Dagli ultimi dati presentati al Governo, emerge che a livello generale il consumo di droga tra i giovani diminuisce. Ma non è abbastanza.
Il consumo di droga tra i giovani diminuisce, ma non basta
La scuola è uno degli ambienti privilegiati per attuare un percorso di prevenzione e di informazione rispetto all’uso e alla dipendenza di sostanze stupefacenti. Proprio per parlare ai giovani e ai giovanissimi perché sono loro i principali consumatori, perché si inizia in età scolare. Ecco, dunque, che la «Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia» diviene quanto mai attuale con l’imminente ripresa delle lezioni. Una relazione che sottolinea come, nel 2024, il consumo di cannabinoidi, stimolanti e cocaina tra gli studenti sia diminuito rispetto all’anno precedente: è un piccolo passo, ma significativo, in controtendenza, che testimonia l’efficacia dei percorsi di prevenzione avviati sui territori. Nelle scuole, in particolare, si moltiplicano le iniziative di informazione sui danni delle droghe, e di orientamento verso la prevenzione di varie dipendenze, svolti con la collaborazione delle forze di polizia e degli operatori del settore. Si sono sperimentate anche forme di coinvolgimento degli studenti, fin dalla scuola primaria, con concorsi riguardanti le tematiche delle dipendenze: la grande partecipazione e la qualità degli elaborati confermano che puntare sul piano educativo e formativo dà respiro strategico al lavoro di prevenzione.
La composizione del mercato illecito
Le sostanze più tradizionali, come cannabis, cocaina e oppiacei, continuano a rappresentare la parte dominante del mercato illecito, ma si riconferma anche una diversificazione dell’offerta, con la permanenza dell’inserimento di Nuove Sostanze Psicoattive (ne sono state individuate 79 e sono perlopiù sintetiche) che però non mostrano una diffusione ampia nella popolazione giovanile. Al contrario, i consumi tra gli studenti risultano in calo per tutte le categorie di sostanze a eccezione della cannabis che rimane la droga più diffusa tra i giovani.
La cocaina si conferma una delle sostanze con il maggiore impatto sanitario e sociale in Italia. Rappresenta il 35% dei decessi droga-correlati (in linea con il 2023), il 30% dei ricoveri ospedalieri legati a droghe. Il 23% degli utenti SerD risulta in carico per cocaina come sostanza primaria di trattamento a cui si aggiungono il 3,3% degli utenti per crack. La sua presenza è rilevata nel 48% delle intossicazioni acute letali secondo i dati riportati dalle tossicologie forensi. E’ stata la causa principale per il 38% dei nuovi accessi nei servizi per le dipendenze e il 35% dei decessi direttamente accertati dalle Forze dell’Ordine è stato proprio attribuito alla cocaina, raggiungendo il massimo storico.
Aumentano le denunce che coinvolgono minori
Particolarmente preoccupante è l’incremento delle denunce che coinvolgono minori: nel 2024, un quarto dei minorenni denunciati ovvero 300 under 18 è stato segnalato per reati legati alla cocaina, in netto aumento rispetto ai primi anni 2000, quando questa quota non superava il 10%. L’eroina, invece, continua a rappresentare la sostanza principale per il 59% delle persone in carico nei SerD.
Le operazioni antidroga
Nel 2024, le Forze di Polizia in Italia hanno condotto 21.299 operazioni antidroga di rilevanza penale, registrando un aumento del 3,5% rispetto all’anno precedente. Le attività di contrasto hanno portato al sequestro di oltre 58 tonnellate di sostanze stupefacenti (-35% rispetto al 2023), di 154.819 piante di cannabis e di 124.147 compresse/dosi di sostanze stupefacenti, numero quest’ultimo triplicato rispetto all’anno precedente. Tra le sostanze sequestrate, la cannabis rappresenta la quota maggiore (79%), soprattutto sotto forma di marijuana (49%). Seguono cocaina/crack (19%), eroina e altri oppiacei (0,6%), mentre le sostanze sintetiche costituiscono lo 0,2% e le altre sostanze stupefacenti l’1%. Stesso dato percentuale (32%) delle sostanze è stato invece intercettato nelle regioni settentrionali e meridionali. Per quanto riguarda la cocaina, il 39% delle operazioni si è concentrato nelle regioni settentrionali, soprattutto in Lombardia, portando al sequestro di 2,2 tonnellate di cocaina, pari al 20% del totale nazionale. Tuttavia, i quantitativi più elevati sono stati intercettati nel Sud e nelle Isole, dove il 28% delle operazioni ha portato al sequestro di quasi 6,5 tonnellate (pari al 57% delle 11 tonnellate complessive). Se si rapportano i sequestri alla popolazione residente tra i 15 e i 74 anni, in Italia risultano sequestrati 25 kg di cocaina ogni 100mila abitanti. Tuttavia, in alcune regioni i valori sono nettamente più alti: in Liguria si arriva a 72 kg per 100mila residenti.
