Reputazione delle città nel Nordovest la gente è felice di vivere dove risiede
Il valore discriminante per eccellenza che viene usato per valutare la reputazione di una città non è quello che la città offre, ma quello che determina come ci si vive, quindi è quello che riguarda la sicurezza e la salute.

Nel Nordovest quasi 7 persone su 10 dichiarano di essere soddisfatte del posto in cui vivono, mentre sono quasi 6 su 10 le persone che dichiarano di avere intenzioni di trasferirsi (anche se, l’evidenza dei numeri è chiara, stanno bene dove risiedono).
L'indagine sulla reputazione delle città condotta da un gruppo di esperti: i risultati sono interessanti
E’ quanto emerge da una particolare ricerca condotta dagli esperti di Makna per conto di Italiadecide, realtà che nasce con l’intento preciso di promuovere analisi condivise e realistiche dei problemi di fondo del sistema paese Italia. Il lavoro di indagine e analisi ha avuto l’obiettivo di stabilire un valore di reputazione delle città, che fosse il più obiettivo possibile. Così tramite un sondaggio web si è chiesto a 1200 persone di descrivere il valore delle città in cui vivono:
«I fattori sensibili su cui è misurato questo valore sono 15, riportabili a 5 dimensioni sensibili: sicurezza, ambiente, servizi, economia, socialità. Questi fattori pesano diversamente nelle sensibilità dell’opinione pubblica e ciascuno pesa diversamente nel rapportarsi alle città. Quindi si generano e sono analizzati nel rapporto valori “relativi” articolati in ragione della correlazione fra fattori e città e dei pesi relativi; il tutto poi trasferibile ad indicatori sintetici».
La sicurezza e la salute
Il valore discriminante per eccellenza che viene usato per valutare la reputazione di una città non è quello che la città offre, ma quello che determina come ci si vive, quindi è quello che riguarda la sicurezza e la salute. Quella del Nordovest è la macroarea dove il fattore della salute è più rilevante rispetto agli altri. Generalmente si potrebbe affermare come al nord la domanda di protezione e servizi sia più elevata rispetto al sud, dove invece si punta più al benessere derivante dalla socialità. Un ulteriore discrimine è dato dalle dimensioni delle città:
«I fattori che determinano la qualità e, quindi, la possibile reputazione delle città sono relativamente simili in termini di peso, eccetto per la differenza significativa riguardante sicurezza e salute, che penalizzano negativamente le grandi città. Questa dinamica può essere interpretata come collegata alla doppia dimensione strutturale della reputazione delle città italiane: le città medie contribuiscono in modo equilibrato, mentre le grandi città lo fanno in modo discontinuo e polarizzato. Questa dicotomia nell’immagine reputazionale delle città si basa su un’opinione pubblica allargata. Le differenze tra segmenti e strati della popolazione sono relativamente contenute, e i differenziali, per esempio per età, non sono particolarmente discriminanti, salvo casi specifici».
Il caso di Milano
Negli ultimi tempi Milano ha registrato una discreta regressione nelle classifiche reputazionali, e si segnala una grande schizofrenia nei parametri: «eccelle nelle opportunità economiche ma soffre nella percezione di una bassa qualità della vita. Milano, oltre a un declino specifico degli ultimi anni, è penalizzata dal cambiamento del paradigma valutativo: meno attrattività (eventi, lusso, università, cultura, enogastronomia e luoghi, ecc.) e più valore a come si vive, penalizzata in particolare dal costo della vita». Da segnalare anche che le dimensioni contano: le città di media grandezza infatti sono in posizioni molto più elevate nelle classifiche sulla reputazione, per un maggiore equilibrio nei fattori di valutazione.
I capoluoghi del Nordovest
La ricerca elenca in 5 dimensioni i diversi fattori di scelta. Così notiamo che Milano eccelle per servizi sanitari (scelta dal 70,9% del campione), a discapito di Torino (32,9%) e Genova (20,9%), ma per quanto riguarda la sicurezza scende precipitosamente al 16% (Torino e Genova rispettivamente a 32,3% e 24,3%). Parlando invece di opportunità di lavoro la situazione di Milano cambia nuovamente, con l’84,1% (47,6% a Torino e 13,9% Genova); fino a tornare ultima nelle classifiche per il costo della vita e la qualità dell’aria, con rispettivamente il 10,6% e il 4,6%. Milano e Torino sono (assieme alla capitale, Roma) le città italiane che più ricorrono nelle 24 classifiche internazionali sulla reputazione delle città analizzate dallo studio che gli specialisti di Makno hanno condotto per il progetto pluriennale. Il rapporto ha comparato 24 classifiche internazionali, e la ricorrenza dei 2 capoluoghi del Nordovest è seconda per importanza solamente al dettaglio della globalità delle 3 città per eccellenza nel mondo, New York, Londra e Parigi.
«In particolare – si legge nel rapporto - Milano che in due casi risulta essere l’unica città italiana presente in classifica, compare in 17 ranking: in tre casi in una posizione compresa tra le prime 20. È, infatti, quattordicesima tra le World’s Most Reputable Cities; diciannovesima nella classifica sulla Perceptions of City Brands; decima tra le Europe’s Best Cities, tredicesima tra le Top 100 City Destination ed è nel gruppo delle città Alfa della classifica GaWC delle città globalizzate. È considerata un’avanguardia della cultura, della moda e del design europeo. Sempre più ricercata da una ricca classe globale grazie anche alle agevolazioni fiscali sul reddito all’estero12, accoglie capitali dopo la Brexit e dalla Russia che alimentano il segmento luxury del mercato immobiliare. Apprezzata anche per la pedonabilità e le piste ciclabili».
Torino compare in 7 classifiche senza però occupare posizioni elevate. Citata, anche, per la sua architettura barocca, le piazze, i musei.