Il rapporto di Aletheia

Obesità infantile nel Nordovest per un bimbo su 5

Dall'indagine è emerso che i legumi, alimento fondamentale per un’alimentazione equilibrata, vengono consumati in media una sola volta a settimana dal 37% dei bambini intervistati (percentuale in diminuzione rispetto al passato), mentre snack e merendine sono consumati 3 volte a settimana dal 53% dei bambini nel 2023 (percentuale in aumento rispetto al passato).

Obesità infantile nel Nordovest per un bimbo su 5
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Tra Lombardia, Piemonte e Liguria i ragazzi tra i 3 e i 17 anni che hanno problemi di obesità infantile sono 1 su 5, ma è meglio della media nazionale.

Nel Nordovest 1 ragazzo su 5 soffre di obesità infantile

Emergenza obesità infantile nel Nordovest: tra Lombardia, Piemonte e Liguria la concentrazione più elevata di minori tra i 3 e i 17 anni con problemi di obesità o di sovrappeso si ha in Liguria, dove sono il 23,9%. Seguono la Lombardia, dove i ragazzini con problemi di malnutrizione in eccesso sono il 21,9% del totale, e il Piemonte, dove la quota è di 21,2%. Tutte e 3 le situazioni sono però migliori della media nazionale, che si attesta al 27,2%. A stabilirlo è un rapporto di fondazione Aletheia, che ha fatto il quadro della situazione al 2022. Nell’indagine emerge anche come a livello regionale nel nostro Paese la situazione si stia uniformando, per quanto la tendenza all’obesità infantile sia comunque più alta nelle regioni del Mezzogiorno e del Centro.

«L’obesità infantile, in particolare – così dalla Fondazione - è una delle più importanti sfide per le conseguenze che comporta, come il rischio di diabete tipo 2, l'asma, problemi muscolo-scheletrici, problemi cardiovascolari, problemi psicologici e sociali. Inoltre, il peso in eccesso in età infantile è strettamente correlato all'obesità in età adulta, con conseguenze sulla qualità della vita e sulla speranza di vita complessiva. Preoccupa il fatto che solo una quota minima di ragazzi e ragazze tra i 3 e i 19 anni segua quotidianamente una dieta sana, basata sul consumo di almeno quattro porzioni di frutta o verdura al giorno, in un Paese dove la cultura gastronomica è fondata sui principi della dieta mediterranea. Se 20 anni fa la percentuale di adolescenti (14-19 anni) che consumava adeguatamente frutta e verdura era pari al 14%, nel 2024 è scesa all’11,2%. Un calo preoccupante tra le nuove generazioni, evidentemente spinto anche dall’effetto sostitutivo con cibi ultraformulati. Situazione leggermente diversa, seppure preoccupante, per i bambini da 3 a 13 anni: coloro che nel 2005 mangiavano in modo sufficiente frutta o verdura erano appena l'8,7%, mentre oggi sono in crescita al 12,7%. Probabilmente, questo trend differente per le due fasce di età analizzate potrebbe essere spiegato sia per il fatto che i genitori riescono a controllare maggiormente le scelte alimentari dei propri figli e sia perché i più piccoli consumano spesso a scuola almeno un pasto durante la propria giornata, a differenza delle fasce di età più grandi».

La malnutrizione in eccesso sta diventando uno dei problemi più stringenti per l’Occidente

L’Oms calcola che l’obesità infantile sia quadruplicata dal 1990 a oggi. L’Istituto Superiore di Sanità ha effettuato delle indagini su un campione di quasi 50mila (46.559) bambini tra gli 8 e i 9 anni nel 2023: è emerso come quelli che saltano la prima colazione (il 10,9% nel 2023) o quelli che la consumano in modo non adeguato, senza cioè assumere tutti i nutrienti consigliati (36,3% nel 2023), siano in aumento rispetto agli anni passati. Di più: è emerso anche come i legumi, alimento fondamentale per un’alimentazione equilibrata, vengano consumati in media una sola volta a settimana dal 37% dei bambini intervistati (percentuale in diminuzione rispetto al passato), mentre snack e merendine siano consumati 3 volte a settimana dal 53% dei bambini nel 2023 (percentuale in aumento rispetto al passato).

«A tutto ciò si aggiunge una percezione distorta dello stato di salute dei bambini in eccesso di peso da parte dei genitori: il 40,3% nel 2019 li considerava sotto normopeso, percentuale salita al 45% nel 2023. Inoltre, il 70% nel 2019 non riteneva eccessiva la quantità di cibo che i figli assumevano, valore aumentato al 73% nel 2023. Nel 2019, il 59,1% dei genitori di bambini poco attivi riteneva che i propri figli svolgessero un’adeguata attività fisica, dato che sale leggermente nel 2023 al 59,6%, nonostante l’aumento del tempo trascorso davanti agli schermi: i bambini che superano le due ore giornaliere tra TV, videogiochi, tablet e cellulare passano dal 44,5% al 45,1%. Dati che mostrano una visione distorta della realtà e che parte in alcuni casi proprio dalle famiglie».

Il problema dei cibi ultraformulati

Le ricerche della fondazione Aletheia mostrano infine come sia in crescita il consumo dei cibi ultraformulati, che derivano dalla scomposizione degli alimenti originali mescolati poi con elementi non comuni in cucina, come ad esempio additivi o conservanti.

«Solo per citare alcuni esempi parliamo di bevande gassate ed energizzanti, snack confezionati, alcuni dolci e biscotti, gelati confezionati, torte e pasticcini prodotti industrialmente».

Ogni italiano nel 2023 ha speso 580 euro per acquistarli.

«Gli ultraformulati possono influire negativamente su diversi aspetti della salute. Numerose evidenze scientifiche suggeriscono infatti che questi alimenti, a causa del loro alto contenuto di additivi, emulsionanti e conservanti, possano influenzare negativamente il sistema immunitario infantile attraverso meccanismi diretti e indiretti, come l’alterazione della barriera intestinale e del microbioma, un elemento chiave nella regolazione della tolleranza immunitaria».