Il Piemonte vale l'8% del Pil italiano: l'assemblea generale di Confindustria Novara, Vercelli e Valsesia del 6 giugno
Una fotografia del Piemonte tra luci ed ombre quella emersa dai dati presentati durante l’assemblea generale di Confindustria Novara Vercelli Valsesia che venerdì 6 giugno - a Novara nell’aula magna dell’Upo - ha tenuto “a battesimo” il nuovo presidente Carlo Robiglio.

L'analisi del presidente regionale di Confindustria nell'assemblea generale di Confindustria Novara Vercelli Valsesia del 6 giugno.
Assemblea generale di Confindustria Novara Vercelli Valsesia: "Il Piemonte vale l'8% del Pil italiano"
Una fotografia del Piemonte tra luci ed ombre quella emersa dai dati presentati durante l’assemblea generale di Confindustria Novara Vercelli Valsesia che venerdì 6 giugno - a Novara nell’aula magna dell’Upo - ha tenuto “a battesimo” il nuovo presidente Carlo Robiglio. Perché se è vero, come ha sottolineato il presidente di Confindustria Piemonte Andrea Amalberto, che «oggi siamo e continuiamo a rappresentare l’8% del Pil italiano, con una quota di export pari al 10% nazionale», è anche vero che qualche segnale di rallentamento comincia a notarsi. Il quadro tracciato dall’economista Marco Fortis, direttore e vicepresidente della Fondazione Edison, che ha presentato i primi dati della ricerca sul sistema economico regionale, mostra infatti un Piemonte con un tasso di crescita in volume del Pil inferiore alla media nazionale e a quello di regioni come la Sicilia, la Campania, la Toscana, il Lazio e il Veneto: la percentuale (calcolata sul 2022-2023 rispetto al 2021) si ferma al 3,8%, contro il 5,4% dell’Italia.
«Il tasso di crescita del Piemonte - ha detto Fortis - non è fortissimo, rispetto alla media italiana, però l’occupazione non solo tiene, ma anzi registra un incremento e vi sono segnali positivi».
La crescita dell'occupazione è sotto la media, ma nel 2024 c'è stato un deciso balzo in avanti
Benché infatti il dato piemontese riferito alla crescita dell’occupazione sia pur sempre sotto la media italiana (2,3% dal 2019 contro il 3,2% nazionale), nel 2024 si è registrato un balzo in avanti deciso, con un +3% che ha “doppiato” l’1,5% dell’Italia nel suo complesso. L’anno scorso le aziende piemontesi hanno esportato per 60,5 miliardi. Ma anche l’export mostra qualche segno di “affaticamento”: complice la difficile congiuntura internazionale e la crisi dell’automotive, il 2024 ha segnato un calo del 4,9% rispetto al 2023, mantenendo comunque una variazione positiva del 29,1% rispetto ai livelli precovid. A fare la parte del leone sono gli articoli in pelle (escluso abbigliamento), che nel 2024 hanno registrato un +25,6%, i prodotti farmaceutici (23,7%), gli articoli d’abbigliamento (17,2%), gli alimentari (7,5%), mentre a soffrire di più sono il tessile (-10,5%) e gli autoveicoli (-20,9%).
E' una fase delicata, ma piena di potenzialità
Insomma, quella che stiamo attraversando è «una fase delicata», ma che per il presidente di Confindustria Piemonte si annuncia anche «piena di potenzialità. Viviamo tempi difficili, ne siamo tutti consapevoli. - ha sottolineato Amalberto - Ma alcuni segnali positivi arrivano dalla chimica farmaceutica, dall’agroalimentare, dal turismo, dal Made In, ed in particolare dalla gioielleria, dalla meccanica di precisione e dall’ICT». Per trasformare le potenzialità in occasioni di crescita è però necessario «mettere a sistema energie e competenze per avanzare una proposta che ha cinque cardini: più medie imprese, attraverso aggregazioni e crescita interna, per rafforzare la struttura portante del nostro sistema produttivo; più connessioni tra start-up, PMI e grandi imprese; più semplificazione e tempi certi; più strumenti efficaci, come una Finpiemonte rafforzata, capace di sostenere progetti complessi e sinergie pubblico-private; più attenzione ai territori. Disponiamo come Piemonte di molti degli asset necessari per affrontare un futuro che si sta costruendo ora. La politica - ha concluso Andrea Amalberto - accompagni questa trasformazione con strumenti stabili e visione lunga, che vada oltre a quelle elettorali».