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Le imprenditrici lombarde manifestano ottimismo per il futuro, secondo Confcommercio

Il rapporto ai competitor maschi invece il 53% del campione ha dichiarato di non percepire posizioni di vantaggio o svantaggio, ma sono quasi la metà le donne che hanno dichiarato di aver assistito ad episodi di discriminazione di genere sul lavoro, da parte di altri imprenditori o clienti.

Le imprenditrici lombarde manifestano ottimismo per il futuro, secondo Confcommercio

L’ottimismo manifestato per il futuro dalle imprenditrici lombarde in un’indagine di Confcommercio con Terziario Donna Lombardia.

Per il futuro l’ottimismo manifestato dalle imprenditrici lombarde a Confcommercio

Più della metà delle imprese a guida femminile nel Terziario lombardo è stata avviata dalle titolari. Sono infatti il 56% le imprenditrici artefici del proprio lavoro, contro un 44% che partecipa all’attività di famiglia. E uno dei dati che emergono dall’indagine condotta da Confcommercio Lombardia con Terziario Donna Lombardia. Il sondaggio ha visto la partecipazione di 351 imprese del settore in regione, l’87% microimprese, l’11% piccole e il 2% medie e grandi. Le donne imprenditrici sono anche molto determinate: sempre secondo il sondaggio di Confcommercio e Terziario Donna Lombardia sono 2 su 3 le donne che rifarebbero la scelta di aprire un’attività in proprio, nonostante alcune problematiche che non sono certamente di poco conto.

Il rapporto tra lavoro e vita privata rimane un nodo da sciogliere

Difficoltà che riguardano l’ambito del rapporto tra lavoro e vita privata: la maggior parte del campione intervistato, il 56%, ha dichiarato infatti di dedicare all’attività lavorativa dalle 8 alle 12 ore al giorno, mentre è del 19% la quota di imprenditrici che ha dichiarato di dedicare al lavoro addirittura più di 12 ore quotidiane. Ne consegue che il tempo libero per sé stesse si riduce di molto: il 36% del campione ha dichiarato di avere tra le 2 e le 4 ore di tempo libero a settimana. Il 34% meno di 2 ore, e il 30% oltre 5 ore. La media del grado di soddisfazione del proprio «work-life balance» è appena sufficiente, attestandosi al 6,32/10. Sempre la maggioranza del campione, il 54%, ha dichiarato di aver rinunciato almeno una volta all’espansione del business aziendale per paura di difficoltà di conciliazione con la vita privata. Vita privata che spesso è occupata da carichi di cura, ossia dalla presenza in famiglia di bambini o anziani non autosufficienti: il 44% del campione ha dichiarato di averne, e di queste sono il 30% a dedicare all’assistenza oltre 5 ore al giorno. Il 66% del campione condivide i carichi di cura con la propria rete, ma il 70% delle imprenditrici ha dichiarato che non pregiudicano la loro attività.

La questione di genere con i competitor

Il rapporto ai competitor maschi invece il 53% del campione ha dichiarato di non percepire posizioni di vantaggio o svantaggio, ma sono quasi la metà le donne che hanno dichiarato di aver assistito ad episodi di discriminazione di genere sul lavoro, da parte di altri imprenditori o clienti. Oltre alla conciliazione vita-lavoro, le altre problematiche sollevate dalle imprenditrici lombarde sono una certa difficoltà nel reperimento del personale, l’affermazione del proprio ruolo e gli adempimenti burocratici. Ma nonostante tutto c’è grande fiducia nel futuro e nelle proprie capacità: il 34% del campione prevede di espandere la propria attività, il 30% ha una prospettiva stabile mentre è solo il 23% ad avere una percezione incerta del futuro. Nel complesso, il 74% del campione intervistato ha dichiarato che rifarebbe la scelta di mettersi in proprio.