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Nizza Monferrato nel 2024 sul podio dei Luoghi del Cuore del Fai

Qualche idea per una gita fuori porta in Piemonte.

Nizza Monferrato nel 2024 sul podio dei Luoghi del Cuore del Fai
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Continuano con il Piemonte, dopo quelle in Liguria e Lombardia, le passeggiate tra i «luoghi del cuore» del censimento Fai: il santuario Nostra Signora delle Grazie a Nizza Monferrato.

Nizza Monferrato tra i Luoghi del Cuore del Fai

A vincere l’edizione 2024 con 72.050 voti è stato il santuario Nostra Signora delle Grazie a Nizza Monferrato (AT), provincia per la prima volta sul gradino più alto del podio: un luogo strettamente legato alla figura di Don Bosco, che lo acquistò nel 1877 salvandolo dall’abbandono.  Ci sono però altri tesori che meritano di essere scoperti, come San Giacomo della Vittoria, Alessandria. La costruzione è legata a un fatto d’arme glorioso: la vittoria riportata il 25 luglio 1391 - giorno di San Giacomo - dagli alessandrini e dalle truppe viscontee contro l’esercito francese guidato da Giovanni III d’Armagnac alle porte della città. Il bottino fu utilizzato, in parte, per la costruzione della chiesa che fu per questo chiamata “della Vittoria”. L’edificio originario subì molti interventi nei secoli successivi e fu destinato anche a diversi utilizzi (caserma, magazzino, ospedale). Oggi si presenta ad aula unica con volta a botte, ricca di motivi decorativi e cornici in stucco dorato riconducibili agli anni ‘50-‘60 dell’Ottocento.

Nell'alessandrino c'è anche la Torre Paleologa

Sempre in provincia di Alessandria, la Torre Paleologa, San Salvatore Monferrato. Costruita tra il 1410 e il 1413 per volere del Marchese Teodoro II Paleologo, la torre si erge a 24 metri di altezza sulla collina che prende il suo nome. Realizzata con mattoni a vista e muri di circa 7 metri di lunghezza e quasi 2 metri di spessore, la struttura è caratterizzata da un ampio foro, che non rappresenta il segno di un attacco, bensì di ciò che resta dell’ingresso originario. Sotto l’edificio, una costruzione separata di circa 5 metri d’altezza ospitava una cisterna per l’acqua destinata alle sentinelle. Questa torre non ebbe mai funzione difensiva, ma fu usata come punto di osservazione e segnalazione, con il compito di comunicare con altre torri tramite segnali visivi. Durante la Seconda Guerra di Indipendenza, tra il 1° e l’11 maggio 1859, fu utilizzata dai soldati piemontesi come punto di controllo per monitorare i movimenti delle truppe. Oggi si vorrebbe abilitare la salita fino alla sommità.

E poi il Mulino della Costa a Villanova Monferrato

E ancora, il Mulino della Costa a Villanova Monferrato: è stato attivo fin dal XVI secolo sotto i marchesi Paleologi del Monferrato e ha rappresentato per secoli il fulcro dell’economia rurale locale: dedicato inizialmente alla molitura del grano, tra XVIII e XIX secolo ha ospitato anche un opificio per la produzione di burro e formaggi, di proprietà della famiglia Montiglio. Con la costruzione del canale Magrelli nel 1808, l’attività si specializzò nella lavorazione del riso, grazie a macchinari innovativi come decorticatrici e una grande ruota idraulica, ancora oggi conservati. Le operazioni del mulino cessarono a metà Novecento, lasciando una testimonianza preziosa di archeologia industriale ma oggi si vuole recuperarlo per realizzare un museo del riso.

Palazzo Ghillini ad Alessandria

Ad Alessandria, invece, Palazzo Ghilini, capolavoro barocco piemontese situato nel cuore di Alessandria, risale al XVIII secolo e prende il nome dal marchese Tommaso Ottaviano II Ghilini, suo committente. Nel corso dei secoli ha ospitato figure storiche di rilievo, da Napoleone Bonaparte a Papa Pio VII, fino a Vittorio Emanuele II, contrassegnando momenti cruciali della storia locale e nazionale. Oggi sede della Prefettura e della Provincia, il palazzo è accessibile tramite visite guidate che ne raccontano la ricca storia.

Acqui Terme, un borgo da valorizzare

Un borgo da valorizzare è Acqui Terme: antico centro termale romano, famoso per le sorgenti di acqua calda, la zona è anche conosciuta grazie al suo patrimonio storico e architettonico. Spiccano l’Abbazia cistercense di Tiglieto e quella benedettina di Santa Giustina a Sezzadio, fondata nel 722 d.C. Il territorio, dominato da colline e monti dolci, è attraversato dal fiume Bormida e ospita i resti di un antico acquedotto romano. Acqui Terme, con origini che risalgono al Neolitico, custodisce importanti vestigia del passato romano e medievale, come il Castello dei Paleologi e la Cattedrale di Santa Maria Assunta, al cui interno si ammira il prezioso Trittico della Madonna di Montserrat.

Una nuova vita pensata per il Castello di Frinco

Una nuova vita, invece, è pensata per il Castello di Frinco che domina il borgo astigiano con la sua possente struttura, segnata da torri merlate e archi gotici: nei secoli ha visto il susseguirsi di famiglie nobiliari come i Pelletta, i Turco e i Mazzetti, questi ultimi titolari del diritto di Zecca. La sua posizione strategica lo rese teatro di scontri tra Guelfi e Ghibellini e, durante la Prima guerra mondiale, centro di internamento per prigionieri austro-ungarici. Dopo il crollo di un avancorpo nel 2014 e anni di abbandono, il castello è passato al Comune nel 2019. Dal 2021 sono stati avviati lavori di consolidamento, seguiti da un ambizioso progetto di recupero dell’ala sud cominciato nel 2024.

Nel biellese con le fontane parlanti

Tra i beni più “curiosi”, le Fontane Parlanti a Rosazza (Biella) con simboli enigmatici, motti esoterici e saluti incisi nella pietra. Realizzate tra fine Ottocento e primi del Novecento per volere del senatore Federico Rosazza, rappresentano un unicum architettonico e spirituale. Distribuite in ogni angolo del paese, le 26 fontane sono parte di un’opera idraulica d’avanguardia che ha portato l’acqua corrente in tutte le case. Ma la loro peculiarità risiede nei messaggi scolpiti, frutto della visione mistica e simbolica del senatore, in collaborazione con lo studioso Giuseppe Maffei.