Economia

Vini, spiriti e aceti: nel 2024 l'export comlessivo ha raggiunto i 10,5 miliardi di euro, ma non mancano le preoccupazioni

Giacomo Ponti è il nuovo presidente di Federvini.

Vini, spiriti e aceti: nel 2024 l'export comlessivo ha raggiunto i 10,5 miliardi di euro, ma non mancano le preoccupazioni
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Numeri importanti ma un settore, quello di vini, spiriti e aceti, da monitorare: non mancano le preoccupazioni legate a uno scenario attuale instabile che continua a produrre ripercussioni sui costi di approvvigionamento delle materie prime e dell’energia, sull’inflazione e sul tasso di occupazione.

L'export complessivo di vini, spiriti e aceti nel 2024 ha raggiunto quota 10,5  miliardi di euro

Secondo i dati Nomisma per l’Osservatorio Federvini, nel 2024 l’export complessivo ha raggiunto i 10,5 miliardi di euro, con un saldo commerciale positivo di 8,9 miliardi; una filiera da 21,5 miliardi di euro che conta un tessuto produttivo di oltre 40mila imprese a carattere industriale garantendo l’occupazione di oltre 81mila addetti diretti. Dati sono stati presentati nel corso dell’assemblea generale di Federvini, che ha segnato anche il passaggio di consegne alla guida della Federazione: Giacomo Ponti (nella foto) è stato nominato nuovo presidente, subentrando a Micaela Pallini.

Leggera flessione nella generazione di valore

Il vino ha generato un valore pari a 694 milioni di euro, registrando una lieve flessione dell’1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A trainare il segmento sono gli spumanti di qualità, con il Metodo Classico in crescita del 7,1% e lo Charmat dolce in aumento del 2%. Restano in difficoltà i vini generici e frizzanti, mentre i vini a indicazione geografica protetta (IGP) segnano un +1,1% a valore. Anche il comparto degli spiriti risente di una certa debolezza con vendite pari a 274 milioni di euro, in calo del 3,2% sul 2024. Tuttavia, si distinguono performance positive per alcuni segmenti, come il Gin (+14,2%), tengono gli aperitivi alcolici, mentre risultano in flessione grappa, liquori dolci e amari. Più positivo l’andamento degli aceti, che nel primo trimestre segnano una crescita dell’1,8% a valore. In particolare, spiccano le performance dell’aceto di mele (+6,4%) e dell’aceto di vino (+1,5%). L’Aceto Balsamico di Modena IGP subisce invece una lieve contrazione dello 0,7%, pur mantenendo una quota di mercato rilevante, pari al 32% del totale venduto in Gdo.

Crescono i consumi fuori casa

Per quanto riguarda i consumi fuori casa, i dati TradeLab indicano un valore di 81,4 miliardi di euro nel 2024, in crescita dell’1% rispetto all’anno precedente. Nonostante una flessione delle visite pari all’1,6%, il settore mostra segnali di tenuta, con vino e bollicine che continuano a giocare un ruolo centrale soprattutto nelle occasioni serali, come cene e aperitivi.
Nel primo trimestre 2025 il mercato ha mostrato segnali di un rallentamento generalizzato: il vino cresce solo dello 0,7% a valore, penalizzato dal rallentamento nel Regno Unito e dalla crescente concorrenza da Paesi terzi, gli spiriti segnano un +3,1%, trainati dai liquori (+10,9%), mentre la grappa cala del 14%; gli aceti arretrano dell’1,4%, pur mantenendo nel 2024 performance positive in mercati chiave come Stati Uniti, Germania, Francia e Corea del Sud.

«In una fase storica complessa, segnata da forti tensioni internazionali e incertezze, Federvini continuerà a rappresentare con forza e competenza le nostre imprese, valorizzandone qualità, sostenibilità e centralità economica. Tra gli obiettivi prioritari del mio mandato il rafforzamento della competitività internazionale del nostro settore, tutelando il valore culturale di tutti i comparti, dai vini, agli spiriti, agli aceti, che costituiscono un patrimonio economico di straordinario prestigio per il nostro Paese» ha dichiarato Ponti.