Con i Giovani commercialisti di Lecco e Astebook Srl un convegno sulla composizione negoziata della crisi di impresa
In tutto il Paese sono 3.150 le domande presentate dalle aziende, con circa 100mila lavoratori coinvolti.

Composizione negoziata della crisi di impresa: uno strumento ancora relativamente giovane ma che sta soppiantando alternative concorsuali come il concordato preventivo.
Il convegno a Oggiono sulla composizione negoziata della crisi di impresa
Uno strumento di cui si è parlato diffusamente nella splendida cornice di Villa Dolceacqua a Oggiono, in provincia di Lecco, grazie all’impeccabile organizzazione dell’Unione giovani dottori commercialisti ed esperti contabili di Lecco e di “Astebook Srl”. Nell’introdurre la giornata, Giovanni Colmayer, responsabile relazioni esterne di Astebook, ha paragonato i relatori ai Galacticos e in effetti la squadra messa in campo per la giornata era di assoluto rilievo, con i maggiori esperti sull’argomento provenienti da diverse parti d’Italia. Katia Selva, presidente dell’Unione giovani dottori commercialisti ed esperti contabili lecchesi, ha ricordato che è dal 2016 che l’Unione promuove simili appuntamenti sul territorio, per favorire un confronto tra associati. “Anatomia della composizione negoziata”, questo il titolo dell’incontro che aveva un sottotitolo ancor più significativo: “Un tavolo, non un tribunale”, perché il percorso di composizione negoziata avviene al di fuori delle aule di Tribunale, dove inizia il dialogo fra le parti, debitori e creditori, sulle ipotesi di ristrutturazione dell’azienda in crisi. La composizione negoziata, ricordiamo, consente all’imprenditore, che si trova in condizioni di squilibrio patrimoniale o economico-finanziario, di perseguire il risanamento dell’impresa con il supporto di un esperto indipendente, che agevoli le trattative con i creditori e altri soggetti interessati.
In 3 anni e mezzo gestite in Lombardia 713 crisi
Nel corso della giornata gli esperti si sono confrontati in diversi tavoli moderati da Katia Selva, Francesco Mazzoleni e Pietro Galli, esponenti dei Giovani commercialisti lecchesi.
I primi numeri, dopo i saluti e i ringraziamenti di rito, li ha forniti Giuliano Caramella, segretario generale della Camera di Commercio di Como Lecco. Numeri che certificano la bontà dello strumento.
«Numeri - ha rimarcato Caramella - che iniziano ad essere significativi. In questi tre anni e mezzo in Lombardia sono state gestite 713 crisi, di queste 426 a Milano/Monza/Lodi e 44 a Lecco, che è percentualmente in linea con le altre Camere di Commercio lombarde, escluso il Milanese. Gli esiti favorevole in Lombardia sono stati circa il 22%, a Lecco siamo poco sopra e sfioriamo il 25%».
In tutta Italia 3.150 domande presentate
Altri numeri sono stati poi forniti da Sandro Pettinato, vice segretario generale di Unioncamere collegato da remoto, il quale ha ricordato che in Italia le imprese che hanno presentato domande di composizione negoziata sono 3.150, con la Lombardia capofila. In questi processi sono stati coinvolti circa 100mila lavoratori. Pettinato ha rimarcato come la composizione negoziata oggi è misura protettiva molto gettonata, anche se ci sono sicuramente aspetti da migliorare. Fra i pericoli indicati dal segretario generale di Unioncamere, quello della scelta degli esperti: «non ne servono tanti, ne servono pochi ma bravi». Quindi spazio ai tanti tavoli che hanno affrontato vari aspetti del tema, ricordiamo qui alcuni spunti venuti dal dibattito, sempre seguito da un pubblico attento. Andrea Panizza, commercialista presidente dell’Associazione professionisti risanamento imprese di Ferrara, ha rimarcato come «l’80% delle aziende che aderiscono alla composizione negoziata chiedono l’accesso alle misure protettive, quindi le crisi sono già molto avanzate e si è in presenza anche di un irrigidimento delle banche».
L'importanza delle misure protettive
Pure l’avvocato d’impresa di Padova Marco Greggio ha affrontato il discorso delle misure protettive, le quali stanno a significare «uno stato avanzato di crisi che spesso sfocia nell’insolvenza, quell’insolvenza che il legislatore voleva invece evitare. Ci vorranno forse decenni perché questi numeri cambino e sempre meno imprese chiedano misure protettive».
Un cenno è stato fatto anche al concordato semplificato, uno strumento di gestione della crisi ancora poco utilizzato. Nel corso della giornata, pur con diverse sfumature, sono stati diversi gli interventi che hanno messo in evidenza come nel processo della composizione negoziata il bene da salvare deve essere l’impresa, con i suoi dipendenti. Il percorso non è sempre facile perché le aziende spesso faticano a dotarsi di strumenti di controllo e gestione atti a prevenire criticità economiche, patrimoniali e finanziarie. Di qui la necessità di farsi assistere da advisor professionisti. C’è poi il delicato rapporto con i creditori, pure loro protagonisti del risanamento. In questo ruolo hanno spesso un compito di rilievo l’Agenzia delle Entrate e gli istituti di credito. Insomma, i temi sviscerati sono stati molteplici, per un momento di approfondimento e confronto sicuramente utile.