Analizzando, invece, i dati relativi all’eroina, le regioni con i sequestri più ingenti sono Puglia e Lombardia, che insieme hanno totalizzato 176 kg, oltre il 50% del totale nazionale. Rispetto al contrasto del mercato dell’hashish, sono state 7.095 le operazioni di Polizia svolte, le regioni più coinvolte nel traffico sono quelle settentrionali, dove si è concentrato il 52% delle operazioni e il 42% delle quantità sequestrate, soprattutto in Lombardia; in Italia, dunque, sono stati intercettati in media 39 kg di hashish ogni 100mila residenti tra i 15 e i 74 anni, valore che sale a 59 kg in Liguria. Il 4% delle droghe sintetiche è stato intercettato in Lombardia, così come il 24% dei quantitativi in polvere.
I servizi sul territorio
In Italia, l’assistenza alle persone con dipendenze patologiche è garantita su tutto il territorio nazionale in quanto rientra tra i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) previsti dal Servizio Sanitario Nazionale. E’ assicurata da un sistema integrato che comprende le Asl con i servizi territoriali per le dipendenze (SerD), le strutture private autorizzate e accreditate, gli Enti locali, le organizzazioni del privato sociale e di volontariato. Nel 2024, i servizi di primo livello attivi sono 198: l’offerta si attesta a 0,4 strutture ogni 100mila abitanti di 15-74 anni; la presenza è concentrata nelle regioni del Nord e del Centro dove si raggiunge una media di circa 0,6 servizi. L’offerta però varia da regione e regione e quelle del Nordovest sono tra le più attive. L’approccio coordinato è disponibile in oltre il 75% dei servizi in Piemonte, Lombardia, Liguria così come la consulenza psicosociale. L’accompagnamento all’inserimento in comunità terapeutiche viene assicurato da oltre il 50% dei servizi presenti in Lombardia e il trattamento farmacologico sostitutivo è erogato da oltre il 75% dei servizi a bassa soglia di Piemonte e Lombardia. Si contano, poi, 1.134 servizi ambulatoriali dedicati alle dipendenze, in prevalenza servizi ambulatoriali pubblici (593 unità), ai quali si aggiungono 19 SMI, con una netta concentrazione in Lombardia (13 servizi). Sono invece 951 le strutture terapeutiche residenziali e semi-residenziali attive che dispongono di un totale di 13.862 posti, con una maggioranza nel Nord. Le strutture terapeutiche gestite dalle organizzazioni del Privato Sociale sono 761 e il 33% è situato nel Nord-Ovest, con una particolare concentrazione in Lombardia.
Il progetto europeo
«Unplugged» è il corso per insegnanti per prevenire le dipendenze e promuovere la salute. Il Ser.D e il Servizio di Psicologia dell’Asl Novara, in collaborazione con l’istituto comprensivo Piero Fornara di Carpignano Sesia, organizzano l’8ª edizione. Unplugged nasce in seguito allo studio European Drug addiction prevention trial, un progetto europeo che ha rappresentato la prima esperienza di valutazione dell’efficacia di un programma scolastico di prevenzione del fumo di tabacco, dell’uso di sostanze e dell’abuso di alcol. In Italia è coordinato dall’Osservatorio Epidemiologico delle Dipendenze della Regione Piemonte in collaborazione con le Università di Torino e del Piemonte Orientale, che hanno sperimentato e valutato il programma. Il corso mira a favorire lo sviluppo e il consolidamento delle competenze, correggere le errate convinzioni dei ragazzi sulla diffusione e l’accettazione dell’uso di sostanze psicoattive, nonché sugli interessi legati alla loro commercializzazione e, infine, a migliorare le conoscenze sui rischi dell’uso. Sono gli psicologi del Servizio di Psicologia che lavorano presso il SerD ad effettuare la formazione, come afferma Lucia Colombo: «Si tratta di operatori che hanno, a loro volta, seguito un preciso iter formativo insieme ad educatori Ser.D. Le tecniche quali role playing, brain storming, discussione di gruppo e giochi di situazione vengono sperimentate dai docenti e sono le stesse che essi useranno con i ragazzi nelle classi». «La collaborazione con gli istituti scolastici è fondamentale per raggiungere adolescenti e giovani adulti con informazioni corrette ed efficaci, oltre a permettere di far conoscere i nostri servizi con l’obiettivo di ridurre lo stigma verso le problematiche di dipendenza, e favorire una diagnosi e un aggancio precoci laddove fossero necessari» conclude Sarah Vecchio, direttore Ser.D Asl Novara.