L'indagine

Le concessioni di mutui in Liguria sono molto al di sotto della media nazionale

Il rapporto della Federazione Autonoma Bancari Italiani parla chiaro.

Le concessioni di mutui in Liguria sono molto al di sotto della media nazionale
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Mutui: bene solo la Lombardia. Piemonte in calo per i tassi di interesse. Liguria con il dato peggiore del Nordovest sulle concessioni, molto al di sotto della media nazionale.

In Liguria le concessioni di mutui sono molto al di sotto della media nazionale

Cosa sta accadendo, dunque? Secondo lo studio della Fabi (Federazione autonoma bancari italiani) il nuovo taglio dei tassi d’interesse della BCE corre il rischio di avere effetti attenuati sull’economia reale. Insomma, i segnali positivi ci sono ma sono “lenti”: tra maggio 2024 e marzo 2025, i prestiti alle famiglie sono cresciuti dell’1,9%, con un aumento di quasi 8 miliardi, mentre restano ancora elevati i margini bancari e i criteri di accesso al credito sono rigidi. In particolare, si assiste a un riavvicinamento tra i tassi fissi e variabili, con una lieve ripresa del Taeg registrata a febbraio (3,58%), a causa dell’andamento dei rendimenti a lungo termine. Le famiglie indebitate, in Italia, sono 6,9 milioni, pari a circa il 25% del totale: di queste, oltre 3,5 milioni hanno un mutuo per l’acquisto di una casa.

Quasi un quarto del mercato nazionale dei mutui è occupato da Roma e Milano

Roma e Milano valgono da sole quasi il 23% del mercato nazionale dei mutui, con un valore paria a 42,4 miliardi di euro nel capoluogo lombardo, quarto posto Torino con 13,7 miliardi; in fascia intermedia c’è Genova con 6,1 miliardi. Dati che evidenziano come il mercato del credito immobiliare in Italia sia fortemente polarizzato, con una netta prevalenza dei grandi centri urbani mentre le aree interne e periferiche mostrano dinamiche molto più contenute.

Il dettaglio del Nordovest: la Liguria

La Liguria registra il peggior dato del Nord Ovest. Nel biennio 2022-2024 i mutui per l’acquisto di abitazioni concessi alle famiglie liguri sono diminuiti del 3,5%, con una flessione pari a 386,2 milioni di euro. Il totale è passato da 11,1 a 10,7 miliardi, segnando un andamento decisamente peggiore rispetto alla media nazionale, che nello stesso periodo ha registrato una crescita dell’1%. Il calo è generalizzato in tutte le province: Savona perde il 4,3%, Genova (che rappresenta la fetta più consistente del mercato) cala del 3,8%, Imperia del 3,7% e La Spezia dell’1%. In valori assoluti, Genova registra la contrazione più marcata, con 236 milioni in meno. Un segnale evidente della frenata del mercato immobiliare e delle difficoltà di accesso al credito in un contesto di tassi elevati, che in Liguria sembrano aver inciso più che altrove.

Una finestra sulla Lombardia

In Lombardia, invece, le erogazioni sono in crescita: l’aumento è dell’1,5%, passando da 92,7 a 94,1 miliardi di euro. L’incremento complessivo è stato di circa 1,37 miliardi, ben sopra la media nazionale che nello stesso periodo si è attestata a +1% (+3,7 miliardi su scala Italia). A guidare la crescita è Milano, con un aumento di oltre 1 miliardo (+2,4%), seguita da Monza e Brianza (+2,9%) e Sondrio (+2,3%). Bene anche Como (+1,7%) e Mantova (+1,1%). In lieve calo invece Varese (-0,6%), Lecco (-1,6%), Pavia (-0,2%) e Cremona (-0,2%). La Lombardia si conferma la regione con il volume di mutui più elevato a livello nazionale, trainata dalla solidità del mercato immobiliare milanese e da una buona tenuta generale, nonostante le pressioni esercitate dal rialzo dei tassi.

E per finire un quadro del Piemonte

Per quanto riguarda, infine, il Piemonte, la riduzione è condizionata dai tassi alti. Si è passati, dunque, da 27,4 a 27 miliardi di euro, con una flessione complessiva di circa 409 milioni (-1,5%). Un calo è generalizzato, con flessioni più marcate ad Alessandria (-5,4%) e Biella (-4,9%), seguite da Asti (-3%) e Vercelli (-2,2%). Torino, che rappresenta la fetta più rilevante del mercato regionale, perde 275 milioni (-1,6%). Solo Novara (+0,6%) e Cuneo (+0,9%) registrano lievi aumenti, mentre il Verbano-Cusio-Ossola rimane stabile (-0,1%). Una dinamica che è frutto delle difficoltà di accesso al credito e l’impatto del caro-tassi, che in Piemonte si è fatto sentire più che altrove, a differenza del quadro nazionale.