Risvolto

Il Nordovest è capitale della cultura

Presentato a Milano il 21° Rapporto annuale Federculture «Impresa cultura», il volume realizzato con il contributo di Fondazione Cariplo, che fa il punto sullo stato del sistema culturale italiano, attraverso dati aggiornati su consumi, finanziamenti, occupazione e turismo culturale.

Il Nordovest è capitale della cultura
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L’affermazione di un politico, «con la cultura non si magia», qualche anno fa era diventata quasi un mantra, che scoraggiava anche chi voleva invece scommettere sul quel settore. Eppure, anche nel 2024, le destinazioni culturali italiane toccano il 63,2% delle presenze, costituite per il 57% da stranieri, con i musei statali che toccano i 60,8 milioni di visitatori. Insomma, Il turismo culturale traina e consolida la ripresa del settore turistico italiano superando in molti casi i livelli pre-pandemici. Ma non solo: cresce la fruizione della cultura e la spesa delle famiglie nonché gli occupati nel comparto.

Il Nordovest è capitale della cultura

Presentato a Milano il 21° Rapporto annuale Federculture «Impresa cultura», il volume realizzato con il contributo di Fondazione Cariplo, che fa il punto sullo stato del sistema culturale italiano, attraverso dati aggiornati su consumi, finanziamenti, occupazione e turismo culturale. Crescono dell’11,6% rispetto al 2023, e del 6,6% rispetto al 2019 i fruitori dei teatri, ma anche la stagione dei concerti vive un vero e proprio momento di boom segnando un +14,5% sull’ultimo anno e del +20% sul quinquennio. Meno ampia, ma comunque significativa, la crescita del trend di fruizione di musei e mostre (+3,5% rispetto al 2023) che però ha un meno 18% in Liguria (uno dei dati peggiori) e quella dei siti archeologici e monumenti che vendono aumentare i visitatori del +4,4% sul 2023 e del +10,7% rispetto al 2019. Nel comparto del cinema, invece, nonostante nel 2024 la fruizione sia cresciuta del +11,7% sul 2023, si registra una variazione negativa del -9% rispetto al 2019. Il cinema, però, rimane l’attività preferita del Nordovest (scelta dal 46,6%). La percentuale più bassa (media condivisa dell’11%) è relativa alla fruizione di concerti di musica classica e opera.

Le generazioni più giovani sono anche le più interessate agli eventi

Sono le generazioni più giovani (età compresa tra i 6 e i 24 anni) a dimostrarsi più interessate a partecipare alle attività culturali, con livelli di adesioni in media superiori al 10% rispetto a quelli della popolazione nel suo complesso. L’Italia, inoltre, è uno dei Paesi al mondo più ricchi di Festival: sebbene non esista un vero e proprio censimento si contano almeno 3mila iniziative distribuite in tutto il territorio. Secondo Istat si stimano 843mila occupati in ambito culturale pari al 3,5% dell’occupazione totale. Questo dato posiziona l’Italia al di sotto della media comunitaria (3,8%) e in linea con i valori di altri Paesi, come Spagna, Ungheria, e Polonia. Rispetto agli altri paesi comunitari, l’occupazione culturale in Italia coinvolge meno la fascia d’età più giovane: sul totale degli occupati in ambito culturale la quota dei 15-29enni è pari al 12,8% (18,1% la media europea); siamo al penultimo posto nella graduatoria UE. Viceversa, la quota di occupati over50 è pari al 38,6% e colloca l’Italia al primo posto della classifica, vicino a Germania e Bulgaria. Il nostro Paese detiene anche un altro primato cioè quello per incidenza di lavoratori autonomi che rappresentano il 46,3% contro una media europea al di sotto del 32%.

Gli occupati nel settore culturale sono di più al Nord

Nel dettaglio, è il Nord la ripartizione geografica con la maggiore presenza di occupati culturali (55,7%, contro il 25,7% del Centro e il 18,5% del Mezzogiorno) e l’unica area in cui si registra una crescita nell’ultimo anno (+7,5%). Ammontano a 1,08 miliardi (dato al 30 aprile 2025) le erogazioni liberali ricevute in questo decennio dagli enti ammissibili registrati sul portale Art Bonus: 51.355.955 è il valore assoluto in euro per il 2024 in Lombardia (nel 2019 le donazioni erano state di 29.227.659 euro) prima regione italiana, segue il Piemonte con 20.126.867 euro (che raddoppia la cifra rispetto a 5 anni fa), sesta la Liguria con 7.580.935 (somma più che raddoppiata).

Aumenta anche la spesa delle famiglie

Ma quanto spendono in media al mese le famiglie in cultura, sport e ricreazione? 101,83 euro contro i 91,94 del 2022. A tutto il 2023 rimane ancora un gap negativo dell’1,3% rispetto al valore della spesa che si registrava nel 2019. Con l’aggiornamento di ottobre 2024 sono stai pubblicati anche i dati riguardanti la spesa nelle regioni che confermano la nota maggiore dinamicità delle regioni del Nord: prime per spesa familiare in cultura sport e ricreazione sono infatti il Trentino Alto-Adige, la Lombardia (135,6 euro) e il Friuli Venezia Giulia; 10º posto il Piemonte con 106,5 euro spesi, appena sotto la Liguria con 87,9 euro. Il Mezzogiorno rimane la ripartizione geografica dove si riscontrano i livelli più bassi di fruizione culturale e spesa.

«La cultura rappresenta l’identità e la coesione nazionale, l’esercizio della ricerca e del confronto delle conoscenze e dei saperi, la pratica quotidiana dei cittadini, in particolare dei giovani. Un vero e proprio “welfare culturale” fondamentale per la società e il Paese, che va sostenuto e fatto crescere. Per questo abbiamo negli anni posto all’attenzione dei decisori proposte concrete con spirito costruttivo e collaborativo. Tra queste nel mese di giugno è giunta al traguardo una nostra richiesta: il taglio dell’Iva per le opere d'arte da 22 al 5%. Un provvedimento di grandissima rilevanza capace di rivitalizzare un settore della cultura, quello del commercio delle opere d’arte, in fortissima crisi. Altri provvedimenti ancora attendono attuazione».