenza è già inferiore al 9% in Toscana, Piemonte, Friuli-Venezia Giulia, Abruzzo, Emilia-Romagna, Lombardia, Lazio, provincia autonoma di Trento e Umbria; la Liguria tocca il 9% netto. Il grado di urbanizzazione del comune è un’altra variabile che contribuisce a spiegare le differenze interne al paese. Rispetto alla media nazionale del 9,8%, l’incidenza massima si raggiunge nelle città e nelle aree urbane più densamente popolate dove sfiora l’11%. Scende all’8,8%, quindi già al di sotto dell’obiettivo europeo per il 2030, nei comuni a densità intermedia. In questi centri minori, mediamente urbanizzati, il fenomeno risulta quindi molto più contenuto. Mentre è più frequente nelle aree rurali (10%): i territori – spesso periferici – meno densamente popolati del paese.
A questo scenario, si aggiunge poi la dispersione implicita, cioè quella che non si realizza con l’abbandono vero e proprio della scuola, ma con il raggiungimento di un titolo di studio che non corrisponde alle reali competenze. Tra le 20 città con più studenti che hanno dimostrato negli Invalsi (anno scolastico 2022-2023) apprendimenti totalmente inadeguati in italiano alla fine delle medie, ci sono anche Brescia (con un 19,42% che comunque è lontano dalla performance peggiore di Prato che tocca il 29,96%), Alessandria, Imperia, La Spezia, Savona, Asti e Vercelli. Tra le 20 città più virtuose, invece, si registrano Varese, Cuneo, Pavia e Lodi (solo il 9,95% di studenti con risultati inadeguati).