Il Pil piemontese cresce ma la popolazione invecchia
I contenuti del Rapporto annuale Piemonte Economico Sociale 2025 di Ires, presentato a Torino.

Il Piemonte è in crescita, sta diversificando i settori produttivi, rinnovando quelli tradizionali, traendo beneficio dei fondi Pnrr, ma deve prestare attenzione all’invecchiare della propria popolazione sia per un discorso economico sia per un aumentare del bisogno sanitario. Lo dice il Rapporto annuale Piemonte Economico Sociale 2025 di Ires, presentato a Torino.
La popolazione invecchia ma il Pil cresce
Nel 2024 il Piemonte ha registrato una crescita del Pil pari allo 0,6%, dato in linea con le regioni settentrionali comparabili e migliore rispetto allo 0,3% dell’anno precedente. La maggior parte dei settori manifatturieri ha mantenuto una performance stabile o in crescita, sia in termini di valore aggiunto sia di esportazioni, ad eccezione del comparto automotive le cui difficoltà hanno inciso negativamente sull’export regionale (-4,9% nel 2024 dopo anni di crescita). Nel settore terziario si segnalano il forte dinamismo del turismo, sostenuto dagli arrivi internazionali, e lo sviluppo della logistica, favorito dalla posizione strategica della regione lungo i principali corridoi europei. Anche il settore agricolo ha vissuto complessivamente un’annata apprezzabile.
Occupazione in aumento
Sul fronte occupazionale, le unità di lavoro sono aumentate del 2,3%. Rispetto al periodo pandemico, si contano oggi circa 110.000 occupati in più. Il tasso di disoccupazione è sceso al 5,4%, valore nettamente inferiore a quello registrato nel 2020 (7,6%) e migliore di quello nazionale (6,5%). Le previsioni per il 2025 e il 2026 indicano una crescita dello 0,5%, leggermente inferiore alla media delle regioni settentrionali. Il tasso di disoccupazione dovrebbe mantenersi intorno al 5%, mentre nel 2027 il tasso di attività nella fascia 15-64 anni dovrebbe attestarsi al 74%, e quello di occupazione al 70,4%.
Nel 2024 il Piemonte ha visto 4mila residenti in più
Per quanto riguarda la popolazione, nel 2024 è cresciuta di oltre 4mila residenti, grazie alla riduzione della mortalità e alla ripresa dei flussi migratori, nonostante il perdurare del calo delle nascite. Il rapporto evidenzia la necessità di pensare ai giovani, attraverso un rafforzamento del sistema educativo e delle reti di inclusione sociale. In Piemonte le forze lavoro ancora attivabili in tempo breve sono ormai ridotte e poco qualificate. Parallelamente, cresce il numero di giovani qualificati che scelgono di espatriare; tendenza apparentemente contraddittoria in una regione dove solo il 25% dei giovani possiede un titolo di studio terziario, a fronte del 40% della media UE e che assorbe laureati dalle regioni del Sud.
Le carenze del sistema formativo
Il sistema produttivo regionale richiede competenze qualificate, spesso non necessariamente accademiche, che il sistema formativo attuale non sempre riesce a fornire. In altri Paesi europei, l’istruzione terziaria comprende percorsi tecnici altamente professionalizzanti, accanto a quelli accademici. In Italia, tale ruolo è affidato in parte agli ITS, che in Piemonte vantano eccellenze, ma coinvolgono ancora una quota limitata di giovani.
Riorganizzare il sistema sanitario
Le variazioni di composizione della popolazione chiedono quindi anche una riorganizzazione del sistema sanitario: la speranza di vita dei piemontesi ha raggiunto gli 83,4 anni, ma si riducono gli anni di vita in buona salute, oggi pari a 59. Si osservano peggioramenti negli stili di vita in tutte le fasce d’età, con livelli di salute mentale più critici rispetto alla media nazionale, specie tra giovani e donne. Da qui la necessità di potenziare le azioni di prevenzione e promozione di stili di vita sani. Il sistema sanitario pubblico piemontese si distingue per buone performance nei tre livelli assistenziali (prevenzione, assistenza distrettuale e ospedaliera) superando ampiamente i livelli di adeguatezza previsti, nonostante le criticità da affrontare.
Con la spinta del Pnrr, sta sostenendo investimenti in tecnologie digitali (telemedicina, intelligenza artificiale) dedicate alla sanità ma anche alla digitalizzazione della pubblica amministrazione.
«Il Rapporto 2025 - dichiara il presidente Ires Piemonte, Alessandro Ciro Sciretti - restituisce l’immagine di una regione che, pur in un contesto complesso e in trasformazione, dimostra capacità di adattamento, resilienza e innovazione. Le sfide demografiche, climatiche, sociali e tecnologiche richiedono visione strategica, coesione tra attori istituzionali e territoriali, e un forte investimento sul capitale umano e sull’innovazione».
«Offrire una lettura approfondita delle trasformazioni economiche, demografiche e sociali in atto significa dare ai sindaci, alle Province, alle Unioni di Comuni elementi concreti per programmare il futuro con maggiore consapevolezza e visione» dichiarano il presidente Alberto Cirio e l’assessore Enrico Bussalino che rinnovano l’impegno a favore delle autonomia locali.