Ecco dove cresce di più l'imprenditoria in Italia secondo l'indagine Movimprese di Unioncamere
È il miglior risultato degli ultimi cinque anni nello stesso periodo: il secondo trimestre del 2025 si chiude con un saldo positivo di +32.800 imprese tra iscrizioni e cessazioni.

È il miglior risultato degli ultimi cinque anni nello stesso periodo: il secondo trimestre del 2025 si chiude con un saldo positivo di +32.800 imprese tra iscrizioni e cessazioni. Secondo l’analisi trimestrale Movimprese condotta da Unioncamere e InfoCamere sui dati del Registro delle Imprese delle Camere di Commercio, il tasso di crescita complessivo si attesta allo 0,56%, in accelerazione rispetto allo 0,50% dello stesso trimestre del 2024. Il Centro Italia si distingue per il ritmo più sostenuto di ampliamento della base imprenditoriale, con un tasso di crescita pari allo 0,62%.
Il Nordovest conferma il proprio peso nazionale ed è trainato dalla Lombardia
Il Nordovest, con un saldo positivo di 8.898 imprese, conferma il proprio peso sul panorama nazionale, trainato dalla Lombardia che, ancora una volta, si attesta come prima regione per stock di imprese registrate (948.382), mostrando un saldo positivo di 6.180 unità nel trimestre, pari a una crescita dello 0,66%. Il Nord-Est registra un incremento di 5.641 imprese, portando il numero complessivo a 1.103.717 e un tasso di crescita dello 0,51%, mentre, passando al Mezzogiorno, la Puglia evidenzia un dinamismo superiore alla media nazionale. Piemonte e Toscana, infine, condividono un identico saldo attivo di 1.885 nuove imprese, segnalando un miglioramento dei rispettivi contesti territoriali rispetto al 2024. La Liguria ha un saldo di 2.041 di imprese con un tasso di crescita pari alo 0,47%: unica in “negativo” perché nello stesso periodo del 2024 registrava un +0,50%.
Il settore più solido è quello delle costruzioni
A livello nazionale, il settore delle costruzioni registra il saldo positivo più elevato in termini assoluti, con 5.448 nuove imprese. Seguono le attività dei servizi di alloggio e ristorazione, che crescono di 4.595 unità, e le attività professionali, scientifiche e tecniche, in aumento di 3.368 unità. Crescite molto marcate, in termini percentuali, nelle attività finanziarie e assicurative (+1,62%, pari a 2.298 nuove imprese), nella fornitura di energia elettrica, gas e aria condizionata (+1,55%, con 225 nuove imprese) e nel settore dell’istruzione privata (+1,45%, con 528 unità aggiuntive).
Una vivacità del settore che però chiama interventi mirati:
«La crescita modesta (+0,45%) della base imprenditoriale piemontese segna un miglioramento rispetto al passato. Le società di capitale trainano con un +1,01%, mentre le società di persone faticano. E’ cruciale sostenere le piccole imprese con percorsi di sostegno e accompagnamento. Settori come servizi, turismo e costruzioni sono dinamici, ma dobbiamo rivitalizzare commercio, industria e agricoltura. Il nostro impegno è verso politiche che favoriscano una crescita più diffusa e un ecosistema che incentivi la nascita e la crescita delle imprese nell’intero Piemonte» commenta Gian Paolo Coscia, presidente Unioncamere Piemonte.
Dal dettaglio per forma giuridica emerge un quadro a due velocità
L'analisi per forma giuridica conferma, come negli scorsi trimestri, un quadro a due velocità: mentre le forme societarie più strutturate mostrano maggiore tenuta, la base ben più ampia delle piccole e piccolissime imprese continua a contrarsi. Le società di capitale rappresentano il segmento più dinamico del tessuto imprenditoriale piemontese, mostrano infatti un tasso di crescita (+1,01%) nettamente superiore alla media regionale (+0,45%) e aumentano il loro peso, arrivando a costituire il 22,6% del totale. Al contrario, le società di persone, che costituiscono il 19,8% del totale, sono l'unica forma a registrare una lieve contrazione (-0,08%). L'andamento delle imprese individuali - la categoria più numerosa con una quota del 55,6% del totale - risulta positivo (+0,42%), ma con un'intensità inferiore alla media.
La spinta maggiore arriva dal settore degli Altri servizi, che non solo registra il tasso di crescita più alto (+0,75%), ma essendo il comparto più grande con il 31,2% del totale, traina in modo decisivo il risultato complessivo. Mostra vitalità anche il Turismo (+0,69%), che pesa per il 7,0% del totale, e le Costruzioni (+0,64%), con un'incidenza del 15,6%. Tutti e tre si posizionano al di sopra della media regionale (+0,45%). Evidenziano invece uno sviluppo più debole il Commercio, secondo settore per numero di imprese (21,6%), con una crescita modesta del +0,22%, e l'Industria in senso stretto, che rappresenta il 9,2% del totale e segna un +0,12%. Infine, si conferma la lieve flessione del settore agricolo (-0,07%): un dato rilevante, dato che il comparto rappresenta ancora l'11,0% di tutte le imprese piemontesi.
A sostenere la media regionale è Torino: il suo +0,51% è il tasso più alto a livello piemontese. Si distingue anche la dinamica di Novara, che con un +0,50% su un peso del 7% si colloca al di sopra della media. Le altre province si attestano su tassi di crescita ancora più contenuti: Cuneo +0,40%, Alessandria, +0,29%, Asti +0,41%), Vercelli +0,43%), Biella +0,33%) e Verbano-Cusio-Ossola +0,31%.