Liguria leader della Blue economy secondo il rapporto Ambrosetti
Per l’anno in corso, le previsioni del documento stilato dagli esperti sono di una crescita del Pil regionale (0,7%) superiore a quella nazionale (0,6%).

La Liguria negli ultimi anni sta riuscendo a fare delle risorse marine di cui dispone un uso rispettoso per promuovere il proprio sviluppo economico: in termini di “Blue economy” è, infatti, alla guida delle regioni italiane.
La Regione Liguria è leader della Blue economy
È uno dei dati positivi contenuti nel rapporto Ambrosetti, presentato alla stampa e al pubblico all’hotel Palace di Rapallo lo scorso 7 luglio. Il documento traccia un quadro preciso della situazione economica della regione, in relazione al sistema Italia, con la delineazione dei punti di forza e delle situazioni dove invece bisogna ancora lavorare. Il rapporto Think Tank Liguria 2030 è giunto alla sua 9ª edizione:
«Le analisi contenute nel rapporto – ha detto Valerio De Moalli, managing partner e amministratore delegato di Teha Group and the European House Ambrosetti – evidenziano un contesto territoriale segnato da un forte dinamismo. Basti vedere come il tasso di occupazione in Liguria superi di 6,5 punti percentuali la media nazionale. Il Tableau de Bord strategico conferma questa tendenza positiva: la Liguria mostra segnali di miglioramento nel 60% degli indicatori analizzati, mantenendo una posizione di assoluta leadership nella Blue economy, in cui si colloca al primo o al secondo posto a livello nazionale in tutti e sette gli indicatori considerati».
La previsione sul 2025 è una netta crescita del Pil
Per l’anno in corso, le previsioni del documento stilato dagli esperti sono di una crescita del Pil regionale (0,7%) superiore a quella nazionale (0,6%). Nel primo trimestre di quest’anno, sebbene i dati degli ultimi periodi registrino delle flessioni, l’export ligure ha registrato una crescita dello 0,7%, rispetto allo 0,2% dell’intero Nordovest. Sul mercato del lavoro un altro dato positivo è il tasso di occupazione che nel 2024 si attesta al 67,3%, sopra la media nazionale di ben 5,1 punti percentuali. E nel primo trimestre ‘25 il trend si conferma, arrivando a quota 69% contro il 62,5% del Paese. I Neet, ossia i giovani che né studiano né lavorano, sono quasi dimezzati: dal 20,4% sono scesi al 12,4%.
Le 3 competenze strategiche evidenziate dal rapporto dal 2016
Nel dettaglio, il rapporto ha evidenziato – già nella sua edizione del 2016 – tre competenze strategiche che aggiorna e studia ogni anno. Si tratta dell’economia del mare e della logistica, del turismo oltre che della qualità della vita e della sostenibilità e, infine, dell’innovazione, della ricerca e dell’alta tecnologia. Per questo sviluppo sono stati avviati quattro tavoli territoriali, uno per provincia, che hanno il compito di monitorare i singoli ambiti. Nel rapporto vengono indicati anche i potenziali impianti economici attivabili in regione, come la diga foranea di Genova, un’AI gigafactory (uno dei 5 centri pensati dall’Unione europea sul proprio territorio per il supercalcolo e l’elaborazione di grandi quantità di dati), l’authority di gestione dell’energia nucleare, il terzo valico (che secondo le stime ridurrà i tempi di percorrenza sulle tratte Genova-Milano e Genova-Venezia tra i 50 e i 70 minuti) e il polo nazionale della subacquea.
«Siamo qui non solo per fare il punto della situazione, ma per costruire il domani – ha detto il presidente della Regione Marco Bucci – un domani fatto di crescita, che generi sviluppo senza lasciare indietro nessuno e che, partendo dalle nostre solide radici, dalla nostra tradizione e da un tessuto economico solido e vitale, lo consolidi e si apra, allo stesso tempo, alle opportunità e alle sfide della contemporaneità. Per questo servono strategia e visione».