L'indagine di Unioncamere

In Piemonte la produzione industriale nel primo trimestre dell'anno segna la quinta flessione consecutiva

«La nostra regione è a un bivio decisivo, stretta tra vulnerabilità strutturali e la necessità di una crescita sostenibile».

In Piemonte la produzione industriale nel primo trimestre dell'anno segna la quinta flessione consecutiva
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La produzione industriale del Piemonte nel primo trimestre 2025 segna la quinta flessione consecutiva: -1,7%.

Quinta flessione consecutiva registrata dalla produzione industriale piemontese nel primo trimestre 2025

Le cause? Persistenti incertezze geopolitiche globali, la potenziale minaccia di dazi statunitensi, ma anche a profonde crisi strutturali che affliggono comparti cruciali dell’economia regionale. E’ quanto emerge dai dati diffusi da Unioncamere Piemonte (nell’ambito della consueta collaborazione con Intesa Sanpaolo e UniCredit) della 214ª Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera.

«La nostra regione è a un bivio decisivo, stretta tra vulnerabilità strutturali e la necessità di una crescita sostenibile. Come Sistema camerale crediamo di doverci appoggiare a quattro pilastri per rilanciare la nostra economia. Primo, una forte semplificazione burocratica per le imprese. Secondo, un investimento senza precedenti su capitale umano, istruzione e competenze per combattere disoccupazione e disuguaglianze. Terzo, un piano nazionale per l’energia che ci consenta di non dipendere dall’esterno e di essere più competitivi. Quarto, e quale precondizione per la crescita, un potenziamento delle infrastrutture di collegamento, sia materiali che digitali. Senza reti moderne ed efficienti, che connettano il Piemonte al resto d’Italia e all’Europa, ogni sforzo di sviluppo rischia di essere vano. Merci, persone e idee devono potersi muovere rapidamente per rendere le nostre imprese competitive e i nostri territori attrattivi. Sfruttando la leva strategica del Pnrr, possiamo governare le transizioni in atto. Con pragmatismo e coraggio, trasformeremo le sfide di oggi nell'opportunità di costruire un'Italia più forte, equa e protagonista del proprio futuro», ha commentato Gian Paolo Coscia, presidente Unioncamere Piemonte.

Gli ordinativi invece salgono grazie al traino dell'estero

Contrariamente alla produzione, gli ordinativi totali mostrano un incremento dello 0,8%. Questa dinamica è trainata principalmente dagli ordinativi esteri, che crescono dell'1,8%, mentre gli ordinativi interni registrano un più modesto +0,4%, e potrebbe indicare un'aspettativa di crescita per i prossimi trimestri, con le imprese che stanno accumulando un portafoglio ordini.
Il fatturato totale subisce una lieve contrazione, pari allo 0,3%. Analizzando le componenti, il fatturato interno diminuisce del 2,1%, mentre il fatturato estero cresce del 2,6%. Questa dinamica evidenzia una maggiore vivacità del mercato internazionale che compensa solo parzialmente la debolezza della domanda interna. Il grado di utilizzo degli impianti è sceso dal 63% del I trimestre 2024 al 62% del periodo gennaio-marzo 2025.

Il calo significativo dell'automotive

La contrazione complessiva della produzione industriale (-1,7%) è in gran parte trainata dalla forte diminuzione registrata dal settore dei Mezzi di Trasporto (-11,3%). All'interno di questo comparto, si evidenzia un calo significativo dell'automotive (-31,1%) e della componentistica autoveicolare (-10,5%), parzialmente mitigato da una crescita dell'Aerospazio (+5,5%). Questa dinamica suggerisce una fase di difficoltà strutturale o di riorganizzazione per il settore auto, pilastro dell’economia piemontese. Oltre ai mezzi di trasporto, la maggior parte degli altri settori ha mostrato andamenti negativi, seppur con flessioni meno pronunciate rispetto al comparto automotive. Si è osservata una contrazione nel settore dell'Elettricità ed Elettronica, che ha visto una diminuzione del -2,7%, e anche la Filiera Tessile ha registrato un decremento del -2,0%. Le industrie meccaniche hanno subito una riduzione della produzione dell'-1,6%, mentre il settore dei metalli ha mostrato un calo dell'-1,1%. La produzione di Legno e del Mobile è scesa dello -0,8% e il comparto della Chimica e Plastica ha chiuso il trimestre con una modesta flessione dello -0,6%.

Il comparto alimentare è invece in controtendenza

In controtendenza rispetto al quadro generale, solo il comparto alimentare che mostra un segno positivo, con una crescita della produzione dello +1,1%. Questo dato, sebbene limitato, rappresenta un segnale di resilienza e diversificazione in un contesto sfidante. La flessione complessiva dell’1,7% della produzione manifatturiera piemontese riflette un andamento disomogeneo per classe dimensionale. L'elemento di maggiore criticità è la marcata flessione (-6,9%) registrata dalle grandi imprese (250 addetti e più) che trascinano al ribasso il dato regionale. Parallelamente, le micro (0-9 addetti) e le medie imprese (50-249 addetti) registrano anch'esse una contrazione significativa del -1,0% ciascuna, evidenziando una diffusa esposizione a un contesto di domanda debole. L'unico barlume positivo emerge dalle piccole imprese (10-49 addetti), che segnano una crescita di modesta entità (+0,4%), testimoniando una maggiore agilità e una diversificazione in nicchie settoriali resilienti.

La produzione per provincia

La provincia di Asti segna la performance più negativa, evidenziando il calo più marcato (-3,5%). Questo dato suggerisce una fragilità strutturale e una particolare esposizione a settori in crisi. La provincia di Torino, cuore dell'industria regionale, ha subito una decrescita del -3,3% a causa del rallentamento in settori chiave come l'automotive e l’elettricità ed elettronica.
Cuneo mostra una flessione dello 0,7%, segnalando una moderata difficoltà nonostante la diversificazione del suo tessuto produttivo. Biella registra un calo dello 0,5%, legato alle dinamiche del settore tessile, tradizionalmente dominante nell'area. Alessandria con un -0,3% e Novara con un -0,2%, entrambe penalizzate dal comparto metalmeccanico, scontano contrazioni più lievi. In controtendenza, alcune province sono riuscite a mantenere un segno positivo, seppur con incrementi marginali. Vercelli si distingue con una variazione del +0,3%, grazie al comparto alimentare. Il Verbano-Cusio-Ossola, infine, registrato un andamento piatto (+0,1%)