Il caso

La pratica sempre più diffusa di lasciare in malora le seconde case per non pagarci l'Imu sopra

«È una situazione insostenibile - ha dichiarato il presidente della Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa - Il patrimonio immobiliare privato, che dovrebbe essere valorizzato, è invece in molti casi abbandonato a sé stesso. E il quadro non può che peggiorare, vista la presenza dell’Imu, che, come tutte le patrimoniali, è un’imposta progressivamente espropriativa del bene colpito, specie quando si tratta di immobili privi di mercato, e il drastico taglio degli incentivi fiscali per interventi edilizi. Occorre intervenire».

La pratica sempre più diffusa di lasciare in malora le seconde case per non pagarci l'Imu sopra
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Lasciare che le seconde case si ammalorino per non pagare l’Imu: stando ai dati è una pratica diffusa anche nel Nordovest.

Seconde case in malora per non pagarci l'Imu

E’ quanto sta capitando in questi anni secondo Confedilizia, l’associazione che riunisce i proprietari di casa, prendendo le mosse dai dati delle statistiche catastali pubblicati dall’Agenzia delle Entrate a inizio luglio. Tra il 2023 e il 2024, infatti, nel nostro Paese le unità collabenti, ossia gli immobili che sono talmente degradati da non poter essere considerati utilizzabili, e quindi tassabili, sono aumentati dell’1,5%, mentre dal 2011 al 2024 (cioè dal periodo pre Imu, fanno notare dall’associazione) la crescita è stata del 126%. Secondo Confedilizia alla base del trend c’è un modo per aggirare l’Imu:

«Questi edifici, per circa il 90% di proprietà di persone fisiche – così dall’associazione - si trasformano in ruderi spesso per il solo passare del tempo, ma in molti casi anche per azioni volontarie dei proprietari, come la rimozione del tetto, per sfuggire alla tassazione patrimoniale. Va infatti ricordato che l’Imu si applica anche a immobili dichiarati “inagibili o inabitabili”, purché non ancora formalmente classificati come ruderi».

I dati del Nordovest

Secondo le analisi dell’agenzia, nei nostri territori emerge come gli immobili appartenenti alla categoria catastale del gruppo F, ossia quella che è sollevata dal pagamento della tassa patrimoniale, siano maggiormente diffusi nelle province di Milano, Torino, Cuneo, Bergamo e Brescia, dove sono tra le 50mila e le 100mila unità per singolo territorio. La provincia – l’unica – dove le statistiche dell’Agenzia delle Entrate rileva ci siano meno ruderi in assoluto (meno di 10mila) è quella di Lodi.

L’intervento di Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia

«È una situazione insostenibile - ha dichiarato il presidente della Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa - Il patrimonio immobiliare privato, che dovrebbe essere valorizzato, è invece in molti casi abbandonato a sé stesso. E il quadro non può che peggiorare, vista la presenza dell’Imu, che, come tutte le patrimoniali, è un’imposta progressivamente espropriativa del bene colpito, specie quando si tratta di immobili privi di mercato, e il drastico taglio degli incentivi fiscali per interventi edilizi. Occorre intervenire».